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Sono stati segnalati nuovi episodi di tortura per mano del personale penitenziario. La violenza contro le donne è proseguita a un livello pericolosamente alto. Persone razzializzate e lgbti hanno continuato a essere vittime di razzismo e discriminazione, anche a opera di ufficiali statali. L’Italia ha tentato di inviare in Albania richiedenti asilo salvati in mare, per far esaminare la loro richiesta fuori dal paese. In più occasioni la polizia è ricorsa a un uso eccessivo e non necessario della forza contro manifestanti e ha limitato il diritto alla libertà di riunione pacifica. Circa il 10 per cento della popolazione ha vissuto in povertà assoluta. Sono perdurati gli ostacoli all’aborto. A luglio, il cambiamento climatico indotto dalle attività umane ha causato un’ondata di calore estremo.
Migliaia di detenuti hanno sopportato condizioni di vita al di sotto degli standard in celle sovraffollate e fatiscenti. È stato espresso il timore che tali condizioni avessero contribuito al crescente numero di suicidi tra i detenuti, che al 20 dicembre erano arrivati a 83.
Anche le condizioni nei centri di rimpatrio per migranti non hanno rispettato gli standard internazionali, con persone tenute in gabbie spoglie con mobili in cemento, strutture igieniche inadeguate e mancanza di attività significative.
Ad aprile, alcune procuratrici hanno rivelato che 13 agenti penitenziari erano stati arrestati e otto sospesi per accuse di tortura e altre violazioni contro ragazzi trattenuti nel carcere minorile di Milano. Anche due ex direttrici del carcere sono state indagate per non aver impedito e denunciato gli abusi, che duravano da anni.
Novantacinque donne sono state uccise in episodi di violenza domestica, 59 delle quali per mano di partner attuali o precedenti.
A febbraio, il Comitato Cedaw ha espresso preoccupazione per l’“elevata diffusione della violenza di genere contro le donne” e la scarsa percentuale di denunce. Ha anche evidenziato il fatto che la definizione giuridica di stupro non fosse basata sul consenso.
Rispettivamente a settembre e ottobre, due organismi internazionali, il Meccanismo internazionale indipendente di esperti delle Nazioni Unite per la promozione della giustizia razziale e dell’uguaglianza nel contesto dell’applicazione della legge e la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), hanno pubblicato rapporti in cui descrivevano come le persone rom, africane e di discendenza africana, migranti e lgbti continuassero a essere vittime di razzismo e discriminazione, anche da parte di ufficiali statali.
Entrambi gli organismi hanno lamentato la pratica sistematica della profilazione razziale da parte di agenti della polizia e il meccanismo delle Nazioni Unite ha osservato che la polizia era viziata da una “dilagante presunzione di criminalità” nei confronti di persone africane e di discendenza africana. L’Ecri si è detta preoccupata per i discorsi xenofobi, omofobi e transfobici, anche da parte di figure politiche e pubblici ufficiali.
A maggio, il Comitato europeo per i diritti sociali ha rilevato che l’Italia aveva violato la Carta sociale europea per quanto riguarda il diritto all’alloggio delle persone rom, che continuavano a subire discriminazioni nell’accesso a un alloggio adeguato, erano soggette a sgomberi forzati e vivevano in condizioni di segregazione e al di sotto degli standard1.
Circa 1.700 persone sono morte in mare lungo la rotta del Mediterraneo centrale nel tentativo di raggiungere l’Europa. La maggior parte era partita dalla Libia e dalla Tunisia.
A luglio, la procura ha incriminato sei agenti della polizia doganale e della guardia costiera per non aver impedito un naufragio nei pressi di Steccato di Cutro, in Calabria, occorso nel febbraio 2023, in cui almeno 94 persone, tra cui 34 minori, annegarono nelle acque territoriali italiane. L’inchiesta ha indicato che la decisione assunta nel 2019 dal ministero dell’Interno di inviare meno tempestivamente mezzi di soccorso alle imbarcazioni di rifugiati e migranti in avvicinamento alle coste italiane potrebbe aver contribuito a una perdita di vite umane evitabile.
Ad aprile, Amnesty International ha visitato i centri di rimpatrio di Ponte Galeria, nella capitale Roma, e di Pian del Lago, a Caltanissetta, e ha scoperto che alcune persone richiedenti asilo e migranti erano state sottoposte a detenzione amministrativa illegale, facendo temere che violazioni analoghe abbiano potuto verificarsi anche in altri centri2.
Le procedure accelerate alla frontiera, introdotte nel 2023 per esaminare le domande di asilo di persone provenienti da paesi che l’Italia considera “sicuri”, hanno continuato a essere contestate nei tribunali.
Cooperazione con Albania, Libia e Tunisia
A ottobre, l’Italia ha iniziato ad applicare il protocollo del 2023 con l’Albania, volto a fare esaminare nei centri di detenzione extraterritoriali in Albania le richieste di asilo di persone provenienti da paesi considerati “sicuri”. Ventiquattro uomini salvati in mare dalla marina italiana sono stati portati in Albania, dove le loro richieste di asilo sono state respinte in meno di 48 ore. Tuttavia, un tribunale di Roma ha rifiutato di convalidare gli ordini di detenzione, sostenendo che i paesi di origine dei richiedenti asilo non potevano essere considerati “sicuri” e richiedendo all’Italia di permettere agli uomini di entrare nel territorio italiano e di rilasciarli. A fine anno era in sospeso un verdetto della Corte di giustizia dell’Ue sulla questione. Il governo ha cercato di screditare i giudici che non avevano convalidato gli ordini di detenzione, indebolendone l’indipendenza3.
