Il governo ha continuato ad applicare leggi e pratiche repressive che hanno limitato il diritto alla libertà d’espressione e altri diritti umani. Difensori dei diritti umani sono stati arrestati, processati e condannati a lunghe pene detentive. Attivisti che vivevano all’estero hanno subìto minacce e intimidazioni. Nella regione autonoma uigura dello Xinjiang sono state introdotte nuove restrizioni alla libertà religiosa e sono proseguiti i procedimenti penali contro intellettuali, artisti e altre figure culturali uigure. Le autorità cinesi hanno intensificato la repressione della cultura e della lingua tibetane. La capacità di generazione di energia rinnovabile è stata ampliata, ma la Cina è rimasta fortemente dipendente dal carbone. Una nuova legge sulla sicurezza nazionale ha ulteriormente limitato lo spazio civico a Hong Kong, dove decine di attivisti filodemocratici sono stati condannati a lunghe pene detentive.
In mezzo alle crescenti preoccupazioni per il rallentamento economico, il calo dei tassi di natalità e l’invecchiamento della popolazione, il governo ha intensificato la propria azione volta a garantire la “stabilità”, con conseguenti maggiori limitazioni ai diritti umani. La presa sempre più stretta delle autorità cinesi e l’ininterrotta mancanza di trasparenza sono state dimostrate dalle espulsioni dal Partito comunista cinese di funzionari che avevano avuto accesso a pubblicazioni “proibite”, dall’imposizione di restrizioni sui viaggi dei dipendenti pubblici e dalla censura degli scandali sui diritti dei consumatori.
Nonostante le smentite del governo, armi e altre attrezzature militari prodotte in Cina sono state utilizzate dalle parti impegnate nel conflitto armato in Sudan. Sono continuate a emergere prove che hanno implicato attori statali e non statali cinesi nel conflitto in Myanmar, con la fornitura di carburante per l’aviazione all’esercito, che ha consentito attacchi aerei contro obiettivi civili e altri crimini di guerra.
L’economia di Hong Kong è rimasta lenta e molti negozi e ristoranti hanno chiuso i battenti. È perdurato il disavanzo di bilancio e le riserve fiscali sono scese al livello più basso dal 2010. Gli sforzi delle autorità per ricostruire l’immagine del territorio come hub internazionale per gli investimenti esteri e il turismo sono stati ostacolati dalla continua repressione degli oppositori politici.
Tra le persone perseguite ai sensi di leggi restrittive si contavano artisti e altri. Il 5 gennaio, le autorità hanno arrestato Chen Pinlin, regista di un documentario sulla Rivoluzione della carta bianca del 2022, un movimento di protesta pacifico contro le politiche altamente restrittive sul Covid-19 e la censura e sorveglianza pervasive. È stato accusato di aver “fomentato dispute e provocato problemi” e, a fine anno, era ancora in carcere in attesa del processo1. A settembre, Gao Zhen, un noto artista le cui opere includono rappresentazioni critiche di problemi sociali, è stato arrestato con l’accusa di “aver insultato eroi e martiri rivoluzionari”. Al momento dell’arresto, Gao Zhen, che viveva negli Stati Uniti, si trovava in Cina in visita a parenti. A fine anno era in attesa di processo2.
Ad aprile, il ministero della Sicurezza di stato ha emanato nuove disposizioni che conferiscono poteri aggiuntivi alle forze di polizia e di sicurezza per ispezionare i dispositivi elettronici, compresi quelli dei visitatori stranieri. Le nuove normative, entrate in vigore a luglio, hanno ampliato la portata delle leggi antispionaggio esistenti, per includere questioni di “sicurezza nazionale”, indebolendo al contempo le loro garanzie procedurali.
