Stati Uniti d’America


Rapporto 2024 – 2025   Americhe 2025

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Stati Uniti d’America

Le leggi che vietano l’aborto hanno avuto un grave impatto sui diritti riproduttivi. L’accesso all’asilo è stato limitato dalle politiche di gestione delle frontiere, ma alcune nazionalità hanno continuato a godere dello status di protezione temporanea. Le proteste diffusesi in vari campus universitari in tutto il paese contro il genocidio di Israele a Gaza sono andate incontro alla violenza delle forze di polizia e dei contromanifestanti. L’uso della forza letale da parte della polizia ha colpito in maniera sproporzionata le persone nere. I progressi verso l’abolizione della pena di morte sono stati minimi. È proseguita la detenzione arbitraria a tempo indeterminato a Guantánamo Bay. Nonostante il persistere della violenza legata all’uso delle armi da fuoco, il congresso non è riuscito a emanare alcuna regolamentazione federale, ma il presidente Biden ha firmato azioni esecutive per cercare di limitare la violenza. Gli Usa hanno continuato a utilizzare la forza letale in varie parti del mondo e hanno fornito a Israele armi che sono state utilizzate in attacchi diretti sui civili e in attacchi indiscriminati. La discriminazione e la violenza contro le persone lgbti erano diffuse e sono rimaste in vigore norme anti-lgbti. Il congresso non è riuscito a far approvare le proposte di legge che intendevano affrontare la questione dei risarcimenti relativi alla schiavitù e la sua eredità storica. Le donne native sono state ancora colpite in modo sproporzionato dalla violenza di genere. L’utilizzo e la produzione dei combustibili fossili sono aumentati. Le persone nere, altri gruppi razzializzati e persone a basso reddito sono state duramente colpite dall’impatto dell’industria petrolchimica sulla salute, sull’ambiente e sul clima.

 

CONTESTO

Le campagne per le elezioni presidenziali si sono concentrate su questioni riguardanti l’inflazione e il costo della vita, l’accesso agli alloggi e l’immigrazione al confine meridionale. Sono state segnate da una retorica divisiva che ha preso di mira varie comunità come quelle di migranti e rifugiati, persone che cercavano di accedere all’assistenza sanitaria riproduttiva, quelle lgbti e gruppi razzializzati.

Donald Trump è stato eletto per un nuovo mandato presidenziale a novembre.

 

DIRITTI SESSUALI E RIPRODUTTIVI

La legalità e l’accessibilità dell’aborto variavano notevolmente da stato a stato. A fine anno, in 19 stati erano in vigore divieti assoluti d’aborto o divieti con eccezioni estremamente limitate. La pubblicazione nel 2024 di uno studio sulla mortalità materna del 2022 ha confermato che almeno due donne erano decedute in Georgia a causa di un ritardo nelle cure, dopo che nello stato era entrato in vigore un divieto di abortire dopo la sesta settimana di gravidanza.

I divieti e le restrizioni d’accesso all’aborto hanno creato un clima di paura, confusione e devastazione. Hanno costretto le persone a ritardare le cure e minacciato i loro diritti alla vita e alla salute e, in sostanza, a partorire contro la loro volontà1.

La situazione era ancora più complicata per molte persone, tra cui quelle nere e razzializzate, quelle immigrate prive di documenti, le popolazioni native, le persone transgender, quelle residenti in aree rurali e indigenti. Sempre più spesso il personale sanitario ha deciso di lasciare gli stati dove vigevano divieti d’aborto particolarmente severi, estendendo così ulteriormente i “deserti” di assistenza sanitaria riproduttiva, in particolare nelle aree rurali e a basso reddito. Ostacoli socioeconomici impedivano inoltre a molte persone di spostarsi da uno stato all’altro per ricevere servizi abortivi.

Nei sette stati in cui si è svolto un referendum sul tema, i cittadini hanno votato per proteggere il diritto all’aborto.

