L’occupazione israeliana: 50 anni di espropriazione

7 Giugno 2017

Oren Ziv / Getty Image

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Per mezzo secolo, l’occupazione israeliana della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme est, e della Striscia di Gaza, ha dato luogo a sistematiche violazioni dei diritti umani ai danni dei palestinesi.

Dal 1967, anno d’inizio dell’occupazione, le spietate politiche israeliane di confisca delle terre, costruzione degli insediamenti ed espropri, unite alla dilagante discriminazione, hanno inflitto immense sofferenze ai palestinesi, privandoli dei loro diritti fondamentali.

“Per decenni il mondo è rimasto a guardare, mentre Israele distruggeva le case dei palestinesi e depredava le loro terre e risorse naturali a scopo di profitto. Mentre 50 anni di politiche abusive impedivano lo sviluppo dell’economia palestinese, negli insediamenti prosperava una multimilionaria attività imprenditoriale basata sulla sistematica oppressione dei palestinesi – ha dichiarato in una nota ufficiale Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International –. Cinquant’anni dopo, limitarsi a condannare l’espansione degli insediamenti israeliani non basta più. Gli stati devono prendere misure concrete a livello internazionale per cessare di finanziare gli insediamenti che, loro stessi, violano clamorosamente il diritto internazionale e costituiscono crimini di guerra”.

Vogliamo che i governi smettano di favorire un’economia che fa sviluppare gli insediamenti illegali e alimenta la sofferenza dei palestinesi. Tu puoi aiutarci.

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Il controllo militare israeliano incide su ogni aspetto della vita quotidiana nei Territori palestinesi occupati e continua a determinare se, dove e come i palestinesi possano andare al lavoro o a scuola, viaggiare all’estero, visitare i loro familiari, guadagnarsi da vivere, prendere parte a una manifestazione, entrare nei loro terreni e persino avere luce elettrica e acqua.

Questo vuol dire umiliazione, paura e oppressione ogni giorno. La loro vita intera è effettivamente in ostaggio di Israele.

Israele ha inoltre adottato un complesso sistema di leggi militari atte a stroncare il dissenso nei confronti delle sue politici, alti rappresentanti del governo chiamano “traditori” gli israeliani che chiedono il rispetto dei diritti dei palestinesi.

Occupazione israeliana: gli insediamenti illegali

La politica israeliana di costruire ed espandere gli insediamenti illegali sulla terra palestinese occupata è una delle principali cause delle violazioni di massa dei diritti umani derivanti dall’occupazione. Negli ultimi 50 anni, Israele ha demolito decine di migliaia di proprietà palestinesi e sfollato ampi gruppi di popolazione allo scopo di costruire abitazioni e infrastrutture destinate a insediare illegalmente la sua stessa popolazione nei territori occupati. Israele ha anche dirottato a beneficio degli insediamenti le risorse naturali palestinesi come l’acqua e i terreni agricoli.

L’esistenza stessa degli insediamenti nei Territori palestinesi occupati viola il diritto internazionale umanitario e costituisce un crimine di guerra. Nonostante una serie di risoluzioni delle Nazioni Unite, Israele ha continuato ad appropriarsi di terre palestinesi e sostiene la presenza di almeno 600.000 coloni residenti nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est. Fino al 2005 oltre 9000 coloni israeliani risiedevano illegalmente nella Striscia di Gaza.

Negli ultimi mesi Israele ha accelerato l’espansione e il sostegno degli insediamenti, annunciando la pianificazione di migliaia di nuove abitazioni in quelli già esistenti, e di due nuovi insediamenti nella Cisgiordania occupata.

Oltre ad aver costruito illegalmente abitazioni e infrastrutture sulla terra palestinese, Israele e il commercio internazionale con gli insediamenti hanno dato luogo a una prospera economia che ne sostiene la presenza e l’espansione. Questa “economia degli insediamenti” si regge sull’appropriazione illegale delle risorse palestinesi, come l’acqua, la terra e i minerali, per produrre beni che sono esportati e venduti per profitto privato. Ogni anno vengono esportati beni prodotti negli insediamenti per un valore di centinaia di milioni di dollari.

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L’appello

Chiedi ora al nostro governo di vietare l’ingresso dei beni prodotti negli insediamenti israeliani e di impedire alle aziende del tuo paese di operare negli insediamenti o di commerciare i loro prodotti. In questo modo, contribuirai a porre fine al ciclo di violazioni subite dai palestinesi che vivono sotto l’occupazione israeliana.

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Israele/Territori occupati: una richiesta agli stati per porre fine agli insediamenti illegali israeliani

Il documento ufficiale prodotto da Amnesty International, scaricalo ora.