A giugno, in una rara risposta alla pressione pubblica, il governo centrale ha ritirato una bozza di modifica della legge sulle sanzioni amministrative per la sicurezza pubblica. La modifica includeva reati formulati in modo vago contro condotte che “mina[va]no lo spirito” e “feri[va]no i sentimenti” della nazione. Tuttavia sono state adottate altre misure per ampliare ulteriormente il quadro giuridico e normativo che limita il diritto alla libertà d’espressione.
L’11 ottobre, l’agenzia cinese per l’amministrazione del cyberspazio ha annunciato nuove misure per limitare l’uso di “espressioni oscure” online, prendendo di mira lo slang adottato dagli utenti di Internet per aggirare la censura online.
Sempre a ottobre, le autorità locali di Shanghai hanno arrestato almeno sei persone che indossavano costumi di Halloween.
Il governo ha proseguito la campagna per mettere a tacere il dissenso dei cittadini che vivono all’estero. Studenti della Cina continentale e di Hong Kong che studiano nelle università dell’Europa occidentale e del Nord America sono stati oggetto di sorveglianza e censura online e offline, anche da parte di attori statali. Insieme ad alcuni loro familiari residenti nella Cina continentale, hanno subìto molestie e intimidazioni volte a impedire loro di impegnarsi in attività legate a questioni politiche o ad altre questioni “sensibili”3.
Persone impegnate nella difesa dei diritti umani, tra cui attivisti, avvocati e giornalisti partecipativi, hanno continuato a subire intimidazioni, molestie, detenzioni arbitrarie, tortura e maltrattamenti per aver difeso i diritti umani ed esercitato le loro libertà d’espressione e associazione. La repressione è stata spesso resa possibile dal ricorso a leggi sulla sicurezza nazionale eccessivamente ampie e formulate in modo vago. In alcuni casi, le molestie e le intimidazioni si sono estese ai familiari.
Il 14 febbraio, la Relatrice speciale delle Nazioni Unite sull’indipendenza dei giudici e degli avvocati ha scritto al governo per sollevare preoccupazioni circa le restrizioni amministrative, la criminalizzazione e altri modelli di interferenza nel lavoro degli avvocati. Secondo la Relatrice speciale sono stati particolarmente presi di mira gli avvocati per i diritti umani che lavoravano su casi delicati.
Dopo il processo tenutosi a dicembre 2023, a febbraio la sindacalista e attivista per i diritti delle donne Li Qiaochu è stata condannata per “incitamento alla sovversione del potere statale”. Ha ricevuto una pena di tre anni e otto mesi di reclusione4. È stata scarcerata ad agosto poiché aveva già scontato la maggior parte condanna in detenzione preprocessuale.
Altri tre difensori dei diritti umani, gli avvocati Li Yuhan e Chang Weiping e l’attivista antidiscriminazione Cheng Yuan, sono stati rilasciati dal carcere. Tutti e tre hanno continuato a subire restrizioni alla libertà di movimento e sono stati privati dei “diritti politici” dopo il rilascio.
A giugno, la corte intermedia di Guangzhou ha condannato Sophia Huang Xueqin e Wang Jianbing rispettivamente a cinque anni e tre anni e mezzo di reclusione per “incitamento alla sovversione del potere statale”. I due importanti attivisti, la prima del movimento #MeToo e il secondo a favore dei diritti dei lavoratori, erano stati trattenuti dopo l’arresto, avvenuto a settembre 2021, a causa del loro coinvolgimento nell’addestramento a proteste non violente e della partecipazione a discussioni sulla riduzione dello spazio della società civile5.
Ad agosto, la giornalista partecipativa Zhang Zhan è stata arrestata per essersi impegnata nella difesa dei diritti umani. A maggio era stata scarcerata e sottoposta a sorveglianza.
A ottobre, la difensora dei diritti delle donne e della salute He Fangmei è stata condannata a cinque anni e sei mesi di reclusione in relazione alla sua campagna per vaccini sicuri. Durante la detenzione, He Fangmei aveva dato alla luce una seconda figlia; a un certo punto, entrambe le bambine sono state prelevate da funzionari locali e ricoverate in un ospedale psichiatrico. Ad aprile, le bambine, di tre e otto anni, pare siano state trasferite in un’ubicazione sconosciuta.