L’Italia ha continuato a supportare la Libia per trattenere le persone entro i propri confini, nonostante le prove di gravi violazioni dei diritti umani contro le persone rifugiate e migranti. L’assistenza dell’Italia alla Tunisia per istituire la sua regione di competenza per la ricerca e soccorso ha sollevato preoccupazioni per la possibilità di ulteriori intercettazioni e sbarchi in Tunisia di persone a rischio di persecuzione.
A giugno, il tribunale civile di Roma ha ordinato all’Italia di pagare un risarcimento di 15.000 euro a testa e di concedere il diritto di entrare in Italia alle persone sopravvissute a un respingimento illegale via mare in Libia avvenuto nel 2018.
Criminalizzazione della solidarietà
Ad aprile, il tribunale di Trapani ha assolto tutte le persone imputate e archiviato il caso contro gli equipaggi della Iuventa e di altre navi di soccorso di Ong, accusate di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. La corte ha sottolineato che l’equipaggio della Iuventa aveva agito per salvare vite sotto la direzione delle autorità italiane.
A maggio, tre procedure speciali delle Nazioni Unite hanno sollevato preoccupazioni sulle restrizioni imposte dall’Italia alle attività dei difensori dei diritti umani che salvano vite in mare. Tuttavia, l’Italia ha continuato a ostacolare il loro lavoro di salvataggio. A settembre, le autorità hanno ordinato alla nave di soccorso di Medici senza frontiere Geo Barents di sbarcare le persone a Genova, anziché nel porto sicuro più vicino. Hanno anche sospeso le operazioni della nave per 60 giorni perché, a loro avviso, non aveva collaborato con le autorità libiche e per presunte violazioni tecniche.
A gennaio, il parlamento ha reso reato la deturpazione o il danneggiamento di edifici e manufatti storici durante le manifestazioni. Si è temuto che la legge avrebbe portato a restrizioni eccessive al diritto di protesta pacifica.
Il parlamento ha discusso un disegno di legge sulla sicurezza che includeva disposizioni draconiane che limitavano il diritto di riunione pacifica. A dicembre, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha chiesto al parlamento di modificare in modo sostanziale il disegno di legge per garantire il rispetto degli standard sui diritti umani.
In numerose occasioni, la polizia è ricorsa a un uso eccessivo e non necessario della forza contro manifestanti. A febbraio, la polizia ha fatto uso illegale dei manganelli contro studenti che protestavano a Pisa in solidarietà con la popolazione palestinese, ferendo 15 persone, 11 delle quali minori. Era in corso un’indagine sulle azioni di 10 agenti di polizia.
Le autorità hanno vietato una protesta in solidarietà con la popolazione palestinese che doveva svolgersi il 5 ottobre a Roma. Il divieto è stato parzialmente revocato il giorno stesso, ma sono state applicate altre restrizioni alla libertà di movimento4.
A febbraio, il tribunale di Milano ha assolto otto persone attiviste per il clima, accusate di aver ostacolato il traffico e deturpato la proprietà pubblica durante una protesta del 2021, mettendo in risalto le motivazioni della protesta, cioè garantire che i governi agissero sul cambiamento climatico.
A ottobre, l’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha rivelato che nel 2023 quasi il 10 per cento della popolazione (2,2 milioni di famiglie o 5,7 milioni di persone) aveva vissuto in povertà assoluta. Le famiglie composte da almeno una persona di nazionalità straniera erano state colpite in modo sproporzionato e rappresentavano più del 30 per cento di quelle in povertà assoluta.
Investimenti insufficienti nel servizio sanitario nazionale hanno portato a crescenti disuguaglianze nel godimento del diritto alla salute. I dati pubblicati ad aprile dall’Istat hanno mostrato che, nel 2023, le motivazioni economiche e la lunghezza delle liste d’attesa sono state tra gli ostacoli che hanno indotto 4,5 milioni di persone a rinunciare a prenotare visite mediche, compromettendo l’accessibilità e l’economicità dell’assistenza sanitaria. A febbraio, il Comitato Cedaw ha espresso preoccupazione per le disparità e le disuguaglianze regionali nell’accesso ai servizi sanitari di base, dovute allo status sociale ed economico, al genere e alla posizione geografica.
L’accesso all’aborto ha continuato a essere ostacolato da fattori diversi, tra i quali l’elevato numero di medici e altri operatori sanitari che si rifiutavano di fornire assistenza per l’aborto.
Ad aprile, in una modifica a una legge non correlata, il parlamento ha consentito ai gruppi antiabortisti di operare all’interno dei consultori familiari che fornivano assistenza per l’aborto.
A luglio, l’Italia ha rivisto retrospettivamente il suo piano nazionale integrato per l’energia e il clima, ritardando l’eliminazione graduale del carbonio dal 2025 al 2030.
Sempre a luglio, l’Italia ha sperimentato un’ondata di calore estremo, che gli scienziati hanno attribuito al cambiamento climatico indotto dalle attività umane. Le condizioni di estrema siccità in Sardegna e Sicilia, durate mesi e culminate a maggio, sono state rese significativamente più gravi dal cambiamento climatico. Secondo uno studio di World Weather Attribution, i mezzi di sostentamento delle persone in Sicilia sono stati gravemente colpiti dal catastrofico impatto economico della siccità.
Note:
1 Italy: Ruling on scandal of discriminatory housing policies against Roma must finally spur authorities into action, 13 maggio.
2 Italy: Liberty and dignity: Amnesty International’s observations on the administrative detention of migrant and asylum-seeking people in Italy, 4 luglio.
3 Italy: The Italy-Albania agreement on migration: Pushing boundaries, threatening rights, 19 gennaio.
4 Italy: Statement expressing concern about law enforcement officials violating human rights, including the rights to freedom of expression and to peaceful assembly, on 5 October in Rome preceding and during the “National Demonstration for Palestine, 28 novembre.