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Pride 2020: l’occasione per ricordare che le persone Lgbti non devono essere lasciate indietro nella risposta al Covid-19
Amnesty International ha dichiarato che le celebrazioni del Pride previste in questo fine-settimana devono essere l’occasione per celebrare e promuovere i diritti delle persone Lgbti, in un periodo nel quale i loro diritti sono ancora di più sotto attacco.
Le disuguaglianze esistenti sono aumentate nel corso dei mesi di confinamento per contrastare la pandemia da Covid-19, esponendo le persone Lgbti a terrificanti livelli di discriminazione, stigma, ostilità e violenza.
“In questo weekend le persone Lgbti, le attiviste e gli attivisti e i loro alleati mostreranno al mondo che anche la pandemia non può fermare le richieste di diritti che molti governi continuano a negare“, ha dichiarato Nadia Rahman, ricercatrice del programma Genere, sessualità e identità di Amnesty International.
“Le celebrazioni, sebbene virtuali, rappresentano un momento di speranza in tempi difficili. Tantissime persone Lgbti passeranno il Pride in una situazione di lockdown ostile o pericolosa in cui la loro sessualità o identità non viene accettata“, ha proseguito Rahman.
“I governi devono fornire urgente e concreto sostegno alle persone Lgbti, garantendo uguale accesso ai servizi medici, rimuovendo gli ostacoli all’impiego e alla sicurezza sociale e mettendo loro a disposizione spazi sicuri e al riparo da minacce e violenze“, ha aggiunto Rahman.
Alcuni governi, fa notare Amnesty International, hanno usato la pandemia come pretesto per reprimere i diritti delle persone Lgbti, adottare misure nei loro confronti o stigmatizzarle.
Le persone Lgbti sono storicamente marginalizzate nell’allocazione delle risorse, subiscono discriminazioni nell’accesso alle cure mediche, al lavoro e all’alloggio e sono oggetto di criminalizzazione per legge, minacce, intimidazioni, arresti arbitrari e uccisioni da parte di attori statali e non statali. L’attuale emergenza sanitaria, e le risposte ad essa dei singoli governi, hanno acuito queste ineguaglianze.
In occasione dei Pride, Amnesty International ha anche deciso di ricordare la recente morte di Sarah Hegazy, un’attivista queer egiziana che nel 2017 era stata arrestata arbitrariamente e torturata: il suo suicidio, nell’esilio canadese cui era stata costretta 18 mesi prima, è un esempio devastante di cosa significhi la discriminazione di stato.
“Sarah era un modello di speranza, liberazione e amore. Mentre commemoriamo la sua morte, vogliamo mostrare solidarietà a tutti e tutte coloro che nel mondo vanno incontro a tali ingiustizie, discriminazioni e crudeltà“, ha concluso Rahman.
Amnesty International chiede ai governi di adottare misure in favore delle persone Lgbti, tra le quali: