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Federazione russa

La Russia ha proseguito la guerra di aggressione contro l’Ucraina. I diritti alla libertà d’espressione, riunione pacifica e associazione sono rimasti duramente limitati. Persone dissidenti hanno subìto procedimenti giudiziari arbitrari, processi iniqui, pesanti multe e lunghe pene detentive in base a una pletora di leggi che non rispettavano gli standard internazionali sui diritti umani. La legislazione antiestremismo e antiterrorismo è stata trasformata in un’arma per perseguire le voci critiche contro il governo, i gruppi religiosi e minori. È cresciuto il numero di persecuzioni giudiziarie per tradimento e spionaggio. Più di 60 organizzazioni sono state dichiarate “estremiste” e messe al bando. I processi non hanno rispettato gli standard internazionali di equità. Tortura e maltrattamenti in custodia erano la norma e sono stati commessi nella quasi totale impunità. È aumentata la persecuzione delle persone lgbti. Le autorità regionali hanno continuato a introdurre barriere all’aborto. La Russia non ha dimostrato alcun impegno nell’affrontare il cambiamento climatico.

 

CONTESTO

La Russia ha proseguito la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, commettendo numerose violazioni del diritto umanitario internazionale, compresi crimini di guerra (cfr. Ucraina).

Ad agosto, le forze ucraine hanno occupato parte della regione russa di Kursk. Secondo resoconti non confermati delle autorità regionali, decine di persone civili sono state uccise, centinaia ferite, centinaia sono scomparse e oltre 150.000 sono state sfollate internamente. La difensora civica russa ha riferito che le autorità hanno fornito alloggi temporanei a circa 50.000 sfollati. Molte delle persone colpite hanno lamentato che le autorità russe non avevano organizzato alcuna evacuazione all’inizio dell’offensiva ucraina. I combattimenti nella regione hanno ostacolato l’assistenza umanitaria a chi è rimasto in questi territori occupati. A novembre, il difensore civico russo, ha segnalato che 46 persone civili trasferite dalle forze ucraine in Ucraina erano state rimandate in Russia. A dicembre, attacchi missilistici sulle città di Rylsk e Lgov nella regione di Kursk, hanno ucciso nove persone e ne hanno ferite 19. L’Ucraina ha continuato ad attaccare la regione di Belgorod e i media russi hanno riferito che, a fine anno, erano state uccise almeno 161 persone. L’Ucraina ha utilizzato droni per attaccare depositi di petrolio e altre infrastrutture in Russia. Alcuni di questi attacchi hanno provocato morti, ferimenti e danni a infrastrutture civili.

Il 22 marzo, un gruppo armato ha assaltato la sala da concerti Crocus City Hall a Mosca, uccidendo 145 persone e ferendone altre 551.

Ad agosto, le autorità russe hanno graziato, rilasciato ed esiliato 15 prigionieri e prigioniere, tra cui importanti attivisti della società civile, giornalisti e difensori dei diritti umani, come parte di un accordo di scambio negoziato con alcuni paesi europei e gli Stati Uniti.

Sempre ad agosto, la Russia ha abbandonato la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa per la protezione delle minoranze nazionali. Inoltre, ha continuato a rifiutare di riconoscere il mandato della Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla Russia che, a ottobre, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha prorogato per un altro anno.

Nonostante la segnalata crescita economica dovuta alle ingenti spese militari, per molte persone il costo della vita è cresciuto a causa dell’aumento dell’inflazione e delle sanzioni internazionali in corso.

 

VIOLAZIONI DEL DIRITTO UMANITARIO INTERNAZIONALE

Secondo quanto riferito, a ottobre nove prigionieri di guerra ucraini sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco dalle forze russe nella regione di Kursk; non è stata condotta alcuna indagine sulle denunce (cfr. Ucraina).

Il 2 novembre, il comitato investigativo militare ha riferito di aver “documentato le prove dei crimini dei nazionalisti ucraini”, sulla base di una foto (non fornita) che avrebbe ritratto “prigionieri militari russi senza segni di vita” nella regione di Kursk.