 

DIRITTI DELLE PERSONE RIFUGIATE E MIGRANTI

Le misure sulla migrazione hanno continuato a limitare drasticamente l’accesso all’asilo al confine tra Usa e Messico. Un proclama presidenziale sulla sicurezza dei confini di giugno ha contingentato gli ingressi al confine meridionale sospendendoli al raggiungimento per una settimana di una media di 2.500 o più tentativi di ingresso al giorno, continuando fino a quando in 28 giorni, la media non sia scesa sotto le 1.500 unità giornaliere per una settimana di fila. La chiusura del confine non si applicava alle persone che avevano ottenuto un appuntamento tramite l’applicazione mobile “Cbp One” (oltre ad altre poche eccezioni), ma gli appuntamenti erano comunque limitati. L’uso obbligatorio del riconoscimento facciale e del tracciamento Gps per il funzionamento dell’applicazione destava grave preoccupazione in termini di privacy, sorveglianza e discriminazione2. Il provvedimento vietava inoltre agli agenti di frontiera di chiedere alle persone le loro esigenze di protezione, con un conseguente aumento delle espulsioni senza accesso a un meccanismo di valutazione per l’asilo. Gli screening imponevano standard più severi e l’accesso alle procedure dovute era limitato. Queste politiche continuavano a costringere richiedenti asilo ad aspettare in Messico per lunghi periodi di tempo, prolungando la loro esposizione alla violenza, che colpiva in particolare le persone nere, native e lgbti.

L’amministrazione ha concesso, esteso e ridisegnato lo status di protezione temporanea per i cittadini etiopi, haitiani, libanesi, birmani, somali, siriani e yemeniti, estendendo l’autorizzazione al lavoro e la protezione dall’espulsione. Tra gennaio e agosto circa 177.190 persone hanno ottenuto l’autorizzazione a raggiungere gli Usa attraverso una speciale procedura prevista per cubani, haitiani, nicaraguensi e venezuelani.

Le autorità hanno continuato a portare avanti un sistema basato su detenzione arbitraria di massa dei migranti, sorveglianza e monitoraggio elettronico.

È cresciuta la retorica razzista e antimigranti, specialmente durante la campagna per le elezioni presidenziali, con conseguenti attacchi violenti e minacce verso le comunità di immigrati e i fornitori di servizi umanitari.

 

LIBERTÀ DI RIUNIONE PACIFICA

Gli studenti e il personale delle università di tutto il paese hanno dato vita a proteste contro il genocidio di Israele a Gaza e la complicità degli Usa, chiedendo alle istituzioni accademiche di lanciare appelli ufficiali per un cessate il fuoco, esortando il governo a porre fine alla fornitura di armi a Israele e sollecitando gli istituti scolastici a disinvestire dalle aziende che traggono profitto dal conflitto.

Le proteste in larga parte pacifiche e gli accampamenti allestiti nei campus sono andati incontro a sanzioni accademiche e punizioni, subendo anche la violenza di contromanifestanti e delle forze di polizia convocate dalle amministrazioni universitarie3. La polizia, spesso in assetto antisommossa, ha usato la forza, utilizzando tra l’altro manganelli, proiettili a impatto cinetico come quelli di gomma, spray al peperoncino e gas lacrimogeni per disperdere e arrestare le persone che manifestavano. Almeno 3.100 tra studenti, dipendenti e altri sono stati arrestati o detenuti. Amnesty International ed esperti delle Nazioni Unite hanno criticato la convocazione delle forze di polizia per disperdere queste proteste4.

Il congresso e 19 stati hanno presentato 52 proposte di legge che intendevano limitare il diritto di protesta, con sette proposte di legge promulgate in quattro stati.

 

DIRITTO A UN AMBIENTE SALUBRE

L’inquinamento proveniente dalle centinaia di impianti petrolchimici e di combustibili fossili lungo il canale navale di Houston (Houston Ship Channel), in Texas, ha danneggiato la salute e i diritti umani delle persone residenti, colpendo in modo sproporzionato le comunità marginalizzate e razzializzate5. La continua assenza di una supervisione normativa ha creato una “zona di sacrificio”, che ha perpetuato un razzismo ambientale e un’eredità di pratiche abitative discriminatorie in termini razziali.

Ad agosto, una corte federale ha impedito al governo di richiedere alla Louisiana di implementare misure di salvaguardia contro gli effetti dell’inquinamento. Le garanzie facevano riferimento alle leggi federali sui diritti civili, che vietano la discriminazione basata su etnia, colore della pelle o nazione d’origine.

Secondo i dati più recenti del dipartimento dell’Energia, nel 2023 la produzione di combustibili fossili costituiva l’84 per cento della produzione energetica degli Usa. Gli Stati Uniti hanno spinto la produzione di combustibili fossili ai livelli massimi, più di qualsiasi altro paese. A giugno, in Louisiana è stato approvato un progetto di esportazione di gas naturale liquefatto, che si prospetta come uno dei più grandi progetti di esportazione di gas degli Stati Uniti.

