Il numero delle vittime civili, tra cui minori e persone anziane, è aumentato poiché le forze russe hanno utilizzato armi indiscriminate, danneggiato infrastrutture civili essenziali e sembravano prendere deliberatamente di mira la popolazione civile. Nei territori occupati dalla Russia, dove è continuata la repressione delle identità non russe, hanno avuto luogo esecuzioni, torture e maltrattamenti di persone civili detenute e prigioniere di guerra. Sotto la legge marziale, le autorità ucraine hanno limitato i diritti alla libertà d’espressione e di religione. Sono continuate le azioni penali contro gli obiettori di coscienza al servizio militare obbligatorio. I progressi dell’Ucraina in materia di violenza di genere e di diritti delle persone lgbti sono rimasti limitati.
Nonostante abbia subìto perdite considerevoli, la Russia ha proseguito la guerra di aggressione contro l’Ucraina e ha acquisito ulteriori territori, in particolare a febbraio con l’occupazione della città di Avdiïvka, che era una roccaforte ucraina dal 2014. Le avanzate russe nella regione di Charkiv sono state ampiamente contenute dalle forze ucraine. Ad agosto, l’Ucraina ha lanciato un’offensiva a sorpresa nella regione russa di Kursk, occupando diverse centinaia di chilometri quadrati di territorio. Per far fronte alla carenza di soldati, ad aprile l’Ucraina ha approvato una legge che ha abbassato l’età di leva da 27 a 25 anni.
L’Ucraina ha continuato a ricevere aiuti militari e finanziari dall’estero, generando timori sulla loro futura sostenibilità, in particolare dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi. L’economia ucraina è riuscita a crescere per tutto il 2024, sebbene gravemente danneggiata dalla carenza di manodopera e dai ricorrenti blackout elettrici in tutto il paese, causati dai deliberati attacchi della Russia alle infrastrutture energetiche.
Ad aprile, l’Ucraina ha notificato al Consiglio d’Europa che stava riducendo l’estensione delle sue deroghe a un numero inferiore di articoli della Convenzione europea dei diritti umani (Cedu) e stava facendo cadere le deroghe relative al lavoro forzato od obbligatorio, alla libertà di pensiero, coscienza o religione, al diritto a un ricorso effettivo e al divieto di discriminazione.
Attacchi illegali
Le vittime civili sono state più numerose rispetto al 2023 e spesso si è trattato di persone lontane dalla linea attiva del fronte, poiché la Russia ha continuato a colpire i centri abitati con missili e droni. Tra questi attacchi, quello contro l’ospedale pediatrico Ohmatdyt nella capitale Kiev, gravemente danneggiato perché colpito da un missile da crociera l’8 luglio, è stato un evidente crimine di guerra1. Al momento della conflagrazione, minori da tutta l’Ucraina stavano subendo procedure mediche, come chemioterapia e chirurgia ricostruttiva. Due persone sono morte e oltre 100 ferite, anche minori. Come numerosi altri attacchi nel 2024, quello all’ospedale Ohmatdyt ha fatto parte di una più ampia offensiva russo coordinata; nello stesso giorno, almeno 43 persone civili sono state uccise nelle città di Kiev, Dnipro e Kryvyi Rih.
La Russia ha proseguito gli attacchi sistematici contro le infrastrutture energetiche. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, a maggio 2024, il 70 per cento della capacità di generazione di energia termica dell’Ucraina era stato distrutto od occupato. La carenza di produzione di elettricità ha provocato blackout periodici e programmati, in particolare nei mesi estivi e invernali, quando la domanda di energia raggiungeva il picco e gli effetti dei danni complessivi erano maggiori.
Prigionieri di guerra
È aumentato il numero delle prove di esecuzioni sommarie di prigionieri di guerra ucraini da parte delle forze russe. Sui social media sono circolati numerosi video che sostenevano di mostrare tali uccisioni, mentre la procura generale ucraina ha affermato che, dal 2022, si contavano almeno 147 esecuzioni di prigionieri ucraini, di cui quasi il 90 per cento (127) occorse nel 2024. Anche se la Russia generalmente abbia ignorato o respinto queste denunce, due importanti figure politiche russe hanno chiesto l’esecuzione dei prigionieri di guerra. A luglio, il vicepresidente del consiglio di sicurezza Dmitri Medvedev ha chiesto “esecuzioni totali” dal suo canale Telegram. A ottobre, il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha dichiarato pubblicamente di aver dato l’ordine di non catturare vivi i soldati ucraini. Tre giorni dopo, tuttavia, ha dichiarato su Telegram di aver revocato tale ordine.