A ottobre, Lu Siwei, un avvocato per i diritti umani noto per aver difeso casi politicamente delicati, è stato arrestato e accusato di “aver attraversato illegalmente il confine”. Nel luglio 2023, Lu Siwei era stato arrestato dalla polizia in Laos e rimpatriato forzatamente in Cina.
Sono perdurate le preoccupazioni sulle condizioni di detenzione e sulla tortura e i maltrattamenti di difensori dei diritti umani. Secondo quanto riferito, a ottobre, il giurista e attivista Xu Zhiyong, che stava scontando una condanna a 14 anni di carcere per “sovversione del potere dello stato”, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro i maltrattamenti subiti dagli agenti di custodia.
La salute di Xu Yan, arrestata nell’aprile 2023 con il marito Yu Wensheng, sarebbe peggiorata durante la detenzione a causa della cattiva alimentazione. Il 29 ottobre, i due attivisti sono stati condannati rispettivamente a un anno e nove mesi e tre anni di reclusione per “incitamento alla sovversione del potere dello stato”6.
A marzo, 14 esperti delle Nazioni Unite hanno condannato il continuo fallimento delle autorità cinesi nell’indagare sulle circostanze della morte in custodia della difensora dei diritti umani Cao Shunli, avvenuta nel 2014. Arrestata nel 2013 mentre si accingeva a partecipare al procedimento dell’Upr della Cina, la sua salute peggiorò, presumibilmente a causa di tortura e maltrattamenti, tra cui il diniego di accesso a cure mediche.
Il governo ha continuato a imporre politiche repressive nelle regioni autonome etniche, in particolare nella regione autonoma uigura dello Xinjiang e in Tibet, negando diritti tra cui quello all’espressione culturale e alla libertà di religione e credo. La repressione delle popolazioni etniche e minoritarie è stata mascherata come antiterrorismo e sicurezza nazionale.
Regione autonoma uigura dello Xinjiang
A gennaio, il governo ha pubblicato un libro bianco intitolato Quadro giuridico e misure per l’antiterrorismo che descriveva gli sforzi, all’apparenza, per “proteggere” i diritti umani nel contesto dell’antiterrorismo. Tuttavia, leggi repressive (tra cui la legge antiterrorismo del 2015 e il regolamento per lo Xinjiang sulla de-estremizzazione del 2017) hanno continuato a essere utilizzate per detenere arbitrariamente persone appartenenti a gruppi etnici uiguri, kazaki e altri prevalentemente musulmani e per limitare le pratiche culturali e religiose. Ad agosto, l’Ohchr ha ribadito il suo appello alle autorità cinesi affinché rivedessero e modificassero il quadro giuridico che disciplina la sicurezza nazionale e l’antiterrorismo e rafforzassero la tutela delle minoranze contro la discriminazione.
A febbraio sono entrate in vigore modifiche alle normative religiose che hanno ulteriormente limitato la libertà di religione e credo. Le modifiche ai regolamenti sugli affari religiosi dello Xinjiang e le dichiarazioni del segretario del partito dello Xinjiang hanno sottolineato la necessità che l’islam venga “sinizzato”. Questo faceva eco alle precedenti dichiarazioni dei leader cinesi che davano importanza alla “lealtà… prima di tutto” al Partito comunista cinese.
La detenzione di figure di spicco della cultura uigura è continuata. Tra quelle perseguite durante l’anno c’era il regista Ikram Nurmehmet. A gennaio è stato dichiarato colpevole di “aver preso parte ad attività terroristiche”, perché si era recato in Turchia. Secondo la stampa, Ikram Nurmehmet è stato sottoposto a tortura e maltrattamento per costringerlo a “confessare” crimini che non aveva commesso. A giugno, il cantautore Yashar Shohret è stato condannato a tre anni di reclusione per “promozione dell’estremismo” e “possesso illegale di materiale estremista”. La condanna era in relazione alla sua espressione dell’identità culturale attraverso la musica e al possesso di letteratura uigura.
