USA: la condanna a morte di Rocky Myers

10 Giugno 2021

Tempo di lettura stimato: 3'

Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte. Per restare aggiornato iscriviti alla newsletter. Per consultare i numeri precedenti clicca qui.

 

Rocky Myers, un afroamericano di 59 anni, è rinchiuso nel braccio della morte di Holman, in Alabama, precisamente dal 2 giugno 1994, oltre 27 anni fa. Una giuria, composta da 11 giurati bianchi su 12, lo ha condannato per l’omicidio della sua vicina di casa all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. Il giudice ha però ignorato la raccomandazione della giuria e ha inflitto una condanna a morte. Sebbene nel 2017 l’Alabama abbia vietato l’annullamento giudiziario delle decisioni della giuria e gli standard internazionali sui diritti umani prevedano l’applicazione della norma ai casi attuali, il beneficio della revisione della propria condanna non è stato concesso a chi già si trova nel braccio della morte. Rocky Myers, al quale è stata diagnosticata una disabilità intellettiva a 11 anni, sostiene la propria innocenza e non esistono prove forensi rilevate sulla scena del crimine che lo coinvolgano. Il suo processo, svoltosi nel giro di una settimana circa, è stato inquinato da pregiudizi razziali e sociali. In più, il suo avvocato, assegnatogli d’ufficio per la presentazione degli appelli dopo che è stata emessa la condanna, ha abbandonato il suo caso senza preavviso, non permettendogli di rispettare le scadenze dei ricorsi giudiziari. Tre anni fa, lui e altri detenuti del braccio della morte hanno avuto 30 giorni per scegliere se volevano morire per asfissia da azoto gassoso – un metodo che è stato ritenuto dagli organismi internazionali per i diritti umani una punizione crudele, inumana e degradante – o con protocolli di iniezione letale modificati. Rocky Myers ha scelto la prima opzione e la sua esecuzione potrebbe essere fissata nuovamente non appena verrà approntato il nuovo protocollo che prevede l’asfissia da azoto.

 

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I dati sulla pena di morte nel 2021

In totale 144 stati hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica, 55 stati mantengono in vigore la pena capitale, ma quelli che eseguono condanne a morte sono assai di meno.

 

 

*: questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato. Dal 2009, Amnesty International ha deciso di non pubblicare la stima delle condanne a morte e delle esecuzioni in Cina, dove questi dati sono classificati come segreto di stato. Ogni anno, viene rinnovata la sfida alle autorità cinesi di rendere disponibili queste informazioni che si ritiene essere nell’ordine di migliaia, sia di esecuzioni che di condanne a morte.

 

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Altre notizie

Arabia Saudita – Un uomo che in Arabia Saudita era stato riconosciuto colpevole di omicidio è stato perdonato dal padre della vittima, Awad Suleiman Al-Amrani di Tabuk, il cui figlio era stato ucciso in una rissa quattro anni fa. Un perdono arrivato pochi minuti prima della sua esecuzione, la mattina del 24 maggio 2021. L’uomo non ha chiesto alcun ‘prezzo del sangue’ come risarcimento per la morte di suo figlio, per cui l’omicida verrà rilasciato. Quando la notizia del perdono si è diffusa sui social media, Al-Amrani è stato elogiato per il suo gesto di clemenza. In alcuni casi, le famiglie di vittime di omicidio hanno chiesto milioni di riyal in cambio del perdono dei responsabili. [Fonte: Arab News]

Bielorussia – Il 30 aprile il presidente Lukashenka ha accolto la richiesta di clemenza di Illya e Stanislau Kostseu, due fratelli di 21 e 19 anni che erano stati condannati a morte il 10 gennaio 2020 per aver ucciso un loro ex insegnante. In più di un quarto di secolo al potere, in una sola altra occasione Lukashenka aveva concesso la clemenza a un condannato alla pena capitale. La Bielorussia è l’unico Stato europeo ad applicare la pena capitale. Secondo le organizzazioni non governative locali, dal 1991 – anno dell’indipendenza – sono state eseguite circa 400 condanne a morte. [Fonte: Viasna]

Egitto – Wael Saad Tawadros, un monaco cristiano copto condannato per l’omicidio avvenuto nel 2018 dell’abate di un antico monastero nel deserto, è stato messo a morte nella prigione di Damanhour ad inizio maggio. Secondo le autorità, il monaco avrebbe confessato l’omicidio ma per Amnesty International il processo è stato viziato da sparizioni forzate e torture. L’organizzazione locale Stop the Death Penalty Egypt ha denunciato discrepanze, violazioni e confessioni ottenute sotto costrizione. Sale il numero delle esecuzioni in Egitto: solo il 26 aprile sarebbero stati impiccati 17 uomini nel complesso carcerario di Wadi Natrun. Erano stati condannati perché riconosciuti colpevoli di diversi omicidi commessi nel 2013 in un assalto contro una stazione di polizia. [Fonte: Middle East Eye]

Usa, Arizona – Dopo la decisione di rimettere in funzione la camera a gas, ha suscitato scalpore e indignazione la decisione dell’amministrazione penitenziaria dello Stato di ricorrere all’acido cianidrico ben noto durante la seconda guerra mondiale col nome di “Zyklon B.” perchè usato dai nazisti ad Auschwitz-Birkenau e in altri campi di sterminio durante la seconda guerra mondiale. La legge dell’Arizona prevede il ricorso alla camera a gas come sistema alternativo all’iniezione letale e secondo il Guardian sarebbero stati già stati individuati i due condannati a morte che potrebbero entrare per primi nella nuova camera a gas, entrambi colpevoli di omicidi compiuti oltre 30 anni fa: Frank Atwood, un uomo di 65 anni che uccise una ragazzina di 8 anni nel 1984, e Clarence Dixon, anche lui 65 anni condannato per l’assassinio di uno studente universitario nel 1978. [Fonte: The Guardian]