Centinaia di prigionieri di guerra ucraini sono stati processati in Russia e nelle aree occupate dell’Ucraina, spesso semplicemente per aver partecipato alle ostilità. Anche la mancanza di un giusto processo in tali processi equivaleva a crimine di guerra.
Il 21 agosto, il parlamento ucraino ha votato per ratificare lo Statuto di Roma dell’Icc, ma con una dichiarazione ai sensi dell’articolo 124 secondo cui, per un periodo di sette anni, l’Ucraina “non avrebbe accettato la giurisdizione” dell’Icc in merito ai crimini di guerra, “quando, probabilmente, il crimine fosse stato commesso da suoi cittadini”. Ciò ha creato un’ambiguità che potrebbe impedire indagini efficaci dell’Icc sui crimini di diritto internazionale commessi in Ucraina2.
L’Icc ha emesso ulteriori mandati di arresto per tre comandanti militari russi di alto rango e per l’ex ministro della difesa Sergej Šojgu. Tutti e quattro sono stati accusati di crimini di guerra commessi in Ucraina. Questi includevano l’aver ordinato attacchi diretti contro la popolazione e aver causato eccessivi danni collaterali a civili o a oggetti civili, nonché il crimine contro l’umanità di atti disumani.
Le persone anziane hanno continuato a essere colpite in modo sproporzionato dall’aggressione della Russia. Secondo HelpAge International, persone anziane e persone con disabilità rappresentavano tra il 20 e il 50 per cento di coloro che vivevano entro 25 chilometri dalle linee attive del fronte. Questo gruppo, che spesso non è stato in grado di raggiungere rifugi fisicamente inaccessibili durante gli allarmi antiaerei a causa delle disabilità, è rimasto tra i più a rischio.
Le persone anziane (l’80 per cento delle quali viveva al di sotto della soglia di povertà reale a causa di pensioni estremamente basse) in gran parte non hanno avuto la possibilità di ottenere un alloggio dopo essere state sfollate a causa del conflitto e hanno rappresentato la maggioranza delle persone presenti nei rifugi per sfollati, perché non avevano redditi sufficienti per trovare una casa in affitto o un altro alloggio. Non essendo questi rifugi fisicamente accessibili alle persone anziane con disabilità, migliaia di esse sono state collocate in case di riposo, da quando la Russia ha iniziato l’invasione su vasta scala dell’Ucraina. A settembre, una bomba russa ha colpito una residenza per anziani a Sumy, uccidendo una donna e ferendo almeno altre 12 persone che stavano in una struttura protetta dal diritto umanitario internazionale.
Ad aprile, l’Ucraina ha ridotto l’estensione delle sue deroghe alla Cedu, ma ha mantenuto quella relativa all’art. 10, riguardante il diritto alla libertà d’espressione. Diversi importanti organi d’informazione hanno lamentato pressioni da parte delle autorità ucraine. A gennaio, i giornalisti di bihus.info hanno riferito che erano stati sorvegliati e i loro telefoni intercettati. Il servizio di sicurezza ucraino ha avviato un’indagine su queste accuse, nonostante si sospettasse che suoi esponenti fossero responsabili di tali pratiche. A causa dei timori di conflitto di interessi, l’ufficio investigativo statale ha assunto la direzione dell’indagine, che era ancora in corso a fine anno. A ottobre, il comitato editoriale dell’importante quotidiano Ukrainska Pravda ha affermato che l’ufficio del presidente ucraino stava, tra le altre cose, facendo pressione sulle aziende affinché non acquistassero spazi pubblicitari sul giornale, nel tentativo di forzare un cambiamento nella sua politica editoriale. Le autorità hanno negato le accuse e il presidente Volodymyr Zelens’kyj ha dichiarato che la pressione sui giornalisti era “inaccettabile”.
Sono proseguiti i procedimenti penali ai sensi dell’art. 436-2 del codice penale (“giustificazione dell’aggressione russa contro l’Ucraina”). Tuttavia, a novembre, il numero di casi penali deferiti in tribunale ai sensi di questo articolo è diminuito del 29 per cento rispetto al 2023.
Ad agosto è entrata in vigore una legge che vieta le “organizzazioni religiose affiliate a centri di influenza”, che abbiano la sede centrale “in un paese che commette aggressioni armate contro l’Ucraina”.
