La disperazione della Siria, ferita due volte

10 Febbraio 2023

Hatay, Turchia - Foto di Burak Kara/Getty Images

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Disperata. Questa è la parola che meglio descrive la situazione umanitaria nel nordovest della Siria fino al 6 febbraio 2023. 

Quel giorno un primo terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito la Turchia e la Siria, devastando luoghi e comunità già gravemente ferite da guerre e conflitti di lungo corso. La furia della terra non ha fatto distinzioni di sorta e ha raso al suolo case, strade, campi di rifugiati, e ucciso migliaia di persone.

Un bilancio che si sta aggravando di ora in ora e che ha reso subito chiaro quanto sarebbe stato difficile far arrivare gli aiuti presto e a tutti

Ecco come si presentava la situazione umanitaria nel nord ovest della Siria prima di subire gli effetti di uno degli eventi naturali più catastrofici degli ultimi anni.

 

La situazione umanitaria nella Siria nordoccidentale

Dopo 12 anni di guerra, questa regione è controllata in parte dal governo di Bashar al-Assad, in parte dall’opposizione, in parte dai consigli locali curdi affiliati all’Amministrazione autonoma del Nord e dell’Est della Siria (Aneas, chiamata anche Rojava). 

“L’acqua manca costantemente. Le autobotti comunali sono vuote.”, testimonianza di una sfollata di Idlib che vive da tre anni in una tenda con il marito e 5 figli.

Il governo di Damasco ha reso sempre più difficile l’arrivo degli aiuti umanitari nelle aree che non erano sotto il suo controllo. Nel 2014 è stato istituito un meccanismo delle Nazioni Unite per far pervenire aiuti ai quattro milioni di siriani (per lo più sfollati interni) che risiedono nella zona controllata dai ribelli. Questo meccanismo che consentiva l’arrivo di acqua, cibo, beni di prima necessità è stato rinnovato il 9 gennaio 2023 per altri sei mesi e solo per uno dei quattro corridoi iniziali. Ne è rimasto aperto solo uno solo, quello di Bab-al Hawa. Si continua a negoziare per la riapertura degli altri.

 

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, il 90% delle persone che risiedono qui dipendono totalmente da questi aiuti. Da sei anni, un milione e mezzo di persone vive in tende minuscole che non isolano minimamente dal freddo e dal caldo. L’acqua, quando arriva, è meno della metà della quantità necessaria e sono pochissime le latrine funzionanti.

cifre

 

Le sanzioni degli Stati Uniti e dell’Unione europea nelle zone controllate dal governo

Dall’inizio della guerra civile, la Siria è soggetta a sanzioni da parte del governo statunitense e dell’Unione europea. Sanzioni confermate anche di fronte alle macerie del terremoto, nonostante da più parti (in Italia, dalla Comunità di Sant’Egidio) se ne chieda la revoca o almeno la sospensione. Il governo di Bashar al-Assad può contare sugli aiuti dei paesi alleati come l’Iran e la Russia, ma la grave crisi economica e la situazione umanitaria generale rappresentano un indiscutibile ostacolo per l’arrivo degli aiuti. Almeno nelle zone colpite dal terremoto sotto il controllo del governo. Non c’è speranza che, anche in caso della rimozione delle sanzioni, gli aiuti diretti al governo possano arrivare nelle zone del paese che non sono sotto il suo controllo.

 

Foto di Rami al SAYED / AFP

 

Le zone curde della Siria sotto assedio

A gennaio avevamo denunciato ancora una volta la gravità della situazione umanitaria nelle aree a maggioranza curda della parte settentrionale della regione di Aleppo a causa del blocco imposto dal governo siriano a partire dall’agosto 2022. L’assedio è stato posto in coincidenza con l’inizio dei colloqui per normalizzare le relazioni diplomatiche tra Siria e Turchia, entrambe contrarie all’Aanes.
Il diritto internazionale umanitario vieta la riduzione alla fame della popolazione civile come tattica di guerra, ma è proprio questo che il governo siriano e i suoi alleati hanno fatto in tante città, non soltanto nel nord ovest. Decine di migliaia di civili non avevano accesso ad aiuti e a carburante a sufficienza, mentre le scorte di medicinali erano sempre più scarse. L’elettricità a gennaio era erogata solo due ore al giorno con le conseguenze che si possono immaginare sui servizi essenziali come gli ospedali. Tutto questo senza contare gli attacchi deliberati contro le popolazioni affamate.

 

 

La comunità internazionale e il governo siriano facciano presto

Le conseguenze dei terremoti del 6 e 7 febbraio sono ancora in corso di valutazione. Si parla di una delle catastrofi naturali più gravi degli ultimi anni. Questa devastazione si è andata ad aggiungere ad altre precedenti, provocate dagli uomini.

La situazione si evolve di ora in ora e questo è il momento di unire le forze e salvare più persone possibili. Anche dopo questa tragedia, continueremo a vigilare sul rispetto dei diritti fondamentali di tutte le persone, indagando e denunciando le violazioni dei diritti umani. Verificheremo che gli aiuti siano distribuiti a tutte le persone senza discriminazioni.