 

IMPUNITÀ

A febbraio, il famoso leader dell’opposizione Aleksej Naval’nyi è morto in custodia in circostanze sospette. Le autorità hanno ritardato la consegna del suo corpo per nove giorni e hanno insistito per celebrare un funerale segreto, ma la madre si è rifiutata di accettarlo. A settembre, un giornalista investigativo di The Insider ha pubblicato accuse documentate secondo cui Aleksej Naval’nyi era stato avvelenato. Le circostanze della sua morte non sono state indagate in modo efficace.

A marzo, l’Icc ha emesso mandati di arresto contro due alti comandanti russi, seguiti a giugno da mandati per l’ex ministro della difesa Sergej Šojgu e per il capo di stato maggiore Valerij Gerasimov, tutti per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Una legge adottata a marzo ha legalizzato una pratica preesistente, in base alla quale prigionieri e sospettati di reati venivano rilasciati e sollevati dalla responsabilità penale se accettavano di unirsi alle forze russe nei combattimenti militari.

 

LIBERTÀ D’ESPRESSIONE

Le autorità hanno utilizzato la legislazione su “agenti stranieri”, “organizzazioni indesiderate” e “censura della guerra” per perseguitare la società civile e mettere a tacere le critiche alla guerra in corso contro l’Ucraina e ad altre politiche. Sono stati avviati almeno 98 nuovi casi penali e 171 persone sono state perseguite ai sensi delle leggi sulla “censura della guerra”.

È aumentato il ricorso a leggi antiestremismo e antiterrorismo contro chi criticava il governo. Sono state avviate almeno 114 nuove azioni penali con accuse di “giustificazione del terrorismo”, nei confronti di chi aveva semplicemente condiviso opinioni su specifici eventi o individui.

Libri, film e produzioni teatrali e televisive sono stati censurati o ritirati a causa di riferimenti a relazioni omosessuali, altri argomenti proibiti o perché i loro autori erano stati etichettati come “agenti stranieri”.

Le autorità hanno bloccato le piattaforme di messaggistica Signal e Viber, rispettivamente ad agosto e dicembre.

A febbraio, l’importante difensore dei diritti umani e co-presidente di Memorial, Oleg Orlov, è stato condannato a 30 mesi di reclusione con l’accusa di aver “screditato le forze armate”, per un articolo pubblicato sulla stampa francese. È stato rilasciato ad agosto come parte dello scambio di prigionieri.

A marzo, il giornalista Roman Ivanov è stato condannato a sette anni di carcere per “aver diffuso consapevolmente informazioni false sulle forze armate”, sulla base delle sue pubblicazioni su presunti crimini di guerra commessi dalle forze russe in Ucraina.

A luglio, la regista teatrale Evgenja Berkovič e la drammaturga Svetlana Petrijčuk sono state condannate a sei anni di reclusione con l’accusa di “giustificazione del terrorismo”, per la loro premiata opera teatrale sulle donne che avevano sposato membri di gruppi armati in Siria.

A luglio, il pianista detenuto Pavel Kušnir ha iniziato uno sciopero della fame senza liquidi ed è morto alcuni giorni dopo. Era stato arrestato con l’accusa di “istigazione pubblica al terrorismo”, per aver espresso su YouTube le sue opinioni pacifiche contro la guerra.

Dopo la morte di Aleksej Naval’nyi, le autorità hanno continuato le ritorsioni contro la sua Fondazione anticorruzione e altri gruppi a lui associati. I processi nei confronti dei suoi tre avvocati e di quattro giornalisti e giornaliste per accuse arbitrarie di “partecipazione a un’associazione estremista” sono iniziati rispettivamente a settembre e ottobre.

A ottobre è iniziato a San Pietroburgo il processo contro sei persone, attiviste del movimento giovanile Vesna, per una serie di accuse derivanti dalla loro pacifica opposizione alla guerra in Ucraina. Rischiavano la reclusione fino a 15 anni.

A ottobre, nel caso riguardante 107 organizzazioni e persone designate come “agenti stranieri”, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito che la Russia aveva violato i diritti alla libertà d’espressione e d’associazione e alla vita privata e familiare.

