CC: Amnesty International
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La raccolta di firme per sostenere il coraggio di Tep Vanny continua. La Corte d’appello di Phnom Penh ha confermato in appello la condanna a 30 mesi per la difensora dei diritti umani in Cambogia.
“Oggi è un giorno triste non solo per Tep Vanny e i suoi familiari ma per i diritti umani in Cambogia – ha dichiarato in una nota ufficiale Josef Benedict, vicedirettore delle Campagne per il Sud-est asiatico e il Pacifico di Amnesty International -. Tep Vanny è stata condannata unicamente per aver difeso pacificamente i diritti della sua comunità. Continuiamo a chiedere che sia rilasciata immediatamente e senza condizioni“.
Tep Vanny è da circa 10 anni il simbolo dell’attivismo pacifico in Cambogia, impegnata nella difesa del diritto all’alloggio della sua comunità.
Il 23 febbraio Vanny è stata condannata a due anni e mezzo di reclusione per aver preso parte a una protesta pacifica nel 2013 contro gli sgomberi forzati nei pressi della casa del primo ministro, a Phnom Penh: migliaia di famiglie erano state sgomberate con la forza dalle loro abitazioni per fare spazio ad abitazioni di lusso.
Questa è la terza volta che viene arrestata e condannata per aver preso parte o coordinato proteste pacifiche.
Il governo della Cambogia sta cercando di metterla a tacere: Vanny è stata minacciata, picchiata, arrestata e detenuta. Un chiaro messaggio per lei e per tutti i difensori e le difensore dei diritti umani come lei.
“La sentenza è arrivata proprio mentre le autorità cambogiane stanno inasprendo la repressione ai danni delle voci critiche, in vista delle elezioni del prossimo anno. Invece di cercare di azzerare il dibattito, il governo deve assicurare che il diritto di ogni persona a manifestare pacificamente o a esprimere in modo pacifico le sue opinioni sia rispettato“, ha concluso Benedict.