Siria, la nostra denuncia: negati gli aiuti post-terremoto ad Aleppo e Afrin

6 Marzo 2023

©Photo by Burak Kara/Getty Images

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Secondo una denuncia diffusa oggi da Amnesty International, tra il 9 e il 22 febbraio il governo siriano ha bloccato almeno 100 camion diretti ai quartieri a maggioranza curda di Aleppo contenenti cibo, medicinali, tende e altri aiuti di prima necessità destinati alle popolazioni colpite dai terremoti.

Solo in Siria il sisma ha fatto 6000 vittime e reso dipendenti dagli aiuti umanitari oltre otto milioni di persone, quattro milioni e 100.000 delle quali si trovano nelle zone del paese sotto il controllo dell’opposizione.

Nello stesso periodo, i gruppi armati appoggiati dalla Turchia hanno impedito l’arrivo di almeno 30 camion di aiuti diretti ad Afrin, una città a nord di Aleppo occupata dalle forze di Ankara. Gli aiuti erano stati spediti dalle autorità curde, con le quali sia il governo siriano che i gruppi armati filoturchi combattono per il controllo del nord della Siria.

“Ad Aleppo, i terremoti hanno spinto nella miseria assoluta decine di migliaia di persone che già stavano pagando le conseguenze di dieci anni di conflitto. Persino in un momento del genere, il governo siriano e i gruppi armati filoturchi hanno approfittato di questa situazione per trarne vantaggio”, ha dichiarato Aya Majzoub, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.

“Tutte le parti coinvolte nel conflitto, tra le quali il governo siriano e i gruppi armati filoturchi devono dare priorità a soccorrere i civili e assicurare che gli aiuti arrivino senza ostacoli”, ha aggiunto Majzoub.

Dal 9 febbraio l’Aanes (Amministrazione autonoma della Siria settentrionale e orientale), organizzazioni umanitarie locali e internazionali, singole persone e tribù hanno inviato cibo, vestiti, medicinali e materiali per riscaldamento ad Aleppo, sotto il controllo del governo, e alle zone a nord della città, controllate dai gruppi armati appoggiati dalla Turchia.

L’esercito siriano ha rifiutato l’ingresso di almeno 30 autocisterne e di altri camion. Gli autisti hanno atteso sette giorni al punto di passaggio tra il territorio dell’Aanes e Aleppo nord prima di essere rimandati indietro.

In molti casi le forze di sicurezza siriane hanno disperso, sparando in aria, persone che cercavano di scaricare gli aiuti umanitari dai camion bloccati.

Il governo siriano ha anche impedito l’arrivo degli aiuti a gruppi di sopravvissuti al terremoto percepiti come oppositori. Dal 9 al 22 febbraio le forze di sicurezza hanno ripetutamente bloccato i camion inviati dall’Aanes e da un’organizzazione locale verso due quartieri di Aleppo, Sheikh Maqsoud e Ashrafieh.

Il 16 febbraio, dopo sette giorni di negoziati, 100 camion inviati dall’Aanes hanno raggiunto i due quartieri a condizione che oltre la metà del loro carico venisse ceduta al governo siriano. Altri 21 camion sono stati fatti passare, il 18 e il 19 febbraio, alle stesse condizioni.

Anche prima del terremoto, i due quartieri avevano esaurito le scorte di medicinali. Dall’agosto 2022 il governo siriano ha imposto un brutale blocco delle forniture di carburante, cibo, medicinali e altri aiuti essenziali.

Lo stesso fenomeno si è verificato ad Afrin: in almeno sei casi gli aiuti destinati ai sopravvissuti al terremoto sono stati requisiti dai gruppi armati appoggiati dalla Turchia. Testimoni hanno riferito ad Amnesty International che per accedere agli aiuti occorre avere qualche “wasta” (contatto) coi gruppi armati, che fanno passare gli aiuti a condizione di trattenerne il 40 per cento.

“La Turchia, come potenza occupante di Afrin, è responsabile del benessere della popolazione civile sotto il suo controllo, ha l’obbligo di garantire che gli aiuti umanitari arrivino a destinazione e ha il dovere di impedire ai gruppi armati di bloccarli o accaparrarli”, ha concluso Majzoub.