 

LIBERTÀ DI RIUNIONE PACIFICA

Le autorità hanno continuato a violare il diritto alla libertà di riunione pacifica rifiutando di autorizzare le manifestazioni di protesta e disperdendole, mentre hanno consentito lo svolgimento di raduni filogovernativi.

A gennaio, le autorità hanno disperso una manifestazione di protesta per lo più pacifica contro la condanna dell’attivista civile Fail Alsynov nella città di Bajmak, in Baschiria, e hanno perseguito almeno 81 partecipanti. Molte di queste persone hanno denunciato di essere state torturate e un detenuto è morto in custodia di polizia. A fine anno erano in corso alcuni processi contro manifestanti, mentre le accuse di tortura non erano state indagate.

A febbraio, le autorità hanno arrestato arbitrariamente almeno 387 persone in 39 città di tutta la Russia, per aver pubblicamente pianto la scomparsa di Aleksej Naval’nyi. A decine hanno ricevuto gravi sanzioni amministrative, tra cui multe e brevi periodi di detenzione.

Sempre a febbraio, la polizia ha arrestato circa 30 persone, per lo più giornalisti, che seguivano una manifestazione organizzata da Put’ domoj (La via di casa), un gruppo di donne che chiedeva il ritorno dei propri parenti mobilitati per combattere nella guerra contro l’Ucraina.

A maggio, Put’ domoj è stata dichiarata “agente straniero”. Anche le loro manifestazioni di giugno e settembre sono state disperse. Almeno quattro partecipanti sono state multate per aver violato le norme restrittive che riguardano le riunioni pubbliche.

 

LIBERTÀ D’ASSOCIAZIONE

Le autorità hanno continuato a colpire la società civile usando leggi repressive, designando 169 altre organizzazioni, organi d’informazione e persone come “agenti stranieri” e altre 65 organizzazioni come “indesiderate”. Decine di persone hanno subìto sanzioni amministrative o penali per presunte violazioni delle leggi sugli “agenti stranieri” o sulle “organizzazioni indesiderate”. Molti procedimenti sono stati condotti in contumacia.

Sono cresciute le restrizioni sulle persone e le organizzazioni designate come “agenti stranieri”. Una nuova legge approvata a marzo ha proibito la promozione o la pubblicità su piattaforme appartenenti ad “agenti stranieri”, punendola con pesanti multe o fino a due anni di reclusione.

A maggio, modifiche alla legge sugli “agenti stranieri” hanno vietato a chi viene designato come tale di candidarsi alle elezioni a ogni livello. Almeno sei politici locali che erano stati designati come “agenti stranieri” sono stati espulsi dagli organi elettivi.

Le modifiche alla legge sulle “organizzazioni indesiderate”, emanate ad agosto, hanno esteso il suo campo di applicazione dalle organizzazioni non governative alle organizzazioni istituite da o con la partecipazione di governi stranieri.

A giugno, la Corte suprema ha bandito in quanto “estremista” quello che ha chiamato il Movimento separatista antirusso, un gruppo che sembrava non esistere. In seguito a questa decisione, a luglio il ministero della Giustizia ha designato come “estremiste” 55 organizzazioni, tra cui quelle dei popoli nativi.

A settembre è iniziato il processo a Grigorij Mel’kon’jants, co-presidente dell’organismo di controllo elettorale Golos. È stato accusato in relazione ai presunti legami tra Golos e la Rete europea di osservatori elettorali (European Network of Election Monitoring Organizations – Enemo), bollata come “indesiderata”, e rischiava fino a sei anni di carcere.

 

LIBERTÀ DI RELIGIONE E CREDO

Sono continuati i procedimenti giudiziari arbitrari contro testimoni di Geova per accuse di “estremismo”: sono state avviate 24 nuove azioni penali contro 34 persone credenti, mentre altre 116 sono state condannate, di cui 43 con pene fino a otto anni di reclusione. A fine dicembre, 171 testimoni di Geova provenienti dalla Russia e dall’Ucraina occupata dai russi stavano scontando pene nelle colonie penali.

I sacerdoti ortodossi russi che avevano espresso una posizione contraria alla guerra sono stati ridotti allo stato laicale o puniti in altro modo: da febbraio 2022 i sacerdoti puniti sono stati oltre 60.