 

Brevi dal mondo

4 maggio – La Corte Suprema della Bielorussia ha respinto il ricorso presentato dal condannato a morte Viktar Skrundzik. Lo rendo noto il Centro per i Diritti Umani Viasna. Per il condannato ora non resta che l’esecuzione, a meno che non venga graziato dal presidente Aliaksandr Lukashenka. Skrundzik era stato condannato a morte il 6 marzo 2020, dopo che il tribunale regionale di Minsk aveva ritenuto lui e altri tre imputati della città di Sluck colpevoli di aver ucciso due uomini anziani e aver tentato di uccidere una donna di 85 anni. Gli altri imputati nel caso sono stati condannati a lunghe pene detentive. La condanna capitale era stata impugnata davanti alla Corte Suprema, che l’aveva revocata il 30 giugno 2020. Il caso era stato rinviato per un nuovo processo al tribunale regionale di Minsk. Ma lo scorso 15 gennaio, Skrundzik era stato nuovamente condannato a morte.

15 maggio – Trenta persone sono state condannate a morte nella Repubblica Democratica del Congo per il loro coinvolgimento nei violenti scontri con la polizia che hanno segnato il 13 maggio scorso la fine del Ramadan nella capitale Kinshasa. Il processo si è tenuto il giorno dopo e il verdetto è stato pronunciato il 15 maggio. Un avvocato delle parti civili, Chief Tshipamba, ha confermato le condanne per una serie di accuse quali associazione criminale, ribellione, aggressione e percosse. La Repubblica Democratica del Congo non esegue condanne a morte da quando è stata introdotta una moratoria nel 2003. Da allora, le condanne a morte sono state commutate in ergastolo.

16 maggio – Un ragazzo di circa 22 anni, identificato come Jamal Mohammadi, è stato messo a morte nella prigione centrale di Ilam, in Iran. Lo denuncia Iran Human Rights. Jamal, secondo l’agenzia di stampa HRANA, era stato condannato per l’omicidio del suo superiore durante il servizio militare obbligatorio. “Circa un anno e nove mesi fa – ha raccontato una fonte a Iran Human Rights – il suo comandante lo aveva maltrattato e Jamal l’aveva ucciso durante una lite. La sua famiglia aveva incaricato i leader della comunità e gli anziani di cercare il perdono della famiglia della vittima, ma la famiglia ha rifiutato”.

19 maggio – Xiang Hui è stata condannata a morte in Cina dopo che il Tribunale di Changsha, capoluogo della provincia dell’Hunan, l’ha riconosciuta colpevole dell’omicidio di una giudice dell’Alta Corte del Popolo dell’Hunan, commesso all’inizio di quest’anno. Secondo il Tribunale, Xiang avrebbe deciso di uccidere la giudice dopo che quest’ultima si era rifiutata di forzare la legge e di pronunciarsi in suo favore in una causa di lavoro. “Il suo crimine merita la punizione più dura perché la modalità dell’uccisione è stata estremamente crudele”, si legge nella sentenza. Xiang avrebbe aggredito la giudice pugnalandola più volte alla testa e al collo e facendola morire dissanguata.

23 maggio – Kobra Fatemi, 41 anni, è stata impiccata nella prigione di Yazd, in Iran. È la 117esima donna messa a morte durante la presidenza di Hassan Rouhani. Kobra si trovava in carcere dal 2015 con l’accusa di aver ucciso il marito. La famiglia della vittima aveva accettato di ricevere il ‘diya’, un risarcimento in denaro, ma lo zio della vittima non ha accettato e ha chiesto l’esecuzione. Il Comitato delle Donne del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana ha sottolineato che molte delle donne messe a morte in Iran sono in realtà vittime di violenza domestica che hanno agito per legittima difesa.

 

Buone Notizie

Usa/1 – ll 3 maggio 2021 la Corte degli appelli dello stato dell’Oklahoma ha annullato le condanne a morte di Benjamin Cole e James Ryder, due nativi cherokee che erano stati giudicati colpevoli di omicidio. La corte ha accolto un ricorso basato sulla sentenza della Corte suprema federale McGirt v. Oklahoma, che aveva stabilito che sui reati commessi da membri delle tribù native all’interno dei confini storici delle nazioni native la competenza giurisdizionale è dei tribunali locali.

Usa/2 – Il 4 maggio 2021 un giudice dello stato della Pennsylvania ha annullato la condanna a morte di Patrick Stollar, emessa nel 2007 per omicidio, poiché la giuria non era stata informata che l’assenza di precedenti penali era considerata, secondo le leggi dello stato, una circostanza attenuante e dunque un motivo per salvare la vita dell’imputato.

Usa/3 – Il 20 maggio 2021 il Comitato per la grazia dello stato dell’Idaho ha sospeso l’esecuzione, prevista il 2 giugno, di Gerald Ross Pizzuto, malato terminale di cancro. Lo stesso comitato potrà così esaminare la richiesta di commutazione della pena avanzata dai legali di Pizzuto.

 

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