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REPUBBLICA DEL PERÙ

Capo di stato e di governo: Dina Boluarte Zegarra (subentrata a José Pedro Castillo Terrones a dicembre)

Le autorità hanno minacciato la libertà di espressione e assemblea. A fine anno, almeno 22 persone erano morte, altre decine, compresi diversi ufficiali di polizia, sono rimaste ferite, molte a causa di colpi d’arma da fuoco, nel contesto della repressione illegale delle manifestazioni. Le autorità non hanno fornito risposte ai bisogni delle comunità colpite dall’inquinamento ambientale. Sei difensori dei diritti umani sono stati uccisi nelle regioni interessate dalla deforestazione illegale e dal traffico di droga. Gli investimenti nel settore della salute pubblica sono rimasti bassi, compromettendo il diritto a un’assistenza medica adeguata. Il diritto a ricevere un’educazione sessuale completa è stato messo a rischio. Donne e ragazze, comprese le rifugiate venezuelane, hanno continuato a subire molteplici forme di violenza. Sono persistiti episodi di discriminazione e attacchi contro persone Lgbti.

 

LIBERTÀ D’ESPRESSIONE

Le autorità hanno minacciato la libertà di stampa con dichiarazioni ufficiali. L’Associazione nazionale della stampa ha riportato 303 attacchi alla stampa durante l’anno, 63 dei quali nel contesto della crisi politica di dicembre.

 

LIBERTÀ DI RIUNIONE E IMPUNITÀ

Almeno tre persone sono morte durante le proteste che hanno avuto luogo in seguito agli interventi della polizia nazionale nella prima metà dell’anno.

A dicembre, durante la crisi politica seguita alla destituzione dell’ex presidente Pedro Castillo, sono scoppiate proteste in diverse regioni e la violenza nel paese è aumentata a dismisura. In diversi casi, la risposta delle autorità alle proteste ha portato a violazioni dei diritti umani, compreso l’uso illegale della forza. Almeno 22 persone sono morte durante le manifestazioni nelle regioni di Apurímac, Ayacucho, Arequipa, La Libertad e Junín e altre decine sono rimaste ferite. A fine anno, le indagini sui decessi erano ancora in corso.

La legge sulla protezione della polizia è rimasta in vigore, limitando di fatto l’accertamento delle responsabilità per le violazioni dei diritti umani compiute dalle forze di sicurezza. L’ex presidente Manuel Merino e altri funzionari di alto livello hanno continuato a godere dell’immunità giudiziaria in relazione alle morti e ai ferimenti verificatisi durante le proteste del novembre 2020 e la magistratura ha sospeso le indagini sugli agenti di polizia implicati.

 

FALLIMENTO NELL’AFFRONTARE LA CRISI CLIMATICA E IL DEGRADO AMBIENTALE

Il congresso ha accantonato un disegno di legge per ratificare l’Accordo di Escazú.

Le autorità non hanno saputo fornire risposte ai bisogni delle comunità colpite dall’inquinamento causato da metalli e altre sostanze tossiche, nonostante un piano speciale multisettoriale che coinvolgeva vari ministeri e i finanziamenti a disposizione di sei governi regionali per le cure mediche specialistiche a beneficio di queste comunità.

A febbraio, una missione di verifica delle Nazioni Unite ha rilevato che a gennaio una fuoriuscita di 11.000 barili di petrolio da parte della raffineria La Pampilla, gestita dalla multinazionale spagnola Repsol, aveva danneggiato i mezzi di sussistenza di cinque comunità locali nell’area di Lima e Callao. A luglio, l’ufficio del difensore civico ha osservato che alcuni di coloro che erano stati colpiti non erano stati ancora identificati e non avevano ricevuto alcuna forma di riparazione e che né le autorità né la compagnia avevano garantito un’adeguata bonifica dell’area interessata.

A settembre, 2.500 barili di petrolio sono stati sversati nella regione di Loreto dalla compagnia PetroPerú. Secondo l’ufficio del difensore civico, la fuoriuscita ha colpito gravemente la comunità di Cuninico e altre comunità indigene, lasciandole senza cibo e acqua per diversi giorni e violando il loro diritto a vivere in un ambiente sano.

Il Perù non ha presentato l’aggiornamento del suo Ndc del 2020. Secondo il Climate action tracker, quello attuale era “insufficiente”.

 

DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI

Secondo notizie ufficiali, almeno sei difensori dei diritti umani sono stati uccisi durante l’anno, nelle regioni di Madre de Dios, Loreto, Junín e Huánuco. Le autorità non hanno saputo garantire un sufficiente livello di sicurezza in entrambe le regioni, dove i difensori dei diritti umani erano esposti a rischi crescenti a causa della deforestazione illegale e del traffico di droga.

 

DIRITTO ALLA SALUTE

Gli elevati livelli di disuguaglianza e gli esigui investimenti nel settore della salute pubblica, dovuti in parte a entrate tributarie insufficienti, hanno svolto un ruolo cruciale nel rendere il Perù il paese della regione con il più alto tasso di decessi per Covid-19 per milione di abitanti. Nonostante ciò, non sono state varate riforme significative nel settore sanitario o in materia di spesa sanitaria, che è rimasta ferma al 3,2 per cento del Pil, ben al di sotto del sei per cento raccomandato dall’Oms1.

