Iran: a rischio esecuzione decine persone, firma l’appello

20 Gennaio 2023

©Francesca Maceroni

Tempo di lettura stimato: 2'

Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte. Per restare aggiornato iscriviti alla newsletter. Per consultare i numeri precedenti clicca qui.

Decine di persone, tra cui tre minorenni, rischiano l’esecuzione in relazione alle proteste in corso in Iran. Le autorità iraniane non hanno rivelato l’identità delle persone condannate a morte, Amnesty International però ha ottenuto informazioni confermando i nomi di 10 di queste.

Le condanne vengono comminate al termine di processi iniqui durante i quali viene negata la presunzione di innocenza e preclusa la possibilità di essere difesi da un avvocato di propria scelta e di avere un processo giusto e pubblico. Secondo fonti attendibili, numerosi imputati sono stati torturati e le loro “confessioni”, estorte con la tortura, sono state usate come prove nel corso dei processi.

I canali televisivi di stato hanno mandato in onda le “confessioni” forzate di almeno nove imputati, prima dei loro processi. Amnesty International teme che il numero delle persone che rischiano l’esecuzione sia più elevato, considerate le migliaia di rinvii a giudizio disposti finora. Il timore di imminenti esecuzioni è accresciuto dalle richieste da parte del parlamento e di altre istituzioni dell’Iran di avere processi rapidi ed esecuzioni pubbliche. Fermiamo le esecuzioni!

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cifre

I dati sulla pena di morte nel 2022

In totale 143 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica: 112 Stati l’hanno abolita per ogni reato; 7 Stati l’hanno abolita salvo che per reati eccezionali, quali quelli commessi in tempo di guerra; 24 Stati sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte; 56 Stati mantengono in vigore la pena capitale, ma quelli che eseguono condanne a morte sono assai di meno.

 

 

*: questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato. Dal 2009, Amnesty International ha deciso di non pubblicare la stima delle condanne a morte e delle esecuzioni in Cina, dove questi dati sono classificati come segreto di stato. Ogni anno, viene rinnovata la sfida alle autorità cinesi di rendere disponibili queste informazioni che si ritiene essere nell’ordine di migliaia, sia di esecuzioni che di condanne a morte.

 

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Altre notizie

Arabia Saudita – Il docente universitario Awad al-Qarni, uno dei più antichi critici di Mohamed bin Salman, uomo forte del regno saudita, rischia la pena di morte per aver espresso le sue opinioni su Twitter. Awad Al-Qarni, 65 anni, è stato arrestato nel settembre 2017, ed è stato ritratto nei media controllati dal regime di Riad come un pericoloso predicatore. Per i dissidenti, si tratta di un intellettuale importante e stimato con un forte seguito sui social media, inclusi 2 milioni di follower su Twitter. Secondo documenti visionati dal quotidiano inglese The Guardian, l’uomo avrebbe “ammesso” di aver partecipato a una chat di WhatsApp per condividere “le proprie opinioni” considerate dal regime “ostili” nei confronti del Regno, inoltre è stato accusato di aver partecipato a un video in cui elogiava i Fratelli Musulmani. I pubblici ministeri sauditi hanno chiesto la pena di morte per Al-Qarni, tuttavia il tribunale deve ancora emettere una sentenza formale. (fonte: The Guardian)

Corea del Nord – Tre adolescenti sono stati fucilati in pubblico lo scorso ottobre, hanno riferito a Radio Free Asia due fonti che hanno assistito alle esecuzioni. Dei tre ragazzi, che avevano 16 o 17 anni, due sono stati condannati per aver guardato e distribuito film sudcoreani e uno per aver ucciso la propria matrigna. “Le autorità hanno detto: ‘Coloro che guardano o distribuiscono film e commedie sudcoreane e coloro che sconvolgono l’ordine sociale uccidendo altre persone, non saranno perdonati e saranno condannati alla pena di morte'”, ha dichiarato un residente della città di Hyesan, al confine con la Cina. La popolazione locale è stata costretta ad assistere alle esecuzioni che sarebbero avvenute in un aeroporto della città. “I residenti di Hyesan si sono riuniti in gruppo sulla pista”, ha raccontato un testimone a Radio Free Asia, “dei funzionari hanno messo i tre studenti adolescenti davanti al pubblico, li hanno condannati a morte e li hanno immediatamente fucilati”. Le esecuzioni dei tre adolescenti sono avvenute circa una settimana dopo le riunioni tenute dalle autorità per avvisare la gente che le punizioni sarebbero state dure sui reati riguardanti i media stranieri, in particolare quelli della Corea del Sud. (fonte: Radio Free Asia)

