Yemen, le drammatiche testimonianze da Hodeidah

14 Novembre 2018

© UNICEF/Abdulhaleem

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Poco prima di mezzogiorno dell’11 novembre aerei ed elicotteri della Coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno attaccato il centro della città yemenita di Hodeidah, colpendo obiettivi nei pressi dell’università e dell’ospedale al-Thawra.

Nei giorni precedenti, Amnesty International aveva accusato le forze huthi di aver collocato propri combattenti sul tetto dell’ospedale e di aver chiuso alcune strade di accesso alla struttura dichiarandole “zone militari”. L’organizzazione per i diritti umani aveva ammonito la Coalizione a non considerare questo un motivo valido per ritenere l’ospedale un obiettivo legittimo: posizionare combattenti e armi in una struttura civile è un crimine di guerra, attaccarla è a sua volta un crimine di guerra.

Il bombardamento intorno all’ospedale al-Thawra è durato circa un’ora. Inizialmente, il personale medico e i pazienti non si sono preoccupati, perché dal rumore delle esplosioni sembrava che i colpi fossero lontani.

Ma cinque minuti prima di mezzogiorno, le esplosioni si sono fatte più vicine e per la prima volta ho sentito la reazione della contraerea. Sono corso nell’astanteria. Da lì vedevo le schegge venire giù come pioggia sull’ingresso del pronto soccorso”, ha raccontato ad Amnesty International un operatore sanitario.

Chi delle centinaia di persone presenti nell’ospedale era in grado di farlo ha iniziato ad abbandonare la struttura dirigendosi verso il porto e l’università. Ma anche questa, a sua volta occupata da combattenti huthi, era sotto attacco.

Ho visto una paziente scappare con un’altra paziente in braccio, potevano essere madre e figlia. La madre era pelle e ossa, palesemente malnutrita, ma riusciva a portare una ragazza di una quindicina di anni, in lacrime. Credo fosse stata operata o stesse per esserlo dato che indossava il camice operatorio”.

Un altro uomo correva come poteva tenendo in mano il catetere e la sacca piena di urina. C’erano pure dei bambini, una decina, che correvano terrorizzati”.

L’operatore sanitario è rientrato all’interno della struttura intorno all’una del pomeriggio, quando la situazione si è calmata.

Come ha confermato un portavoce dell’ospedale all’agenzia Reuters, durante l’attacco i reparti natalità e terapia intensiva così come i medici e gli infermieri della sala emergenze sono rimasti all’interno continuando a lavorare come potevano.

Dopo l’attacco, un funzionario dell’Organizzazione mondiale della sanità ha denunciato su Twitter che “l’ospedale aveva un’utenza di 1500 persone al giorno ma ora è quasi inaccessibile”.

L’ospedale al-Thawra è l’unica struttura pubblica di Hodeidah ed è dunque l’unica accessibile per chi non può affrontare le spese di un ricovero in uno degli ospedali privati.