La legge si riferiva alla chiesa ortodossa ucraina, che è rimasta in un controverso stato di subordinazione ecclesiastica alla chiesa ortodossa russa. La legge ha richiesto alla chiesa ortodossa ucraina di interrompere tale affiliazione entro nove mesi. Le autorità ucraine hanno accusato la chiesa di lavorare a stretto contatto con l’intelligence russa e hanno avanzato accuse di giustificazione dell’aggressione russa nei confronti dei suoi sacerdoti e fedeli.
Mentre le autorità hanno intensificato gli sforzi per la coscrizione, alcuni metodi hanno provocato una reazione pubblica perché sono sembrati sproporzionati, arbitrari o discriminatori. Ad esempio, per risolvere il problema dell’elevato numero di rinvii della leva dei dottorandi di sesso maschile, le autorità accademiche hanno sospeso la presentazione di domande per studi postlaurea a tempo pieno autofinanziati sia per gli uomini sia per le donne, anche se queste non erano soggette alla coscrizione obbligatoria.
L’osservatorio sulla libertà religiosa Forum18 ha segnalato un’ondata di nuovi casi penali aperti da metà anno contro gli obiettori di coscienza, che ne ha portato il totale a circa 300, da aggiungersi agli oltre 80 casi già arrivati a processo. A ottobre, il caso dell’obiettore di coscienza Dmytro Zelins’kyj è arrivato alla Corte costituzionale, dopo che la Corte suprema ha respinto il suo ultimo ricorso. A dicembre, la Corte costituzionale stava ancora valutando se la legge marziale permettesse di negare il diritto costituzionale all’obiezione di coscienza. Dall’inizio dell’invasione russa del 2022 non è stata concessa alcuna autorizzazione a svolgere il servizio civile alternativo.
La procura generale ha segnalato un aumento dell’80 per cento dei casi registrati di violenza domestica rispetto al 2023, con oltre 5.000 persone sopravvissute a questi episodi, in maggioranza donne e minori. Un documento di sintesi pubblicato dal Global Public Policy Institute ha indicato tra le principali cause di violenza di genere i crimini sessuali commessi da appartenenti alle forze armate russe, le precarie condizioni di vita delle persone sfollate internamente, l’instabilità economica, i rigidi ruoli di genere e lo stress e i traumi legati alla guerra.
A maggio, il parlamento ha adottato una nuova legge volta ad armonizzare il codice penale ucraino con la Convenzione di Istanbul, dopo averla ratificata nel 2022. Tra le altre cose, la legge ha introdotto reati per una serie di atti di violenza di genere, tra cui intimidazione e molestie sessuali sia offline sia online.
A giugno si è svolta a Kiev la prima Pride Equality March dal 2021. Tuttavia, non sono stati compiuti progressi sostanziali verso il riconoscimento legale e la protezione dei diritti delle coppie dello stesso sesso. Il relativo progetto di legge, registrato per la prima volta a marzo 2023, non è stato ancora esaminato dal parlamento. Un progetto di legge del 2021, che proponeva di includere nel codice penale l’orientamento sessuale e l’identità di genere come circostanze aggravanti dei crimini d’odio, non è stato preso in considerazione.
Ong locali hanno segnalato danni ambientali estesi e duraturi causati dalla guerra di aggressione russa in corso, tra cui l’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria nell’Ucraina continentale e nel mar Nero. Ad agosto e settembre, le autorità e gli ambientalisti hanno segnalato l’inquinamento dei fiumi Sejm e Desna, le cui sorgenti sono in Russia, che ha provocato una moria di massa di pesci.
A giugno, il governo ha adottato un piano nazionale per l’energia e il clima che mira ad armonizzare le politiche energetiche e climatiche dell’Ucraina con quelle dell’Ue, anche attraverso l’eliminazione graduale della produzione di elettricità basata sul carbone entro il 2035.
Diritto all’istruzione
La violazione del diritto all’istruzione è continuata nei territori occupati, dove minori hanno subìto un indottrinamento e le autorità di occupazione hanno fatto affidamento sulla coercizione di insegnanti che, in alcuni casi, è equivalsa a lavoro forzato3.
Soppressione delle identità non russe
La Russia ha proseguito la politica di “russificazione” dei territori occupati, inclusa la Crimea4. A gennaio, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che le restrizioni all’insegnamento in lingua ucraina costituivano una violazione del Cerd.