Iran – Alireza Akbari, 61 anni, ex viceministro della Difesa con doppia nazionalità iraniano-britannica, è stato impiccato il 14 gennaio dopo essere stato condannato a morte dalle autorità di Teheran per spionaggio per conto dell’MI6, il servizio di intelligence britannico. A darne notizia l’agenzia Mizan, organo di stampa della magistratura iraniana. In un file audio ottenuto da Bbc Persia, il condannato a morte aveva negato con forza le accuse, sostenendo di essere stato torturato, drogato e interrogato per più di 10 mesi per estorcergli false confessioni. Il fratello di Akbari, Mehdi, ha riferito ai media internazionali che Alireza era uno dei consiglieri dei negoziati sul nucleare ed era stato invitato in Iran direttamente dal generale Ali Shamkhan, segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale dell’Iran. Il Regno Unito aveva moltiplicato gli appelli per salvargli la vita e offerto l’assistenza diplomatica. Ma l’Iran non riconosce la doppia cittadinanza. (fonte: agenzie di stampa)

Usa – Elwood Jones, 70 anni, rinchiuso nel braccio della morte dell’Ohio da più di 27 anni, è stato rilasciato il 14 gennaio dopo che una sentenza ha stabilito che non gli è stato garantito il diritto a un processo equo. Dal momento dell’arresto Jones ha sempre dichiarato di non essere l’autore dell’omicidio di Rhoda Nathan trovata morta, il 3 settembre 1994, in una camera d’albergo dove l’uomo lavorava. Già il mese scorso la giudice Wende Cross aveva disposto l’apertura di un nuovo processo dopo aver stabilito che i pubblici ministeri avevano nascosto prove cruciali nel corso del procedimento. “Il vero colpevole non è mai stato accusato. Il vero colpevole non è mai stato condannato”, ha detto Jay Clark che, insieme all’avvocato David Hine, ha difeso Jones pro bono. «Per 27 anni ha sostenuto la sua innocenza e si è battuto per un nuovo processo». La complessità del caso di Jones e le prove contro di lui hanno suscitato per anni l’attenzione dei media nazionali e locali, inclusi i giornalisti di Enquirer che hanno riesaminato il suo caso l’anno scorso nella quarta stagione del podcast ‘Accused’. (pagina Facebook del Coordinamento Pena di Morte di Amnesty International Italia)

Usa – Continua il lento declino della pena di morte come rivela il consueto rapporto annuale sulla pena capitale negli USA del Death Penalty Information Center (DPIC). Sebbene 27 Stati tecnicamente prevedano ancora la punizione definitiva, in pratica solo sei – Alabama, Arizona, Oklahoma, Mississippi, Missouri e Texas – hanno ucciso prigionieri quest’anno. I numeri di 18 esecuzioni portate a termine nel 2022 e di 22 nuove condanne a morte sono tra i più bassi mai registrati dal 1991. Ma forse, più drammaticamente di ogni altra cosa, sono altri gli elementi che mostrano ancora una volta il fallimento della pena capitale. Il 35% dei 20 tentativi di esecuzione effettuati hanno conosciuto intoppi significativi nelle procedure (incompetenza del personale incaricato, mancato rispetto dei protocolli o difetti nei protocolli stessi) causando sofferenza nei condannati. La stragrande maggioranza delle persone messe a morte erano vulnerabili: otto avevano gravi malattie mentali, cinque erano intellettualmente disabili, 12 avevano storie di infanzia traumatica e tre sono stati uccisi per crimini commessi da adolescenti. Resta alto il rischio che vengano messi a morte degli innocenti, come dimostra il proscioglimento di due prigionieri nel braccio della morte, Samuel Randolph in Pennsylvania e Marilyn Mulero in Illinois. Secondo il conteggio del DPIC, sono 190 i prigionieri nel braccio della morte prosciolti dal 1973. (pagina Facebook del Coordinamento Pena di Morte di Amnesty Internatioanl Italia)

