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La crisi dei diritti umani che ha travolto il Venezuela negli ultimi anni ha sconvolto la vita di milioni di persone. Ecco cosa devi sapere.
L’inizio dei disordini in Venezuela può essere fatto risalire al 29 marzo 2017, quando la Corte suprema di giustizia, appoggiata dal presidente Nicolás Maduro, ha preso il controllo all’assemblea nazionale, dove l’opposizione deteneva la maggioranza. Questo abuso ha dato il via a numerose proteste che sono state represse dall’amministrazione di Maduro con uso illegale e sproporzionato della forza. Tra aprile e luglio 2017, più di 120 persone sono state uccise, circa 1.958 sono rimaste ferite e oltre 5.000 sono state arrestate durante le proteste di massa.
Nel 2018, secondo l’Osservatorio venezuelano del conflitto sociale, ci sono state 12.715 proteste in tutto il paese. Queste sono continuate nel 2019 dopo che il presidente dell’Assemblea nazionale, Juan Guaidó, ha invocato la continuazione delle manifestazioni di massa contro Maduro.
Il rapporto di Amnesty International “Notti di terrore” ha rivelato come le forze di sicurezza venezuelane e i gruppi armati civili, sostenuti dal governo, abbiano violentemente fatto irruzione nelle case della gente per intimidirli dal prendere parte a manifestazioni o qualsiasi altra forma di protesta.
Le autorità statali hanno intrapreso una politica sistematica di repressione durante la crisi, ma dagli ultimi riscontri sembra che le forme di repressione si stiano intensificando.
Nel rapporto “Questo non è modo di vivere”, Amnesty ha rivelato come le forze di sicurezza sostenute dal governo stiano usando la forza letale con l’intento di uccidere le persone più vulnerabili e socialmente escluse nel paese con il pretesto di “combattere la criminalità”.
All’inizio del 2019 ci sono state numerose segnalazioni di violazioni dei diritti umani contro i manifestanti, in particolare nelle aree povere più colpite dalla crisi e dove i gruppi armati di Maduro sono concentrati. Le organizzazioni venezuelane della società civile affermano che 41 persone sono morte durante le proteste di quest’anno.
Le autorità statali hanno fatto un ricorso improprio al sistema giudiziario per intimidire e maltrattare illegalmente coloro che hanno una opinione diversa dal governo. Secondo l’organizzazione venezuelana Foro Penal, 988 persone sono state arbitrariamente detenute tra il 21 e il 31 gennaio 2019. Tra i detenuti c’erano 137 bambini e adolescenti, di cui 10 ancora detenuti. Ci sono state anche denunce di tortura e altri maltrattamenti nei confronti dei detenuti. Foro Penal stima che il numero di persone attualmente detenute per motivi politici sia 942.
I manifestanti arrestati sono stati spesso processati in tribunali militari, in contrasto con il diritto internazionale. Hanno dovuto affrontare accuse come “associazione con l’intento di incitare alla ribellione” e “attaccare una guardia”, che sono accuse specificamente progettate per il personale militare. Questa è l’ennesima prova della determinazione delle autorità di mettere a tacere il dissenso.
Secondo le stime delle Nazioni Unite oltre tre milioni di persone sono fuggite dal Venezuela dal 2015. La maggioranza ha cercato rifugio in Brasile, Cile, Colombia, Ecuador e Perù. La maggior parte di queste persone ha denunciato l’impossibilità a curarsi e a nutrirsi come motivo di fuga dal paese. In altre parole, stanno fuggendo per salvarsi la vita. Amnesty International ha invitato i governi di tutta l’America Latina e i Caraibi a dare ai rifugiati venezuelani l’accesso ai processi di richiesta di asilo nei loro paesi.
Vi sono state numerose segnalazioni di violazioni del diritto alla libertà di espressione, inclusa la detenzione arbitraria e/o l’espulsione di almeno 19 operatori dei media, sia nazionali che non nazionali. Nel gennaio 2019, almeno 11 giornalisti sono stati detenuti in una sola settimana.
L’inflazione in Venezuela ha raggiunto lo sbalorditivo 1.698.4882% nel 2018, secondo l’Assemblea Nazionale. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) stima che nel 2019 il tasso annuo di inflazione raggiungerà il 10.000.000%. Nel frattempo, il salario minimo ufficiale in Venezuela è di 6 dollari americani al mese – e questo è il reddito di gran parte della popolazione. L’inevitabile risultato è che molte persone non possono permettersi i beni di prima necessità.
La carenza di forniture di base come cibo e medicine ha lasciato milioni di venezuelani in condizioni di vita allarmanti che stanno peggiorando ogni giorno. Le misure adottate dalle autorità statali hanno colpito i salari e i diritti dei lavoratori. Fino al 2013, le autorità venezuelane avevano compiuto grandi progressi in termini di diritti economici e sociali, ma questa tendenza è stata decisamente ribaltata negli ultimi anni.
Nicolás Maduro ha ripetutamente negato che il paese stia vivendo una crisi dei diritti umani. Ancora peggio, ha rifiutato di riconoscere la carenza di cibo e medicine. Le poche statistiche ufficiali pubbliche sul benessere della popolazione sono contraddette dalle relazioni di organismi indipendenti.
Poiché le autorità hanno negato queste carenze, non hanno accettato l’assistenza umanitaria internazionale che è stata più volte offerta. Ciò ha avuto un impatto catastrofico, in particolare sulle persone più vulnerabili.
Il 28 gennaio il governo degli Stati Uniti ha annunciato nuove misure per impedire alla compagnia petrolifera di stato venezuelana di esportare petrolio grezzo negli Stati Uniti, petrolio che una volta raffinato viene rivenduto al Venezuela. Avendo solo raffinerie antiquate, il Venezuela ha necessità di vendere e poi ricomprare il suo petrolio alle raffinerie statunitensi che sono le uniche, nel continente americano, in grado di trattare il greggio venezuelano.
Dato che l’economia venezuelana dipende fortemente dalle esportazioni di petrolio e che gli USA sono uno dei principali partner commerciali del Venezuela, è probabile che queste misure rendano la vita ancora più difficile per le persone che vivono nel paese.