A marzo, il presidente Biden ha firmato un disegno di legge sugli stanziamenti che ha designato 931,9 milioni di dollari Usa in finanziamenti internazionali per il clima per l’anno fiscale 2024, nonostante il precedente impegno di stanziare per quell’anno tre miliardi di dollari Usa.

 

USO ECCESSIVO DELLA FORZA

Secondo dati forniti dai media, nel 2024 le persone uccise in seguito all’uso delle armi da fuoco da parte della polizia sono state 1.133. L’uso letale della forza da parte della polizia ha colpito in modo sproporzionato le persone nere, che costituivano quasi il 22 per cento delle morti causate dall’uso delle armi da fuoco da parte della polizia, sebbene rappresentino il 13 per cento della popolazione. Dopo 10 anni, il governo non aveva ancora implementato pienamente il Death in Custody Reporting Act, per documentare il numero delle persone uccise ogni anno dalle forze di polizia.

Il congresso non è riuscito ad approvare il George Floyd Justice in Policing Act, comprendente un ampio pacchetto di politiche come quelle sul divieto di profilazione razziale e l’accertamento delle responsabilità delle forze di polizia.

 

PENA DI MORTE

L’Alabama ha effettuato tre esecuzioni mediante ipossia da azoto, nonostante la condanna delle associazioni nazionali e internazionali6. Esperti delle Nazioni Unite si sono appellati affinché tale metodo fosse vietato, descrivendolo come una “sperimentazione umana” che “equivaleva a tortura”. La Carolina del Sud ha eseguito la sua prima esecuzione dopo 13 anni, in seguito alla decisione di una corte statale secondo cui i suoi metodi di esecuzione non erano “punizioni crudeli e inusuali”. L’Indiana ha effettuato la sua prima esecuzione dal 2009.

La Louisiana ha emanato una legislazione per includere l’ipossia da azoto e la sedia elettrica come metodi di esecuzione, mentre il Kansas ha tentato di approvare un disegno di legge che aggiungeva l’ipossia da azoto come opzione per le esecuzioni. L’Iowa ha tentato di ripristinare la pena di morte per l’omicidio di primo grado di un poliziotto o di un funzionario di polizia. Il Tennessee ha ampliato la gamma dei reati soggetti all’applicazione della pena capitale, per includere “lo stupro aggravato di minore”, nonostante sia incostituzionale. L’Alabama non è riuscito ad approvare una proposta di legge che avrebbe consentito di applicare retroattivamente la modifica legislativa del 2017, che aveva abolito la facoltà del giudice di rettificare le decisioni della giuria riguardanti le condanne a morte, e che avrebbe permesso di ribaltare le condanne di almeno 30 persone. Il Delaware ha ufficialmente abrogato la pena di morte dopo avere sancito la sua incostituzionalità nel 2016.

 

DETENZIONE ARBITRARIA

Nella base navale statunitense di Guantánamo Bay, a Cuba, 26 uomini musulmani erano ancora detenuti arbitrariamente e a tempo indefinito, in violazione del diritto internazionale. Il trasferimento di circa una decina di uomini rimaneva in sospeso dal 2023. L’amministrazione Biden ha trasferito quattro detenuti fuori da Guantánamo nel 2024. Quattordici dei rimanenti detenuti avevano ottenuto il nulla osta al trasferimento fuori della struttura, che alcuni attendevano da oltre un decennio, ma senza alcun progresso. Il congresso ha continuato a bloccare il trasferimento negli Usa dei detenuti di Guantánamo, pertanto, potevano essere trasferiti solo verso paesi terzi, dove i loro diritti umani sarebbero stati rispettati.

I detenuti che erano stati sottoposti a tortura e maltrattamento e/o a sparizione forzata hanno continuato a non ottenere giustizia, risarcimento o cure mediche adeguate.

Otto detenuti, inclusi cinque uomini accusati di avere partecipato agli attacchi dell’11 settembre 2001, erano ancora sotto processo davanti a un sistema di commissione militare, in violazione del diritto e degli standard internazionali sull’equo processo. Se giudicati colpevoli, rischiavano la pena di morte, la cui imposizione costituirebbe una privazione arbitraria della vita, dal momento che i procedimenti non hanno rispettato gli standard internazionali e i detenuti sono stati sistematicamente torturati. Tre degli imputati sotto processo davanti a una commissione militare per gli attacchi dell’11 settembre hanno raggiunto un accordo dichiarandosi colpevoli ed evitando così la pena di morte, ma il segretario alla Difesa ha annullato l’accordo e il caso è rimasto in un limbo. Dopo 23 anni, gli Usa non erano stati ancora in grado di accertare le responsabilità per gli attacchi dell’11 settembre.

