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L’uccisione del giornalista dissidente saudita, Jamal Khashoggi, è solo l’ultima di una lunga serie di violazioni dei diritti umani che si aggiungono all’incredibile lista di quelle compiute in Arabia Saudita. Ecco dieci cose da sapere sul regno della crudeltà:
La coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha contribuito in modo significativo a una guerra che ha devastato lo Yemen negli ultimi tre anni e mezzo, uccidendo migliaia di civili, compresi i bambini, bombardando ospedali, scuole e case.
I nostri ricercatori hanno documentato ripetute violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi i crimini di guerra. Nonostante ciò, l’Italia e altri paesi come gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia continuano a fare affari lucrosi con i sauditi.
Da quando il principe ereditario Mohammed bin Salman è salito al potere, molti attivisti sono stati arrestati o condannati a lunghe pene detentive semplicemente per aver esercitato pacificamente il loro diritto alla libertà di espressione, associazione e assemblea.
Le autorità hanno preso di mira la piccola ma rumorosa comunità di difensori dei diritti umani, anche usando le leggi anti-terrorismo e contro il cyber-crimine per sopprimere il loro attivismo pacifico come strumento di opposizione alle violazioni dei diritti umani.
All’inizio del 2018, una serie di eminenti difensori dei diritti delle donne sono stati arrestati durante repressione messe in atto dal governo saudita. A maggio, Loujain al-Hathloul, Iman al-Nafjan e Aziza al-Yousef sono stati arrestati arbitrariamente. Dopo il loro arresto, il governo ha lanciato una campagna diffamatoria per screditarli come “traditori”. Ora rischiano una lunga pena detentiva.
L’Arabia Saudita emette ogni anno moltissime condanne a morte, spesso eseguite con macabre decapitazioni pubbliche. Riteniamo che la pena di morte violi il diritto alla vita e sia crudele, inumana e degradante. Inoltre, nonostante sia dimostrato come la condanna a morte non scoraggi le persone dal commettere reati, l’Arabia Saudita continua a emettere queste sentenze e a eseguirle, a seguito di processi gravemente iniqui.
Nel 2018, l’Arabia Saudita ha giustiziato 108 persone, quasi la metà delle quali per reati legati alla droga.
Le corti dell’Arabia Saudita continuano a imporre condanne di flagellazione come punizione per molti reati, spesso a seguito di processi iniqui. Raif Badawi è stato condannato a 1.000 frustate e 10 anni di carcere semplicemente per aver scritto un blog. Amputazioni e amputazioni incrociate, che invariabilmente costituiscono tortura, sono anche eseguite come punizione per alcuni crimini.
L'uccisione di Khashoggi è solo l'ultima di una lunga serie di violazioni dei diritti umani che si aggiungono all'incredibile lista di quelle compiute dal regno Saudita. Ecco dieci cose da sapere sul regno della crudeltà.
L’uso della tortura come strumento punitivo, e altri maltrattamenti da parte delle forze di sicurezza rimangono comuni e diffusi, mentre i responsabili non sono mai chiamati a giustificare i propri comportamenti di fronte alla giustizia.
Le donne e le ragazze sono discriminate e legalmente subordinate agli uomini in relazione al matrimonio, al divorzio, alla custodia dei figli, all’eredità e ad altri aspetti. Sotto il sistema di tutela, una donna non può prendere decisioni per conto proprio, bensì è un parente maschio a decidere tutto a suo nome.
I membri della minoranza sciita del Regno continuano a essere discriminati: limitato il loro accesso ai servizi pubblici e all’occupazione. Decine di attivisti sciiti sono stati condannati a morte o a lunghe pene detentive per la loro presunta partecipazione a proteste antigovernative nel 2011 e nel 2012.
È noto che le autorità saudite intraprendono azioni punitive, anche attraverso i tribunali, contro attivisti pacifici e familiari di vittime che per chiedere aiuto contattano organizzazioni indipendenti per i diritti umani, come la nostra, o diplomatici e giornalisti stranieri.
Dopo l’orribile uccisione di Jamal Khashoggi, abbiamo chiesto al Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres di istituire un’indagine indipendente delle Nazioni Unite sulle circostanze che hanno portato all’esecuzione extragiudiziale di Khashoggi, l’eventuale tortura e altri crimini e violazioni commessi al suo caso.