Altre persone, come importanti accademici e artisti uiguri, hanno continuato a scontare lunghe pene detentive e sono stati privati della possibilità di comunicare con i familiari. Tra questi, il noto intellettuale uiguro Ilham Tohti, condannato all’ergastolo per “separatismo” nel 20147. Non ci sono state informazioni sullo stato o sull’ubicazione dell’etnografa Rahile Dawut che, secondo quanto riferito, è stata condannata all’ergastolo nel 2023 per “aver messo in pericolo la sicurezza dello stato”.
Tibet
Il monaco tibetano Rinchen Tsultrim è stato rilasciato il 1° febbraio, dopo aver scontato una condanna a quattro anni. Era stato imprigionato per “incitamento alla secessione” per alcuni suoi post sui social media. A luglio, 13 esperti delle Nazioni Unite hanno scritto al governo cinese esprimendo preoccupazione per le segnalazioni di percosse e arresti arbitrari di centinaia di civili e monaci tibetani durante le proteste contro la costruzione di una centrale idroelettrica sul fiume Drichu, nella provincia del Sichuan. Secondo la lettera, la centrale, che è in costruzione da parte di una società statale, potrebbe causare lo sfollamento forzato e la ricollocazione delle persone che risiedono nell’area, la distruzione di importanti siti culturali e religiosi e danni ambientali.
La chiusura delle scuole in cui si insegna in tibetano e in altre lingue non mandarine è continuata come parte della campagna delle autorità per limitare la cultura e le lingue tibetane. A luglio, le autorità hanno chiuso la scuola professionale Jigme Gyaltsen, una scuola privata nella provincia di Gansu, i cui corsi erano nelle lingue tibetane e i cui alunni erano principalmente ragazzi tibetani. Sono perdurate le preoccupazioni anche per il sistema scolastico residenziale forzato imposto ai minori tibetani. A ottobre, l’attivista impegnato per l’istruzione nelle lingue tibetane, Tashi Wangchuk, sarebbe stato detenuto per 15 giorni per accuse di “disturbo dell’ordine sociale”. Aveva in precedenza scontato un periodo di cinque anni di carcere per “incitamento al separatismo”.
A maggio, una sentenza della corte popolare distrettuale di Fengtai a Pechino in una controversia sulla custodia dei figli ha riconosciuto i diritti di una partner dello stesso sesso alle visite mensili alla figlia. La sentenza ha segnato un’importante evoluzione in un sistema che non riconosce e non tutela le relazioni omosessuali. Tuttavia, la repressione dell’attivismo lgbti è continuata, mettendo gli attivisti a rischio di detenzione e interrogatori arbitrari, così come la censura delle tematiche lgbti.
Si ritiene che la pena di morte sia stata ampiamente utilizzata, ma il numero di esecuzioni non è noto perché tali dati sono rimasti classificati come segreto di stato.
L’accesso alle informazioni sui segreti di stato, incluso l’uso della pena di morte, è stato ulteriormente limitato dalla revisione della legge sulla protezione dei segreti di stato, promulgata a febbraio, e sulle sue misure di attuazione, pubblicate a luglio. Le modifiche hanno ampliato la portata delle informazioni secretate e hanno rafforzato il controllo governativo sulla loro divulgazione. A novembre, media nazionali e internazionali hanno riportato il caso di un dipendente pubblico condannato alla pena di morte per aver violato la legge.
Il 21 giugno, la Corte suprema del popolo, la procura suprema del Popolo e i ministeri della Pubblica sicurezza, della Sicurezza dello stato e della Giustizia hanno emesso congiuntamente i “Pareri sulla punizione degli irriducibili della ‘indipendenza di Taiwan’ per aver condotto o incitato al separatismo in conformità con la legge”. I pareri includevano direttive per perseguire e punire severamente, anche con la morte, le persone che sostenevano o intraprendevano azioni a sostegno dell’indipendenza di Taiwan.