 

DETENZIONE ARBITRARIA E PROCESSI INIQUI

La Russia ha continuato a perseguire illegalmente i prigionieri di guerra ucraini, con accuse di crimini legati semplicemente alla loro partecipazione alle ostilità e condanne a lunghe pene detentive al termine di processi iniqui.

A luglio, il difensore dei diritti umani Aleksej Sokolov è stato rinviato a giudizio con accuse di “estremismo” per aver mostrato online il logo di Facebook. A settembre ha trascorso due settimane in un ospedale psichiatrico per “esami”. A fine anno rimaneva in detenzione preprocessuale. Un numero crescente di dissidenti è stato processato in contumacia.

I processi per accuse di terrorismo, estremismo, tradimento o spionaggio sono divenuti sempre più comuni. Nei primi sei mesi dell’anno, il numero delle condanne per tradimento e spionaggio è stato superiore rispettivamente di tre volte (52 persone) e nove volte (18 persone), in confronto allo stesso periodo del 2023.

Si sono moltiplicati i procedimenti giudiziari contro dissidenti incarcerati, sulla base di nuove false accuse. La giornalista Marija Ponomarenko è stata processata per aver aggredito agenti penitenziari. L’ex consigliere comunale Aleksej Gorinov, che stava scontando una pena detentiva di sette anni ai sensi delle leggi sulla “censura della guerra”, è stato condannato ad altri tre anni di carcere per “giustificazione del terrorismo”.

 

TORTURA E MALTRATTAMENTO

La tortura e il maltrattamento in custodia sono rimasti endemici e i perpetratori hanno goduto di un’impunità quasi totale.

Quattro uomini sospettati dell’attacco armato al Crocus City Hall di marzo sono comparsi in tribunale con evidenti segni di tortura. A quanto sembra, filmati circolati online mostravano un funzionario della sicurezza che tagliava un orecchio a uno dei sospettati durante l’interrogatorio e un altro sospettato che veniva sottoposto a scosse elettriche. Non è seguita alcuna indagine.

I prigionieri di guerra ucraini e civili in detenzione sono stati tenuti in condizioni disumane e sistematicamente sottoposti a tortura e maltrattamento e a sparizioni forzate.

Le condizioni di detenzione in tutto il paese sono comunemente equivalse a trattamenti o punizioni inumani o degradanti e spesso è stata negata un’adeguata assistenza sanitaria. Le autorità hanno preso di mira persone incarcerate per motivi politici, privandole del contatto con la famiglia e sottoponendole a punizioni disciplinari arbitrarie, tra cui l’isolamento1.

Aleksej Gorinov (v. sopra) ha continuato a essere sottoposto a un prolungato isolamento come punizione disciplinare imposta arbitrariamente e gli sono state negate cure mediche adeguate.

Ad agosto, il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto alla Russia di fornire le cure mediche necessarie a Igor’ Baryšnikov, un attivista della società civile della regione di Kaliningrad, imprigionato per oltre sette anni in base alle leggi sulla “censura della guerra”. A settembre è stato sottoposto a un intervento chirurgico atteso da tempo.

 

DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE

La persecuzione della comunità lgbti è aumentata, anche attraverso sanzioni amministrative e penali arbitrarie per “estremismo” e “propaganda lgbt”. In tutto il paese sono state compiute almeno 24 irruzioni della polizia in locali notturni lgbti.

A marzo, due dipendenti e la proprietaria di un locale notturno nella città di Orenburg sono stati detenuti in attesa di processo, con accuse penali di “estremismo”, per le quali rischiano fino a 10 anni di reclusione. Le stesse accuse sono state avanzate a ottobre contro la proprietaria di un locale notturno perquisito dalla polizia nella città di Čita.

Sempre a ottobre, la polizia ha perquisito un locale notturno nella città di Jaroslav’. Gli agenti hanno aggredito fisicamente e umiliato le persone che lo frequentavano, costringendole a sdraiarsi faccia a terra per diverse ore. Alcune sono state arrestate e accusate di violazioni amministrative ai sensi della legge sulla “propaganda lgbt”.

