Necessario il rinnovo degli aiuti transfrontalieri Onu verso il nordovest della Siria

6 Luglio 2023

Hatay, Turchia - Foto di Burak Kara/Getty Images

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Amnesty International ha sollecitato il Consiglio di sicurezza ad autorizzare, prima della scadenza del 10 luglio, il rinnovo per almeno un anno del meccanismo delle Nazioni Unite che fornisce assistenza umanitaria, attraverso la Turchia, a quattro milioni di persone che, nel nordovest della Siria, dipendono da quegli aiuti per accedere ad acqua, cibo, alloggi e servizi sanitari.

Gli operatori umanitari hanno fatto presente ad Amnesty International che il mancato rinnovo avrebbe un impatto devastante su una regione già sconvolta dai terremoti di febbraio.

“La cinica politicizzazione dell’assistenza transfrontaliera delle Nazioni Unite ha già limitato ampiezza e durata del meccanismo, che dal 2020 può contare su un solo posto di frontiera per il passaggio degli aiuti”, ha dichiarato Aya Maizoub, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

“Qualora il Consiglio di sicurezza votasse contro il rinnovo, l’Assemblea generale dovrebbe affermare la necessità della fornitura di aiuti attraverso la frontiera, del tutto legale anche in assenza di una risoluzione del Consiglio di sicurezza o del consenso del governo siriano”, ha aggiunto Maizoub.

Da quando, nel 2014, gruppi dell’opposizione armata hanno preso il controllo della Siria nordoccidentale, il governo di Damasco ha interrotto la fornitura di tutti i servizi essenziali. Da allora, la sopravvivenza di quattro milioni di persone (due milioni e 800.000 delle quali sfollate da altre zone della Siria e residenti in tende) dipende dagli aiuti delle Nazioni Unite.

Secondo queste ultime, i terremoti di febbraio hanno reso sfollate 265.000 persone e accresciuto la vulnerabilità della popolazione che vive in campi sovraffollati. Ne sono stati allestiti altri, privi però dei servizi essenziali. I danni alle infrastrutture idriche hanno causato un aumento delle malattie.

“Ho vissuto in una tenda per due mesi, poi mio cugino mi ha proposto di andare a stare da lui, insieme ai miei tre figli. Sono vedova, non ho alcun introito. Prima dei terremoti mio zio che viveva con la sua famiglia in Turchia mi mandava qualcosa, poi sono morti tutti quanti”, ha raccontato una vedova sfollata.

Nel gennaio 2023 il Consiglio di sicurezza ha rinnovato l’autorizzazione al passaggio degli aiuti delle Nazioni Unite attraverso il valico di Bab al-Hawa per soli sei mesi, un periodo insufficiente persino per valutare i bisogni, coordinarsi con le autorità locali, fare proposte, ricevere i fondi e attuare i programmi. L’assistenza non riguarda solo aiuti essenziali per salvare vite umane attraverso i camion dalla Turchia, ma anche scuole, rifugi, forniture ospedaliere e infrastrutture idriche e sanitarie.