Sono stati compiuti notevoli progressi verso l’espansione delle energie rinnovabili, arrivando a raggiungere con sei anni di anticipo l’obiettivo del governo per la generazione di energia eolica e solare fissato per il 2030. In conseguenza, la capacità della Cina di generare energia da combustibili non fossili ha superato per la prima volta quella da combustibili fossili.
Tuttavia, il consumo di energia è affidato principalmente ai combustibili fossili, che sono rimasti il maggiore contributore alle emissioni di gas serra della Cina. Secondo un rapporto dell’Ong Greenpeace, il numero di nuovi permessi rilasciati dal governo per la costruzione di centrali elettriche nazionali a carbone è diminuito del 79,5 per cento durante la prima metà dell’anno. Tuttavia, il ritmo di costruzione di centrali a carbone è rimasto elevato, per via di progetti approvati negli anni passati.
Nonostante le precedenti promesse del governo, la costruzione di nuove centrali elettriche a carbone all’estero è continuata e il numero di progetti esistenti interrotti nel 2024 è stato inferiore rispetto ai due anni precedenti.
A marzo, IQAir ha riferito che, nel 2023, la tendenza quinquennale della Cina al miglioramento della qualità dell’aria si è invertita, con il ritorno di uno smog denso in diverse città e province, in gran parte dovuto alla combustione del carbone.
Libertà d’espressione
Lo spazio per la libertà di parola, già fortemente limitato dalla legge sulla sicurezza nazionale (National Security Law – Nsl) e da altre leggi repressive, è diminuito ulteriormente.
A marzo, dopo consultazioni pubbliche inadeguate, il consiglio legislativo di Hong Kong ha approvato all’unanimità l’ordinanza per la salvaguardia della sicurezza nazionale (Safeguarding National Security Ordinance – Snso). Questa legge locale ha introdotto nuovi reati contro la sicurezza nazionale e aumentato le pene per quelli già esistenti. Inoltre, ha rafforzato gli ampi poteri di applicazione del governo locale. L’ordinanza ha introdotto le larghe e vaghe definizioni in vigore nella Cina continentale di “sicurezza nazionale” e “segreti di stato”, che potrebbero potenzialmente riferirsi a quasi ogni condotta o informazione. La Snso ha rimpiazzato una legge sulla sedizione ampiamente utilizzata in epoca coloniale, ma l’ha sostituita con norme ampliate che puniscono l’intenzione di causare “odio o inimicizia tra i residenti di diverse regioni della Cina” e che si riferiscono espressamente ad atti o discorsi che non incitano alla violenza8. La pena detentiva massima per sedizione è stata aumentata da due a sette anni o fino a 10 anni se include collusione con una forza esterna.
Dopo l’adozione della Snso, 15 persone sono state arrestate ai sensi delle sue disposizioni sulla sedizione. Quattro sono state successivamente accusate. A settembre, tre persone sono state condannate in processi separati per aver indossato una maglietta e una maschera stampate con slogan di protesta, per aver espresso commenti politici contro il governo su piattaforme online e per aver scritto slogan di protesta sui sedili degli autobus. Sono state comminate loro pene detentive comprese tra 10 e 14 mesi.
A giugno e dicembre, le autorità hanno utilizzato i nuovi poteri previsti dalla Snso per annullare i passaporti prima di sei e poi di sette attivisti di Hong Kong residenti all’estero, nei confronti dei quali erano stati emessi mandati di arresto nel 2023. Altre sei persone impegnate nell’attivismo e residenti all’estero sono state inserite in una lista di ricercati con una ricompensa di un milione di dollari di Hong Kong (128.500 dollari Usa) per ciascuno.