 

DIRITTI DEI POPOLI NATIVI

Una sentenza della Corte costituzionale di marzo ha dichiarato inammissibile una causa intentata dalle comunità native riguardante le concessioni minerarie sui loro territori, con la motivazione che la consultazione anticipata non ha rilevanza costituzionale. La Corte non ha preso in considerazione la rilevanza costituzionale dei trattati internazionali sui diritti umani ratificati dal Perù.

A giugno, il congresso ha riconosciuto che i comitati di autodifesa e sviluppo rurale, che spesso operano nelle aree rurali, erano parte integrante del sistema di sicurezza nazionale, con diritto di usare armi letali. Sono state espresse preoccupazioni per il fatto che ciò potrebbe indebolire i diritti delle comunità tradizionali di proteggere i loro territori con le proprie guardie tradizionali.

 

VIOLENZA CONTRO DONNE E RAGAZZE

Tra gennaio e novembre, il ministero delle Donne e della popolazione vulnerabile ha registrato 25.403 casi di violenza sessuale (nel 95 per cento dei casi la vittima era una donna) e 7.549 stupri di minori.

L’ufficio del difensore civico ha riportato 124 femminicidi; in 21 casi inizialmente le donne erano state dichiarate scomparse. Il ministero ha inoltre classificato le sparizioni di donne come una forma di violenza di genere. Secondo il Registro nazionale d’informazione sulle persone scomparse del ministero dell’Interno, durante l’anno sono state dichiarate scomparse 11.524 donne e ragazze, pari al 61 per cento del numero totale dei casi registrati.

 

DIRITTI SESSUALI E RIPRODUTTIVI

A maggio, il congresso ha approvato una legge che consente ad alcune organizzazioni dei genitori di opporsi formalmente ad alcuni aspetti dei programmi scolastici, indebolendo il diritto di ricevere un’educazione sessuale completa.

A giugno, è stata presentata al congresso una proposta di legge che, se approvata, pregiudicherebbe l’accesso all’aborto.

A marzo sono iniziati i processi contro l’ex presidente Alberto Fujimori e tre suoi ministri, riguardanti le sterilizzazioni forzate. A novembre, la magistratura ha ordinato che venisse data una riparazione amministrativa alle sopravvissute alla sterilizzazione forzata che non avevano ancora ricevuto alcun risarcimento.

 

DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSESSAULI E INTERSESSUATE

Il Perù è rimasto uno dei pochissimi paesi del Sud America a non riconoscere l’identità transgender o il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

A giugno, l’organizzazione Féminas ha riportato che una donna transgender era stata ferita a colpi d’arma da fuoco. Le autorità non hanno provveduto a tenere un registro ufficiale dei continui casi di minacce e attacchi contro le persone transgender.

 

DIRITTI DI RIFUGIATI E MIGRANTI

Migliaia di persone non hanno potuto accedere ai programmi di regolarizzazione dell’immigrazione, che sono rimasti onerosi e inadeguati. Il sistema di valutazione delle domande d’asilo è rimasto sospeso2.

Le rifugiate venezuelane residenti in Perù hanno vissuto molteplici forme di violenza3. La discriminazione e gli stereotipi negativi legati alla nazionalità e identità di genere hanno ostacolato il loro accesso alla giustizia e all’assistenza sanitaria.

Ad aprile, le autorità hanno sommariamente espulso 29 cittadine straniere al di fuori delle procedure dovute. Le autorità non hanno preso in considerazione i loro bisogni di protezione, se fossero vittime della tratta di esseri umani, o i rischi che avrebbero affrontato al loro rientro nei paesi d’origine. A novembre, le organizzazioni per i diritti umani hanno avviato una causa contro i funzionari per queste azioni.

 

DIRITTO A VERITÀ, GIUSTIZIA E RIPARAZIONE

A 30 anni dal massacro di Cantuta, l’ufficio del procuratore generale ha raccomandato un’indagine forense per recuperare i resti di cinque vittime non ancora ritrovate.

A marzo, la Corte costituzionale ha ordinato la scarcerazione dell’ex presidente Alberto Fujimori, ripristinando gli effetti della cosiddetta grazia per motivi umanitari concessa nel 2017. La Corte interamericana dei diritti umani ha esortato le autorità a non eseguire un ordine che era in contrasto con una precedente sentenza che aveva invalidato la grazia. A fine anno era ancora detenuto.

 


Note:
1 Americas: Unequal and Lethal, 27 aprile (solo in spagnolo).
2 Peru: Submission to the 34th Session of the Committee on the Protection of the Rights of All Migrant Workers and Members of Their Families, 23 febbraio (solo in spagnolo).
3 Unprotected: Gender-based Violence against Venezuelan Refugee Women in Colombia and Peru, 12 luglio.

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