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Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte. Per restare aggiornato iscriviti alla newsletter.
La Bielorussia è l’ultimo paese in Europa a mantenere ancora la pena di morte.
E una pesante coltre di segretezza e crudeltà avvolge il suo uso: detenuti e familiari non vengono avvisati sulla data di esecuzione, i prigionieri sono avvertiti solo pochi istanti prima di essere bendati, ammanettati, costretti a inginocchiarsi e fucilati alla nuca.
E il corpo non viene restituito alla famiglia né viene divulgato il luogo di sepoltura.
Sono almeno quattro i prigionieri nel braccio della morte, l’ultima esecuzione risale al 2017. Amnesty lancia un appello per chiedere alle autorità di stabilire una moratoria ufficiale sulle esecuzioni e di commutare le condanne a morte di tutti i prigionieri nel braccio della morte.
In totale 142 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica. 56 paesi mantengono in vigore la pena capitale, ma quelli che eseguono condanne a morte sono assai di meno.
*questa lista contiene soltanto i dati sulle esecuzioni di cui Amnesty International è riuscita ad avere notizia certa. In alcuni paesi asiatici e mediorientali il totale potrebbe essere molto più elevato.
Dal 2009, Amnesty International ha deciso di non pubblicare la stima delle condanne a morte e delle esecuzioni in Cina, dove questi dati sono classificati come segreto di stato. Ogni anno, viene rinnovata la sfida alle autorità cinesi di rendere disponibili queste informazioni che si ritiene essere nell’ordine di migliaia, sia di esecuzioni che di condanne a morte.
Approfondimento a cura del Coordinamento tematico sulla pena di morte.
1 novembre – Il Land tedesco dell’Assia ha abolito la pena di morte, che figurava ancora nella sua Costituzione regionale nonostante sia vietata nel Paese, in base ai risultati di un referendum svoltosi il 28 ottobre, insieme alle elezioni per il rinnovo del Parlamento locale. A votare per la soppressione della pena capitale sono stati oltre l’80% degli elettori. Nonostante fosse ancora prevista dalla Carta regionale, la pena di morte non sarebbe stata comunque applicabile visto che la Repubblica federale l’ha abolita in tutto il Paese con la Costituzione del 1949.
5 novembre – Il Parlamento israeliano tornerà a discutere una legge che rende più facile condannare a morte i palestinesi colpevoli di reati di terrorismo. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, augurandosi che la norma venga approvata. L’iniziativa legislativa è sostenuta anche dal premier Benjamin Netanyahu. La norma punta ad allentare i requisiti che i tribunali militari devono seguire per condannare a morte i palestinesi giudicati colpevoli di reati di terrorismo. Contro la proposta si sarebbe espresso, secondo i media locali, l’establishment della sicurezza e la difesa. L’ultima volta che la pena di morte è stata applicata risale al 1962 con l’impiccagione di Adolf Eichmann.
15 novembre – Roberto Moreno Ramos, messicano di 64 anni, è stato messo a morte con iniezione letale nel penitenziario di Huntsville, in Texas. L’uomo era stato condannato alla pena capitale per aver ucciso la moglie e i due figli piccoli di 3 e 7 anni. Nel 2003 il governo messicano aveva portato il caso di Ramos e di altri 50 messicani nel braccio della morte negli Stati Uniti alla Corte di giustizia dell’Aia denunciando come i detenuti non fossero stati informati della possibilità di avere aiuto legale dal consolato, un diritto garantito dalla Convenzione di Ginevra. Nonostante il tribunale avesse ordinato il riesame dei casi, la Corte Suprema Usa nel 2008 aveva deciso che gli Stati Uniti non sono obbligati ad attenersi alle decisioni del Tribunale dell’AIa. Da allora cinque messicani sono stati giustiziati, tutti in Texas.
Stati Uniti d’America – L’11 ottobre la Corte Suprema dello Stato di Washington ha stabilito che la pena di morte viola la Costituzione, in quanto è imposta in modo arbitrario e con pregiudizio razziale. Washington è il ventesimo stato degli Usa ad aver abolito la pena di morte, che resta in vigore negli altri 30 stati e nei due codici di giustizia federale, civile e militare.
Sud Sudan – Il 31 ottobre 2018, come gesto riconciliatorio a sostegno dell’accordo di pace sottoscritto il 12 settembre, il presidente del Sud Sudan Salva Kiir ha graziato due condannati a morte. Si tratta di James Gatdet Dak , già portavoce dell’Esercito di liberazione del popolo sudanese – Opposizione, e di William Endley, un cittadino sudafricano che agiva come consulente del leader della fazione di opposizione. Endley era stato condannato a morte per tentativo di rovesciare il governo, Gatdet per tradimento.