Tempo di lettura stimato: 5'
Inizia oggi la “Write for Rights”, la più grande campagna d’invio di lettere di Amnesty International, giunta al suo ventesimo anno.
Dal 2001, nelle ultime settimane dell’anno, l’organizzazione raccoglie firme, post, e-mail, lettere e cartoline a sostegno di persone ingiustamente imprigionate o perseguitate: dalle 2326 lettere raccolte il primo anno, nel 2020 è passata a quattro milioni e mezzo di testi scritti.
La campagna “Write for Rights” è efficace, come dimostra da ultima la storia di Jani Silva, un’ambientalista della Colombia sottoposta a minacce di morte, in favore della quale nel 2020 si sono mobilitate oltre 400.000 persone. Questo il suo ringraziamento:
“Sono molto grata per le vostre lettere. La campagna mi ha tenuta viva. Ha dissuaso le persone che volevano uccidermi perché si sono rese conto che dietro di me c’eravate voi!”
“Ogni anno, Write for Rights offre una speranza a coloro i cui diritti sono sotto attacco solo per ciò che pensano o per ciò per cui si battono. Queste persone sfidano la disuguaglianza, la discriminazione, la repressione politica e svolgono campagne per proteggere i nostri diritti”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
“Queste persone hanno bisogno di noi, attraverso un tweet, la firma su un appello o una lettera alle autorità. A volte il gesto più piccolo può fare la differenza più grande. Gli ultimi 20 anni di ‘Write for Rights’ hanno evidenziato il potere delle parole scritte”, ha aggiunto Callamard.
La campagna “Write for Rights” 2021 chiede protezione, giustizia o libertà per dieci coraggiose persone dedicatesi alla difesa dei diritti umani.
Una delle storie è quella di Janna Jihad, 15 anni, cresciuta nel piccolo villaggio palestinese di Nabi Saleh. Nel 2009, quando Janna aveva tre anni, la sua comunità ha iniziato a svolgere manifestazioni pacifiche settimanali contro l’occupazione israeliana, affrontate con violenza. All’età di sette anni, Janna ha cominciato a usare il telefono cellulare della madre per raccontare la vita della sua comunità: per questo è stata riconosciuta come una delle più giovani giornaliste del mondo.
Nonostante le minacce e le intimidazioni, Janna non demorde:
“Crescere in una famiglia di attivisti, apprendere le storie dei miei nonni, ascoltare mio zio raccontare del suo arresto, imparare la resistenza: tutto questo mi ha ispirata a non rimanere in silenzio. Tacere in una situazione come la nostra è impossibile. Perché dovrei rimanere in silenzio se voglio cambiare la realtà in cui viviamo e quello che stiamo passando?”
Oltre a Janna Jihad, Amnesty International Italia si occuperà di:
– Zhang Zhan, l’attivista della Cina condannata a quattro anni di carcere per essersi occupata dello scoppio della pandemia da Covid-19 a Wuhan e che è in grave pericolo di vita a seguito di uno sciopero della fame;
– Wendy Galarza, ferita gravemente in Messico mentre prendeva parte a una manifestazione per chiedere giustizia per un femminicidio;
– Ciham Ali, scomparsa in Eritrea oltre otto anni fa, appena quindicenne, mentre cercava di fuggire dalla repressione in atto nel paese;
– Anna Sharthina e Vira Chernygina, dell’organizzazione non governativa “Sphere”, che difende i diritti delle persone Lgbti in Ucraina. A causa del loro attivismo, hanno ricevuto attacchi e intimidazioni e le autorità non le proteggono.
Per promuovere la campagna “Write for Rights”, dal 25 al 27 novembre sarà in Italia Wendy Galarza, attivista per i diritti delle donne in Messico, accompagnata da Edith Olivares Ferreto, direttrice di Amnesty International Messico, entrambe in Europa per un tour della campagna “Write for Rights”.
Ospiti delle sezioni di Amnesty International in Francia, Belgio, Spagna, Italia e Islanda per parlare di diritti umani e violenza sulle donne in Messico, Wendy ed Edith saranno a Roma il 25 e 26 novembre per incontri con le scuole (Liceo Righi e ITS Salvini), con funzionari del ministero degli Affari esteri e per un evento pubblico. Il 27 saranno a Milano per prendere parte a un ulteriore evento pubblico.