 

DIRITTI SESSUALI E RIPRODUTTIVI

Le autorità regionali hanno continuato a introdurre barriere all’aborto. A giugno, il parlamento della Repubblica dei Komi ha proibito la “coercizione all’aborto”, introducendo di fatto pesanti multe per chi facilitava la procedura. Analoghe leggi locali sono state approvate in altre 14 regioni. Varie cliniche private si sono rifiutate di eseguire aborti, nonostante non fosse espressamente proibito.

A novembre è stata firmata una legge federale che proibisce la “propaganda del rifiuto di avere figli”. La legge prevedeva censura, pesanti multe e arresti per la diffusione di informazioni che promuovevano la scelta volontaria di non avere figli.

 

DIRITTO ALL’ISTRUZIONE

È stato riferito che a ottobre sarebbero state estese anche agli asili le lezioni di indottrinamento chiamate “Conversazioni su cose importanti”, introdotte nelle scuole nel 2022. Gli argomenti di questi corsi comprendevano la promozione dei cosiddetti “valori tradizionali” e la glorificazione della guerra della Russia contro l’Ucraina.

Una legge adottata a dicembre vietava alla prole di famiglie straniere di iscriversi a scuola, a meno che non avessero superato un test di lingua russa e si trovassero in Russia legalmente.

 

DIRITTI DEI MINORI

Le autorità hanno perseguitato minori che avevano preso posizione contro la guerra e hanno avviato azioni penali nei loro confronti, con accuse false ai sensi di norme “antiterrorismo”2.

A giugno, un tribunale militare di Mosca ha condannato il quindicenne Arsenij Turbin a cinque anni di reclusione per presunta “partecipazione” alla Legione libertà della Russia, un’unità militare formata in Ucraina da cittadini russi e bielorussi e designata come organizzazione “terroristica” in Russia. La sentenza è stata confermata in appello a novembre.

 

DIRITTI DELLE PERSONE MIGRANTI

I diritti delle persone migranti hanno continuato a essere violati e la discriminazione nei loro confronti è stata dilagante. Le autorità di altre 24 regioni hanno vietato alle persone migranti di svolgere determinati lavori, per motivi quali la sicurezza nazionale o “il dare priorità all’occupazione dei cittadini russi”, nonostante le segnalazioni di carenze nella forza lavoro. In sette regioni, l’elenco dei divieti di lavoro esistenti è stato ampliato.

Quando i sospettati dell’attacco al Crocus City Hall sono stati descritti come migranti, le autorità hanno intensificato la retorica e le pratiche contro le persone migranti.

I migranti che volevano ottenere la cittadinanza russa, dopo la naturalizzazione sono stati presi di mira per essere reclutati nelle forze armate. A giugno, in almeno otto regioni sono state segnalate incursioni della polizia per identificare migranti senza documenti oppure coloro che avevano ricevuto la cittadinanza russa, ma non si erano registrati presso i commissariati militari. Sempre a giugno, il capo del comitato investigativo ha dichiarato che oltre 10.000 migranti che avevano ottenuto la cittadinanza russa erano stati dispiegati in Ucraina.

Le modifiche di legge adottate ad agosto e destinate a entrare in vigore nel 2025 hanno introdotto ulteriori restrizioni ai diritti delle persone migranti prive di documenti e di alcune altre categorie di migranti.

A novembre, la cittadinanza straniera è stata resa una circostanza aggravante se si commette un reato.

 

DIRITTO A UN AMBIENTE SALUBRE

La Russia ha ulteriormente aumentato la sua produzione di petrolio e gas di circa il 10 per cento e non ha dimostrato alcun impegno nell’affrontare il cambiamento climatico o nel ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili. Solo circa l’1 per cento della sua energia proveniva da fonti rinnovabili, ben al di sotto dell’obiettivo, tutt’altro che ambizioso, del 4,5 per cento entro il 2024.

 


Note: 
1 Russia: “I Would Love To Hug Her, but It Is Impossible”: Imprisoned Dissenters Deprived of Family Contact, 26 giugno.
2 Russia: “Your Children will Go to an Orphanage”: Children and the Crackdown on Protest, 31 maggio.

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