L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un atto di aggressione e una catastrofe dei diritti umani

1 Marzo 2022

@ Photo by ARIS MESSINIS/AFP via Getty Images

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Amnesty International ha dichiarato che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è una evidente violazione della Carta delle Nazioni Unite e costituisce il crimine internazionale di aggressione.

L’organizzazione per i diritti umani ha chiesto che tutte le persone coinvolte in tale crimine siano chiamate a rispondere dal punto di vista individuale, personale e collettivo, dei tanti crimini che hanno finora caratterizzato l’invasione dell’Ucraina.

Amnesty International ha sollecitato gli stati membri delle Nazioni Unite a sostenere la Carta delle Nazioni Unite, che proibisce l’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica degli stati con le uniche eccezioni dell’autodifesa e quando l’uso della forza sia autorizzato dal Consiglio di sicurezza, eccezioni che non possono essere riferite al contesto attuale.

Sulla base del diritto internazionale, ha ricordato Amnesty International, gli stati devono risolvere le dispute internazionali attraverso mezzi pacifici e in forme tali da non mettere in pericolo la pace, la sicurezza e la giustizia internazionali.

“L’invasione dell’Ucraina è un fatto grave che può essere definito solo in un modo: aggressione. La Russia sta invadendo il cuore dell’Ucraina, sta cercando di deporre il suo governo legittimamente eletto con azioni che hanno un impatto concreto e massiccio sulla vita, sull’incolumità e sul benessere dei civili. Le azioni della Russia non possono minimamente essere giustificate da alcuno dei motivi proposti da Mosca. E tutto questo viene commesso da un membro permanente del Consiglio di sicurezza”, ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

“La Russia sta chiaramente violando i suoi obblighi internazionali, Il suo operato è palesemente contrario alle norme e ai principi su cui sono state fondate le Nazioni Unite. Questo flagrante disprezzo non può essere imitato da altri e non dovrebbe compromettere la capacità delle Nazioni Unite di contrapporsi a questo modo di fare”, ha aggiunto Callamard.

Dall’inizio dell’invasione russa, Amnesty International ha documentato un crescendo di violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani, come gli attacchi indiscriminati contro aree e infrastrutture civili che hanno causato perdite di vite umane. Gli attacchi contro obiettivi protetti, come scuole e ospedali, l’uso di armi indiscriminate come i missili balistici e l’impiego di armi vietate come le bombe a grappolo possono costituire crimini di guerra.

Amnesty International ha sollecitato gli stati membri a condannare congiuntamente il crimine di aggressione da parte della Russia, a fornire aiuti e assistenza ai cittadini ucraini, compresi quelli in fuga dal conflitto, e ad assicurare che le conseguenze dell’aggressione russa non avvicineranno il mondo a un abisso di violenza, violazioni dei diritti umani e insicurezza.

“In meno di una settimana, l’invasione dell’Ucraina ha causato una massiccia crisi umanitaria, dei diritti umani e di sfollati che ne hanno fatto la peggiore catastrofe della recente storia europea. La Russia non sta solo violando la sovranità di uno stato vicino e del suo popolo ma sta anche sfidando l’architettura di sicurezza globale e sfruttandone le fragilità, anche di un Consiglio di sicurezza mal funzionante”, ha proseguito Callamard.

L’annuncio del procuratore del Tribunale penale internazionale dell’intenzione di aprire un’indagine in Ucraina ha avvisato tutti gli autori di crimini di guerra e crimini contro l’umanità – compresi quelli maggiormente responsabili e nelle posizioni di più alto livello – che saranno chiamati individualmente a risponderne.

“Sollecitiamo tutti gli stati parte del Tribunale penale internazionale e l’intera comunità internazionale a cooperare a questa indagine, che non può andare avanti da sola. Perché vi sia un accertamento delle responsabilità occorreranno tanto uno sforzo innovativo e comune delle Nazioni Unite e dei loro organi quanto iniziative a livello nazionale basate sull’applicazione del principio della giurisdizione universale”, ha commentato Callamard.

“In questa fase iniziale, la raccolta e la conservazione delle prove saranno fondamentali per l’esito delle future indagini. Soprattutto, dovremo assicurare che le vittime dei crimini di guerra in Ucraina, tragicamente in aumento, sappiano che la comunità internazionale è determinata ad assicurare una riparazione alla loro sofferenza”, ha concluso Callamard.

 

Ulteriori informazioni 

Le gravi violazioni delle norme che regolano i conflitti costituiscono crimini di guerra. Alcune di esse sono qualificate come tali dallo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale.

Il Tribunale penale internazionale potrebbe esercitare la sua giurisdizione sui crimini di guerra commessi in Ucraina, in quanto nel 2015 questo stato ha accettato la competenza del Tribunale per i crimini commessi sul suo territorio a partire dal 20 febbraio 2014. La Russia aveva firmato lo Statuto di Roma nel 2000 ma ha ritirato la firma nel 2016.

L’intervento militare in Ucraina può configurarsi come crimine di aggressione ai sensi dello Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale, il cui articolo 8 bis (1) lo definisce come “atto di aggressione che, per le sue caratteristiche, la sua gravità e la sua dimensione, costituisce una chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite”.

Sebbene il Tribunale penale internazionale, a meno di un improbabile deferimento da parte del Consiglio di sicurezza, non avrà giurisdizione sul crimine di aggressione in questa situazione, in diversi stati – tra cui la stessa Ucraina – sono in vigore leggi nazionali che consentono procedimenti giudiziari nei confronti dei responsabili di tale crimine.

L’invasione dell’Ucraina ha già provocato attacchi indiscriminati contro zone residenziali, strutture mediche, infrastrutture sociali e altri obiettivi e infrastrutture civili e ha causato morti e feriti tra la popolazione civile. Ha causato uno sfollamento di massa e la distruzione di abitazioni. Nei combattimenti di Donetsk e Luhansk, soprattutto nel 2014-15, vi sono state esecuzioni extragiudiziali, torture e maltrattamenti, sparizioni forzate e privazioni arbitrarie della libertà.