Ucraina: processi-farsa russi contro i prigionieri di guerra a Mariupol illegali e inaccettabili

26 Agosto 2022

Photo by Yuri KADOBNOV / AFP / Getty

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Amnesty International ha dichiarato che ogni proposito, da parte dei gruppi armati filorussi, di processare prigionieri di guerra ucraini nel cosiddetto “tribunale internazionale” di Mariupol è illegale e offensivo e costituisce un ulteriore atto di crudeltà nei confronti di una città che ha già patito enormi sofferenze nel corso della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.

Negli ultimi giorni sono emerse notizie e immagini riguardo alla costruzione di gabbie all’interno della Sala della filarmonica di Mariupol, nelle quali trattenere i prigionieri da sottoporre a processo. Il Crisis Evidence Lab di Amnesty International ha verificato che le immagini pubblicate su Facebook dal Consiglio municipale di Mariupol sono quelle dell’interno della Sala della filarmonica.

Il diritto internazionale vieta a una Potenza detentrice di processare prigionieri di guerra per aver preso parte alle ostilità o per legittime azioni di guerra commesse nel corso di un conflitto armato. Ai sensi della Terza Convenzione di Ginevra, i prigionieri di guerra accusati di aver commesso crimini devono essere sottoposti a un processo equo e regolare, che può essere celebrato solo presso un tribunale legalmente costituito.

“Ogni proposito, da parte delle autorità russe, di processare prigionieri di guerra ucraini nei cosiddetti ‘tribunali internazionali’ istituiti dai gruppi armati a Mariupol sotto l’effettivo controllo russo, è illegale e inaccettabile”, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale.

“Il diritto internazionale umanitario vieta l’istituzione di tribunali all’unico scopo di processare prigionieri di guerra. Privare deliberatamente i prigionieri di guerra del diritto a un processo equo, che è esattamente ciò che intende fare la Russia, è un crimine di guerra. Le Convenzioni di Ginevra prevedono espressamente che i prigionieri di guerra siano protetti dai processi per il mero fatto di aver preso parte alle ostilità”, ha aggiunto Struthers.

“Allestendo questi vergognosi ‘processi’ e trasformando un teatro pubblico in un’aula di tribunale, la Russia in quanto potenza occupante si sta facendo beffe della giustizia. Tutto ciò serve solo alla sua propaganda”, ha commentato Struthers.

Aver scelto Mariupol come sede di questi ‘tribunali’ è particolarmente crudele e scioccante dato che le forze russe, coi loro incessanti attacchi e con l’assedio, hanno trasformato la città in una terra desolata prima di occuparla a maggio. Amnesty International ha indagato sull’attacco contro il Teatro d’arte drammatica giungendo alla conclusione che le forze russe hanno deliberatamente preso di mira civili e dunque hanno commesso un evidente crimine di guerra”, ha sottolineato Struthers.

 

I diritti dei prigionieri di guerra ucraini

Le forze russe e i gruppi armati sostenuti dalla Russia devono garantire a osservatori indipendenti il pieno accesso ai prigionieri di guerra ucraini.

Amnesty International condivide le preoccupazioni espresse dall’Ufficio dell’Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani: i prigionieri di guerra ucraini sono detenuti senza accesso a osservatori indipendenti e “rischiano di essere torturati allo scopo di estorcergli confessioni”. Inoltre, le dichiarazioni russe secondo le quali i prigionieri di guerra sono “criminali di guerra” compromettono direttamente la presunzione d’innocenza.

Negli ultimi anni Amnesty International ha ampiamente documentato la violazione del diritto a un processo equo in Russia, denunciando il costante uso della tortura, la fabbricazione di prove false e procedimenti politicamente motivati. Queste preoccupazioni sono ancora maggiori in caso di “processi” celebrati da gruppi armati in territori occupati dalla Russia.

Amnesty International ha anche documentato violazioni dei diritti umani da parte di questi gruppi sin da quando, sotto la direzione russa, hanno preso il controllo di parti dell’Ucraina orientale. Le denunce a loro carico riguardano sequestri di persona, uccisioni, privazione illegale della libertà, maltrattamenti e torture e soppressione del dissenso.

Amnesty International sta inoltre sollecitando un’immediata indagine internazionale su ulteriori crimini di guerra, come l’esplosione del 29 luglio nel villaggio di Olenivka in cui sono stati uccisi oltre 50 prigionieri di guerra ucraini detenuti dalle forze della cosiddetta ‘Repubblica popolare di Donetsk’. È fondamentale che le autorità russe consentano a ispettori internazionali di visitare il sito per avviare un’indagine a tutto tondo.

 

La Terza Convenzione di Ginevra

La protezione dei prigionieri di guerra che affrontano procedimenti penali è stabilita negli articoli dal 82 al 108 della Terza Convenzione di Ginevra. L’articolo 84 stabilisce che essi possono essere processati solo da tribunali che offrano “le garanzie fondamentali di indipendenza e imparzialità generalmente riconosciute”.

In più, l’articolo 13 afferma che “i prigionieri di guerra devono sempre essere trattati umanamente. Ogni azione illegale od ogni omissione da parte della Potenza detentrice che causino la loro morte o compromettano seriamente la loro salute sono vietate e saranno considerate gravi violazioni della presente Convenzione. Allo stesso modo, i prigionieri di guerra devono essere sempre protetti, soprattutto da atti di violenza, intimidazioni, insulti e curiosità pubblica”.

 

Le responsabilità russe per i crimini di guerra

Dall’inizio della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, Amnesty International sta documentando crimini di guerra e altre violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze russe.

Amnesty International ha ripetutamente chiesto che le forze russe responsabili di queste violazioni siano chiamate a rispondere delle loro azioni e ha accolto favorevolmente l’indagine, tuttora in corso, del Tribunale penale internazionale così come le iniziative di organi di giustizia nazionali che applichino il principio della giurisdizione universale.