Leonard Peltier, un attivista nativo americano, stava scontando due ergastoli consecutivi in relazione alla morte di due agenti federali nel Sud Dakota, nel 1975. La sua colpevolezza e la sua condanna continuavano a destare forti dubbi. Ormai ottantenne e con problemi di salute gravi e cronici, si è visto rifiutare la sua richiesta di scarcerazione per motivi compassionevoli ad aprile, mentre quella per la libertà vigilata è stata respinta a luglio7. A fine anno, era ancora pendente una richiesta di clemenza indirizzata al presidente Biden.

 

DIRITTO ALLA VITA E ALLA SICUREZZA DELLA PERSONA

Secondo le statistiche governative pubblicate nel 2024, si stima che nel 2022, l’anno più recente per il quale esistono dati ufficiali, la violenza armata abbia ucciso almeno 48.204 persone. Questo tipo di violenza è stata la causa principale di morte tra bambini e adolescenti. La violenza armata è aumentata nel 2024 facendo registrare 503 episodi di sparatorie di massa e almeno112 sparatorie nelle scuole primarie e secondarie o all’università, in cui è stata uccisa o ferita una vittima. L’incapacità del governo di emanare una normativa sulle armi da fuoco basata sull’evidenza dei fatti ha messo a repentaglio i diritti umani dell’intera popolazione.

In assenza di un’azione del congresso sulla prevenzione della violenza armata e di una riforma legislativa sull’uso delle armi da fuoco, il presidente Biden ha emanato diversi ordini esecutivi che hanno reso più stringenti i controlli preliminari sul profilo degli acquirenti di armi da fuoco, affrontando la questione della custodia sicura delle armi e fornendo sostegno agli stati che stavano disarmando i perpetratori di violenza domestica.

 

UCCISIONI ILLEGALI

Gli Usa hanno fatto ripetutamente ricorso alla forza letale in vari paesi del mondo, con alcuni casi che potrebbero configurarsi come esecuzioni extragiudiziali; hanno anche continuato a non fornire informazioni riguardo agli standard e ai criteri legali e di condotta applicati dalle forze Usa nell’impiego di forza letale.

L’amministrazione ha creato un nuovo sistema di linee guida per la risposta e la mitigazione dei danni causati ai civili, in cui ha accettato di condurre indagini più approfondite sui danni ai civili e creato un centro di eccellenza incaricato di guidare tali indagini. Tuttavia, si è rifiutata di riesaminare casi ben documentati di morti e danni civili e non ha fornito riparazioni per le uccisioni della popolazione civile del passato, comprese quelle di cui aveva ammesso la responsabilità.

Bombe e componenti di fabbricazione statunitense sono stati identificati da Amnesty International negli attacchi aerei illegali e mortali compiuti dall’esercito israeliano contro complessi residenziali e un campo di fortuna per sfollati nella Striscia di Gaza a gennaio8, aprile9 e maggio10. La continua fornitura di munizioni a Israele ha violato le leggi e le politiche statunitensi in materia di trasferimento e vendita di armi, che hanno lo scopo di prevenire i trasferimenti di armi che rischiano di contribuire ad arrecare danni alla popolazione civile e a compiere violazioni dei diritti umani o del diritto umanitario internazionale.

A febbraio, il presidente Biden ha emanato un ordine esecutivo che ha imposto sanzioni nei confronti di singoli coloni israeliani, organizzazioni di coloni israeliani e un gruppo armato palestinese per avere compromesso la pace, la sicurezza e la stabilità in Cisgiordania.

A settembre, il dipartimento della Giustizia ha annunciato di avere formalmente incriminato esponenti di Hamas, con accuse che coprivano un periodo dal 1997, tra cui “cospirazione finalizzata all’omicidio di cittadini statunitensi” e “cospirazione volta a fornire supporto materiale a una organizzazione terroristica straniera con conseguenti perdite di vite umane”.

 

DISCRIMINAZIONE

Ha continuato a destare preoccupazione il numero esorbitante di casi di violenza basata sul reale o percepito orientamento sessuale o sull’identità di genere, specialmente a danno di persone transgender razzializzate. Secondo i dati forniti dal governo nel 2024, durante il 2023 sono stati registrati almeno 2.900 crimini d’odio contro persone lgbti. Secondo l’Ong Human Rights Campaign, l’84 per cento delle persone transgender uccise erano razzializzate e il 50 per cento erano donne transgender nere.