Le minoranze religiose e gli organi d’informazione e la cultura non russi sono rimasti sotto attacco. Le autorità de facto nelle regioni occupate di Donec’k e Luhans’k hanno informato i residenti che i “passaporti” che avevano iniziato a rilasciare nel 2016 avrebbero perso validità dal 1° dicembre 2024 e avrebbero dovuto essere sostituiti con veri passaporti russi. Le persone residenti prive di passaporto russo sarebbero state considerate “cittadine straniere”, non avrebbero potuto accedere ad alcuni servizi essenziali e sarebbero state a rischio di espulsione.
A giugno, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito che l’amministrazione russa della Crimea ha violato numerosi diritti umani, imponendo la cittadinanza russa ai residenti della Crimea, trasferendo persone detenute in Russia, facendo sparire forzatamente residenti e reprimendo le libertà religiose e di stampa. La Corte ha ritenuto discriminatorio il trattamento inflitto al popolo tataro di Crimea, tra cui la chiusura forzata di istituzioni politiche e culturali, la persecuzione dei leader della comunità e gli attacchi contro la proprietà privata. In Crimea è proseguita la repressione contro i gruppi minoritari, compresi i tatari di Crimea, sospettati di appartenere a Hizb-ut-Tahrir, così come nei confronti dei testimoni di Geova, due dei quali sono stati incarcerati a ottobre.
Tortura e maltrattamento
Sono continuate segnalazioni credibili di tortura e maltrattamento, nonché di sparizioni forzate tra popolazione civile e personale militare ucraino. Circa il 97 per cento degli ex prigionieri di guerra ucraini intervistati dalla Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina ha riferito di essere stato sottoposto a tortura e maltrattamento durante la prigionia in mano russa, tra cui gravi percosse, scosse elettriche, violenza sessuale, privazione del sonno e finte esecuzioni. A ottobre, la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sull’Ucraina ha riferito che le autorità russe avevano perseguito “una politica statale coordinata di tortura di civili ucraini e prigionieri di guerra” e ha rilevato che ciò equivaleva a un crimine contro l’umanità.
A ottobre, Maksym Butkevych, difensore dei diritti umani e prigioniero di guerra da giugno 2022, è stato liberato durante uno scambio di prigionieri. Era stato condannato per un presunto crimine di guerra da un tribunale de facto nella città occupata di Luhans’k, sulla base di una “confessione” forzata registrata su video5.
Ad aprile è stato confermato che la giornalista Viktoriya Roshhyna, scomparsa forzatamente dalla città occupata di Melitopol nell’agosto 2023, era in custodia russa. È morta nel centro di detenzione preventiva di Taganrog in Russia, tristemente famoso per le accuse di torture nei confronti dei detenuti.
Diniego di accesso
La Russia non ha concesso agli osservatori delle Nazioni Unite l’accesso ai luoghi di detenzione in cui erano trattenuti civili e prigionieri di guerra ucraini. Altre organizzazioni internazionali, comprese quelle umanitarie, non hanno avuto accesso o hanno avuto accesso limitato ai luoghi di detenzione sotto il controllo russo o ai territori occupati in generale. Questo, insieme alle restrizioni alla circolazione di civili in questi territori, ha impedito ai residenti di accedere a servizi essenziali.
Le accuse della Russia di violazioni del diritto internazionale da parte delle forze ucraine, come il presunto attacco letale contro un mercato a Donec’k avvenuto a gennaio, non hanno potuto essere documentate in modo imparziale a causa dell’impossibilità di accesso di media indipendenti e organizzazioni per i diritti umani.
Diritti delle persone sfollate internamente
A marzo, le autorità de facto nella regione occupata di Donec’k hanno adottato una misura che consente l’espropriazione delle proprietà abbandonate dalle persone sfollate. Hanno pubblicato online una lista di proprietà “senza proprietario” e hanno concesso 30 giorni per presentarsi di persona ed esibire un “passaporto” russo o rilasciato localmente per riacquistare la proprietà. La misura è equivalsa a un’espropriazione di proprietà che ha preso di mira le persone sfollate.
Note:
1 Ukraine: Russian strikes exact increasingly heavy toll on Ukraine’s children, 18 novembre.
2 Ukraine: Ratifying the Rome Statute a welcome step, but limitations must be addressed, 22 agosto.
3 Ukraine/Russia: Teachers in Russian-occupied territories coerced to teach Russian curriculum through threats and violence, 4 ottobre.
4 Ukraine/Russia: Ten Years of Occupation of Crimea: Russia Is Seeking to Effect Demographic Change while Suppressing Ukrainian and Crimean Tatar Identities, 18 marzo.
5 Ukraine: Russia’s reprisals against prominent Ukrainian human rights defender who joined the Armed Forces of Ukraine, 17 agosto.