 

Brevi dal mondo

7 dicembre 2022 – Il Parlamento della Bielorussia ha approvato in prima lettura un progetto di legge che propone, tra le altre cose, di introdurre la pena di morte per “tradimento nei confronti dello Stato” per i funzionari e i militari. Il provvedimento, riporta l’agenzia di stampa ufficiale Belta, si aggiunge ad un’altra riforma adottata anch’essa quest’anno per punire i reati di terrorismo con la pena di morte. Il partito al governo ha difeso queste modifiche sostenendo la necessità di inasprire le pene e promuovere la deterrenza contro possibili attività estremiste, in un contesto particolarmente teso a causa del riavvicinamento con la Russia e della guerra in Ucraina. La Bielorussia rimane l’ultimo paese in Europa e in Asia centrale ad applicare la pena di morte.

15 dicembre 2022 – Un tribunale islamico nel nord della Nigeria ha condannato a morte per blasfemia lo sceicco Abduljabbar Nasiru Kabara, un noto imam sufi. Secondo la corte nei suoi sermoni ha mal interpretato alcuni testi religiosi facendo apparire il profeta Maometto in cattiva luce. Si tratta di un raro caso di pena capitale nei confronti di un alto religioso islamico. L’imam, arrestato a febbraio 2021, ha da tempo rapporti difficili con alcuni religiosi radicali sunniti nel nord della Nigeria dove viene applicata la sharia. Alla base dei cattivi rapporti c’è il suo approccio revisionista alla storia e alla teologia islamiche, secondo lui piene di miti, bugie e distorsioni. E’ il terzo esponente sufi a essere condannato a morte a Kano negli ultimi anni, dopo il cantante Yahaya Aminu Sharif e il religioso Abdul Nyass.

16 dicembre 2022 – La Corte di Cassazione libanese ha confermato la condanna a morte di Tariq Houshieh, un autista Uber riconosciuto colpevole di aver ucciso Rebecca Dykes, una cittadina britannica che lavorava per l’ambasciata del Regno Unito a Beirut cinque anni fa. Dykes, che lavorava per il Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale, fu trovata morta il 16 dicembre 2017, sul ciglio di una strada, strangolata e con segni di violenza sessuale. Houshieh fu arrestato alcuni giorni dopo. L’omicidio aveva scosso la comunità degli stranieri residenti a Beirut, dove tali crimini sono rari e gli stranieri generalmente si sentono al sicuro. Houshieh era stato condannato a morte nel 2019, sebbene in Libano vi sia una moratoria de facto sulla pena capitale. L’ultima esecuzione risale al 2004.

20 dicembre 2022 – L’Assemblea Nazionale pakistana ha approvato il “Disegno di Legge sul Controllo delle Sostanze Stupefacenti (Emendamento), 2022”, che abolisce la pena di morte per traffico illecito di stupefacenti e droghe psicotrope. Il Ministro della Legge federale, Azam Nazeer Tarar, che ha proposto l’emendamento, temeva l’abuso della pena di morte nei casi di droga e ne ha chiesto pertanto l’abolizione per questo tipo di reati. Nel settembre 2022, il Presidente del Pakistan, Arif Alvi, aveva approvato un emendamento alla Legge, consentendo la condanna a morte o l’ergastolo per i trafficanti di droga e nel caso di possesso di eroina o morfina in quantità pari o superiore a 6 chili.