Le legislature statali hanno presentato 574 proposte legislative anti-lgbti, di cui 46 sono state convertite in legge. Queste norme hanno avuto un impatto sull’accesso delle persone lgbti all’assistenza sanitaria e alle strutture pubbliche, sulla capacità di accedere ai documenti legali secondo l’identità di genere preferita, sulla partecipazione alle attività scolastiche e sull’accesso ai materiali educativi riguardanti tematiche lgbti, tra i vari aspetti.

A gennaio, il California Legislative Black Caucus ha proposto un pacchetto di misure di riparazione, comprendente 14 proposte legislative per smantellare le eredità storiche della schiavitù e il razzismo sistemico a danno delle persone afrodiscendenti; di queste, 11 erano state o promulgate o erano in attesa di revisione da parte della commissione parlamentare.

A giugno, la Corte suprema dell’Oklahoma ha respinto una causa intentata da Viola Fletcher e Lessie Banningfield, che chiedevano giustizia riparativa come ultime sopravvissute al massacro razziale di Tulsa del 1921, in cui una folla di persone bianche attaccò e uccise centinaia di residenti neri. A settembre è stata respinta una nuova udienza, negando così l’accertamento delle responsabilità per uno dei peggiori crimini razziali contro le persone nere degli Usa nel XX secolo.

A luglio, il dipartimento dell’Interno ha pubblicato il suo rapporto finale sull’iniziativa Federal Indian Boarding School, che cercava di affrontare i traumi intergenerazionali inflitti su bambini nativi dal violento programma di assimilazione dal 1871 al 1969. L’indagine ha identificato almeno 74 siti di sepoltura contrassegnati e non contrassegnati presso 65 scuole e almeno 973 morti confermate, sebbene il numero reale di morti sia stimato essere il triplo.

A settembre, il consiglio comunale di New York ha approvato una legislazione per “riconoscere e affrontare l’eredità storica e l’impatto della schiavitù e delle ingiustizie razziali”.

Il congresso non è riuscito ad approvare una legge per istituire una commissione cui affidare lo studio e lo sviluppo di una serie di proposte per la popolazione afroamericana riguardanti la schiavitù e il presidente Biden non ha emanato un ordine esecutivo che facesse lo stesso.

 

VIOLENZA DI GENERE

Le donne amerindie e le donne native dell’Alaska (American Indian and Alaska Native – Ai/An) hanno continuato a subire sconcertanti livelli di violenza sessuale. Secondo i dati del governo, le donne Ai/An avevano 2,2 probabilità in più di essere vittime di violenza sessuale rispetto alle donne non native. La legislazione americana vigente continuava a limitare la capacità dei governi tribali locali di perseguire non nativi che commettono violenza sessuale a danno di donne native, sebbene il Violence Against Women Act del 2022, promulgato nel 2024, includesse disposizioni che finora consentivano a 31 delle 574 tribù riconosciute a livello federale di farlo.

Le donne Ai/An sopravvissute alla violenza hanno anche continuato a incontrare ostacoli nell’accesso all’assistenza post-stupro, compreso l’accesso a un esame medico legale, indispensabile per poter aprire un procedimento penale contro il perpetratore.

 


Note
1 Abortion in the USA: The Human Rights Crisis in the Aftermath of Dobbs, 5 agosto.
2 USA: CBP One: A blessing or a trap?, 8 maggio.
3 Amnesty International urges university administrations to respect and protect students’ rights to protest, 24 aprile.
4 Amnesty International USA condemns university administrations’ responses to campus protests, 3 maggio.
5 USA: The Cost of Doing Business? The Petrochemical Industry’s Toxic Pollution in the USA, 25 gennaio.
6 Amnesty International USA condemns Alabama’s execution of Kenneth Smith, calls for moratorium on use of the death penalty as first critical step, 26 gennaio.
7 U.S. Parole Commission denies Leonard Peltier’s request for freedom; President Biden should grant clemency, 2 luglio.
8 Israel/OPT: New evidence of unlawful Israeli attacks in Gaza causing mass civilian casualties amid real risk of genocide, 12 febbraio.
9 Israel/OPT: Israeli air strikes that killed 44 civilians further evidence of war crimes – new investigatio”, 27 maggio.
10 Israel/OPT: Israeli attacks targeting Hamas and other armed group fighters that killed scores of displaced civilians in Rafah should be investigated as war crimes, 27 agosto.

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