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Il 23 maggio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite svolgerà un dibattito aperto sulla protezione dei civili nei conflitti armati, 20 anni dopo aver posto per la prima volta quell’obiettivo nella sua agenda.
In concomitanza del 70° anniversario delle Convenzioni di Ginevra, invitiamo le Nazioni Unite a porre fine al catastrofico fallimento che vede milioni di persone nel mondo prive di protezione e costantemente devastate dalle violazioni delle leggi di guerra.
“Vent’anni dopo l’impegno del Consiglio di sicurezza a fare il massimo per proteggere i civili nei conflitti armati e 70 anni dopo che le Convenzioni di Ginevra cercarono di tutelare le popolazioni civili dalle atrocità della Seconda guerra mondiale, il quadro complessivo è incredibilmente tetro”, ha dichiarato Tirana Hassan, direttrice di Amnesty International per le risposte alle crisi.
Solo negli ultimi anni, abbiamo documentato l’enorme disprezzo per la protezione dei civili e il rispetto del diritto internazionale umanitario in conflitti in cui erano e sono coinvolti quattro dei cinque stati membri permanenti del Consiglio di sicurezza: Russia, Usa, Regno Unito e Francia.
Il quinto, la Cina, sta attivamente coprendo i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità e forse anche il genocidio che chiamano in causa il vicino Myanmar.
Il disastroso fallimento nella protezione dei civili è stato evidente nella riconquista di Raqqa, in Siria, ad opera della Coalizione guidata dagli Usa, che ha causato l’uccisione di almeno 1600 civili, come avevamo ampiamento documentato in un nostro rapporto, nella devastazione massiccia di civili e infrastrutture civili da parte delle forze russe e siriane ad Aleppo, Idlib e altrove, dove sono stati commessi crimini di guerra e crimini contro l’umanità, col conseguente sfollamento di milioni di persone; e nella guerra in Yemen, dove la coalizione guidata da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, sostenuta dalle armi occidentali, ha ucciso e ferito migliaia di civili mediante attacchi illegali e ha causato una delle peggiori crisi umanitarie mondiali.
Un’altra delle più gravi crisi umanitarie e dei diritti umani è quella della Somalia, dove tutte le parti in conflitto – compresi gli Usa – violano il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale umanitario. Nonostante l’aumento, da due anni a questa parte, degli attacchi aerei nella loro guerra segreta in Somalia, gli Usa non hanno ammesso una singola vittima fino a quando non li abbiamo costretti a farlo.
A partire dal 2008, Israele ha ripetutamente colpito civili e obiettivi civili nelle operazioni militari a Gaza, causando grandi distruzioni e perdite di vite umane. Tra marzo 2018 e marzo 2019, le forze armate israeliane hanno usato la forza legale contro le manifestazioni dei palestinesi, uccidendo almeno 195 persone tra cui medici, giornalisti e minorenni. I gruppi armati palestinesi hanno lanciato razzi indiscriminati contro obiettivi civili nel sud d’Israele, causando molte vittime.
In Sud Sudan e in altri paesi, la violenza sessuale e di genere collegata ai conflitti ha raggiunto livelli scioccanti. Testimoni e vittime di una brutale offensiva condotta dalle forze governative tra aprile e luglio del 2018 nel nord del Sud Sudan hanno parlato di civili – compresi bambini, donne, anziani e disabili – uccisi, arsi vivi nelle loro abitazioni, appesi ad alberi e travi, stritolati da veicoli armati, braccati nelle zone paludose e nelle isole nei fiumi dove avevano cercato riparo.
Le stesse Nazioni Unite non sono senza macchia. In Sud Sudan, nella Repubblica Centrafricana e altrove, in molti casi i caschi blu non hanno saputo proteggere i civili dalla violenza mortale. Un problema particolarmente grave è rappresentato dallo sfruttamento sessuale: donne e ragazze vengono aggredite e stuprate proprio da coloro che dovrebbero difenderle.
Nel corso dei conflitti non vengono risparmiate neanche le persone più vulnerabili come i bambini, gli anziani e le persone con disabilità: gruppi armati ed eserciti reclutano bambini e bambine soldato o compiono brutali attacchi contro coloro che sono meno in grado di fuggire durante i combattimenti.
Nel 2018 l’Agenzia Onu per i rifugiati ha denunciato la cifra-record di 68,5 milioni di persone costrette a vivere fuori dalle loro terre a causa dei conflitti armati e di altre forme di violenza.
“Settant’anni dopo le Convenzioni di Ginevra, quel numero di quasi 70 milioni di sfollati riflette il catastrofico fallimento dei leader mondiali rispetto alla protezione dei civili”, ha sottolineato Hassan.
A questo link la dichiarazione congiunta che abbiamo sottoscritto insieme ad altre 21 Ong, che chiede azioni concrete per rafforzare la protezione dei civili nei conflitti armati.