5 gennaio 2023 – I ribelli Houthi hanno emesso nello Yemen 350 condanne a morte da quando nel 2014 hanno preso il potere con un colpo di stato. Lo ha dichiarato il ministro dell’Informazione, Cultura e Turismo del governo yemenita Muammar al-Iryani all’agenzia di stampa ufficiale SABA. Il ministro ha sottolineato che gli Houthi hanno utilizzato il sistema giudiziario come un brutale strumento per terrorizzare i loro oppositori e regolare i conti con i loro avversari politici, ricordando che alcune delle condanne a morte sono già state eseguite. Il Ministero per i Diritti Umani e Affari Legali dello Yemen ha comunicato nei giorni scorsi che il tribunale penale Houthi ha approvato l’esecuzione di sei persone condannate per odio etnico e coinvolgimento in atti terroristici nella provincia di Sana’a.

10 gennaio 2023 – Robert Fratta, 65 anni, è stato messo a morte in Texas con iniezione letale nel penitenziario di Huntsville. L’uomo, ex agente di polizia, era stato condannato alla pena capitale per aver ingaggiato due persone per uccidere l’ex moglie, Farah, nel novembre 1994, nel pieno di una controversa battaglia per il divorzio.

12 gennaio 2023 – Scott Eizember, 62 anni, è stato messo a morte tramite iniezione letale dallo Stato dell’Oklahoma. L’uomo era stato condannato per gli omicidi di A.J. Cantrell e della moglie Patsy, avvenuti nell’ottobre 2003. Quella di Eizember è la prima di undici esecuzioni previste in Oklahoma per il 2023 e il proseguimento di una serie di condanne a morte eseguite e programmate nel periodo che va da agosto 2022 a dicembre 2024 con cui le autorità intendono mettere a morte 25 prigionieri, il 58% dei detenuti presenti nel braccio della morte dello Stato. Tra gli undici condannati a morte, la cui data è stata fissata nel 2023, ci sono diversi detenuti con gravi malattie mentali, disabilità intellettive e/o danni cerebrali. La prossima esecuzione, quella di Richard Glossip, è prevista per il 16 febbraio.

 

Buone Notizie

Kenya – Il 10 gennaio 2023 il giudice di un tribunale d’appello ha commutato in 15 anni di carcere le condanne a morte inflitte nel 2016 a due uomini giudicati colpevoli di omicidio.

Nigeria – Il 31 dicembre 2022 il governatore Oluwarotimi Akeredolu dello stato nigeriano di Ondo ha commutato in ergastolo le condanne capitali di sette detenuti, oltre a liberare altre sette persone che scontavano varie pene detentive, nell’ambito delle celebrazioni per il nuovo anno.

Usa – Il 7 dicembre 2022 un giudice dello stato dell’Ohio ha annullato la condanna a morte di Gregory Esparza, giudicato colpevole nel 1984 di una rapina a mano armata terminata con un omicidio. Il giudice ha rilevato che nel processo di primo grado la pubblica accusa aveva occultato materiale di prova in favore dell’imputato.

Usa – Il 14 dicembre 2022 la governatrice dell’Oregon, Kate Brown, ha annunciato la commutazione in ergastolo in favore di tutti i 17 condannati a morte nelle prigioni dello Stato. La motivazione? “La pena di morte è immorale”, ha detto la Brown che, in un gesto altamente simbolico, ha anche ordinato lo smantellamento della camera della morte. In gennaio la Brown cederà il posto a un’altra Dem, Tina Kotek, anche lei contraria alla pena di morte per ragioni religiose.

Usa – Il 5 gennaio 2023 il governatore del Tennessee Bill Lee ha sospeso tutte le esecuzioni in programma. Un mese prima un rapporto indipendente aveva rivelato che dal 2018, anno della ripresa delle esecuzioni, il protocollo sull’uso dell’iniezione letale era stato ripetutamente violato rispetto alla conservazione, alla preparazione e alla verifica dell’efficacia dei medicinali.

Usa – Il 10 gennaio 2023 la Corte suprema federale ha ordinato alla Corte degli appelli del Texas di rivedere la decisione di mettere a morte in uomo, Areli Escobar, condannato per omicidio nel 2011 grazie a prove “scientificamente non credibili”, ottenute mediante test del Dna eseguiti da un laboratorio di analisi che in seguito venne chiuso poiché seguiva procedure non adeguate.

 

 

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