Indagata per terrorismo la direttrice di Amnesty Turchia

6 Luglio 2017

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Idil Eser, direttrice di Amnesty International Turchia, è oggetto di indagine, insieme ad altri sette attivisti per i diritti umani e a due formatori, per “appartenenza a un’organizzazione terroristica“.

Erano stati arrestati alle 10 di mattina del 5 luglio dalla polizia in un albergo dell’isola di Büyükada, al largo di Istanbul, mentre stavano prendendo parte a un corso di formazione.

Per oltre 28 ore – quattro in più rispetto a quanto consentito dalla legge turca – non hanno potuto contattare i loro avvocati e, sempre in contrasto con la normativa del paese, neanche i loro familiari.

L’assurdità delle accuse nei confronti di Idil Eser e delle altre nove persone rivela la natura estremamente grave dell’attacco portato ieri contro alcune delle più importanti organizzazioni della società civile turca“, ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.

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Le informazioni sulle 11 persone detenute

Le autorità hanno fornito informazioni solo alle 15 del 6 luglio.

Idil Eser è in stato d’arresto in una stazione di polizia di Maltepe, nella periferia di Istanbul, insieme a İlknur Üstün della Coalizione delle donne. Gli altri difensori dei diritti umani si trovano in altri tre luoghi di detenzione sempre nella zona di Istanbul. Gli avvocati hanno potuto incontrarli nel pomeriggio del 6 luglio.

Lo stato d’emergenza in vigore dopo il fallito tentativo di colpo di stato consente la detenzione preventiva per sette giorni rinnovabili di altri sette su richiesta del procuratore.

Oltre a Idil Eser e a İlknur Üstün, gli altri sei difensori dei diritti umani agli arresti sono:  Günal Kurşun, avvocato dell’Associazione Agenda per i diritti umani; Nalan Erkem, avvocata, dell’Assemblea dei cittadini; Nejat Taştan, dell’Associazione osservatorio sull’uguaglianza dei diritti; Özlem Dalkıran, dell’Assemblea dei cittadini; Şeyhmuz Özbekli, avvocato; e Veli Acu, dell’Associazione Agenda per i diritti umani.

I due formatori stranieri, di nazionalità tedesca e svedese, sono ancora trattenuti sull’isola di  Büyükada e hanno avuto accesso a un avvocato.

Un mese fa l’arreso del direttore Taner Kılıç

Amnesty International TurchiaL’arresto della direttrice di Amnesty International Turchia segue di poche settimane il rinvio a giudizio anch’esso immotivato del direttore Taner Kılıç.

Il presidente di Amnesty International Turchia è accusato insieme a ad altri 22 avvocati per il sospetto di avere legami col movimento di Fethullah Gülen, il 9 giugno è stato incriminato per appartenenza alla “Organizzazione terroristica Fethullah Gülen” e posto in detenzione in attesa del processo.

Per la prima volta nella sua storia, il presidente e la direttrice di Amnesty International in un paese sono entrambi dietro le sbarre – ha sottolineato Shetty –. Devono essere rilasciati, insieme a tutti gli altri difensori dei diritti umani in prigione, immediatamente e senza alcuna condizione“.

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La repressione delle opposizioni dopo il fallito colpo di stato del 2016

L’attacco ai difensori dei diritti umani si colloca nel contesto della crescente repressione dei diritti umani decisa dalle autorità turche dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016.

Decine di migliaia di impiegati del settore pubblico sono stati licenziati, centinaia di giornalisti e altri operatori dell’informazione sono finiti in carcere e centinaia di organi d’informazione e di organismi non governativi sono stati chiusi.

Se qualcuno avesse avuto ancora dubbi sull’esito della repressione successiva al tentato colpo di stato di un anno fa, oggi dovrebbe averli fugati. Nella Turchia di Erdoğan non c’è alcuna società civile, alcuna critica e alcuna possibilità di chiamare il potere a rispondere del suo operato. Se i leader mondiali riuniti nel vertice dei G-20 non prenderanno subito le difese della società civile turca sotto attacco, non resterà più niente da fare alla successiva riunione“, ha concluso Shetty.