Rapporto annuale 2017 – 2018

© UNHCR/Andrew McConnell

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paesi analizzati

Il più grande lavoro di ricerca sullo stato dei diritti umani nel mondo

Lo scorso anno il nostro mondo è stato immerso nelle crisi e importanti leader ci hanno proposto una visione da incubo di una società accecata da odio e paura. Ciò ha rafforzato coloro che promuovono l’intolleranza ma ha ispirato ancora più persone a chiedere un futuro di maggiore speranza (Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International)

Il mondo sta raccogliendo i terribili frutti della retorica intrisa d’odio che ha dominato nelle politiche di leader mondiali come al-Sisi, Duterte, Maduro, Putin, Trump e Xi. Milioni di persone sono a rischio a causa delle loro spietate politiche. 

A documentarlo è il lavoro di ricerca raccolto nel Rapporto Annuale 2017 di Amnesty International, edito in Italia da Infinito edizioni. 159 schede accompagnate da una serie di approfondimenti, per fotografare lo stato dei diritti umani nel mondo nel 2017.

L’amore può vincere sull’odio

Le politiche retrograde messe in atto dai leader mondiali e le minacce di “normalizzare” massicce discriminazioni ai danni dei gruppi marginalizzati hanno spinto molte persone a unirsi alle nostre battaglie in difesa dei diritti umani.

Vecchi e nuovi attivisti in tutto il mondo hanno ci hanno aiutato a raggiungere importanti vittorie, tra cui l’eliminazione del divieto totale d’aborto in Cile, i passi avanti verso il matrimonio egualitario a Taiwan e il blocco degli sgomberi forzati ad Abuja, la capitale della Nigeria.

Sotto i nostri occhi si fa la storia – ha ricordato Salil Shetty in occasione della conferenza stampa organizzata a Washington per la presentazione del Rapporto Annuale –: numeri sempre maggiori di persone si attivano per chiedere giustizia. Se i leader non riconosceranno i motivi che spingono le loro popolazioni a protestare, sarà la loro rovina. Le persone hanno reso abbondantemente chiaro che vogliono i diritti umani: sta ai governi mostrare di saperle ascoltare“, ha concluso Shetty.

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