A maggio, la corte d’appello ha concesso al governo un’ingiunzione provvisoria per vietare la canzone di protesta filodemocratica “Gloria a Hong Kong”9. La decisione, che ha ribaltato la sentenza di un tribunale inferiore, proibisce alle persone di trasmettere, eseguire, distribuire, diffondere, mostrare o riprodurre la canzone con un intento che va contro la sicurezza nazionale, come l’intenzione di sedizione o di incitare alla secessione. Chiunque violasse l’ingiunzione poteva essere ritenuto responsabile di oltraggio alla corte e finire in carcere. In seguito alla decisione, YouTube ha bloccato gli utenti di Hong Kong dall’accesso a 32 video che contenevano la canzone.
Sempre a maggio, in un caso rilevante contro 47 persone attiviste filodemocratiche, l’Alta corte ne ha dichiarate 14 colpevoli di “cospirazione per commettere sovversione” ai sensi della Nsl, per aver organizzato primarie non ufficiali per le elezioni del consiglio legislativo del 2020, che alla fine erano state posticipate. Altri 31 imputati si erano precedentemente dichiarati colpevoli delle stesse accuse. A novembre, la corte ha comminato condanne per 45 attivisti che andavano da quattro anni e tre mesi a dieci anni di carcere. Altri due imputati sono stati assolti, ma il dipartimento di Giustizia ha presentato ricorso in appello contro una delle assoluzioni.
È proseguito, ed era ancora in corso a fine anno, il processo a Jimmy Lai, il settantasettenne fondatore del quotidiano filodemocratico Apple Daily, per accuse ai sensi della Nsl di “collusione con forze straniere”. La sua assenza dall’aula durante un’udienza di giugno ha fatto temere un peggioramento della sua salute. A giugno, a un osservatore processuale di Reporters sans frontières è stato impedito di entrare a Hong Kong.
Ad agosto, la corte d’appello finale ha respinto i ricorsi di Jimmy Lai e di altri sei attivisti contro una precedente condanna per aver partecipato a un’assemblea non autorizzata durante le proteste del 2019, per la quale Lai era stato condannato a nove mesi di reclusione.
Diverse persone sono state accusate di “insulto” all’inno nazionale cinese. A giugno, tre persone sono state arrestate ai sensi dell’ordinanza sull’inno nazionale, per aver voltato le spalle mentre veniva suonato l’inno prima di una partita di calcio10. Ad agosto, un’altra persona è stata condannata a otto settimane di reclusione per essersi tappata le orecchie e aver cantato una canzone associata al movimento filodemocratico, mentre veniva suonato l’inno prima di una partita di pallavolo nel 2023.
Ad agosto, Chung Pui-kuen e Patrick Lam, due ex redattori di Stand News, un sito di notizie online chiuso nel 2021, sono stati processati per “cospirazione per diffondere pubblicazioni sediziose”. A settembre sono stati condannati rispettivamente a 21 e 11 mesi di prigione. A ottobre, Patrick Lam ha presentato ricorso contro la condanna.
Libertà di riunione
Le autorità hanno continuato a impedire le commemorazioni della repressione di Tiananmen del 1989. Il 4 giugno, 35° anniversario della repressione, è stata segnalata una massiccia presenza di polizia dentro e intorno a Victoria Park, dove per 30 anni si erano svolte veglie prima che fossero vietate nel 2020. Quattro persone sono state formalmente arrestate mentre altre cinque sono state “portate alle stazioni di polizia”. Portare le persone alle stazioni di polizia è una tattica intimidatoria che consente agli agenti di rimuovere una persona dalla scena senza un arresto formale.
A gennaio, la corte d’appello finale ha ripristinato la condanna di Chow Hang-tung per “aver incitato altri a prendere parte a un’assemblea non autorizzata”, in occasione dell’anniversario della repressione di Tiananmen del 2021. Il processo di Chow Hang-tung per un’altra accusa ai sensi della Nsl di “incitamento alla sovversione” è stato ripetutamente rinviato. È rimasta in custodia cautelare per il suo ruolo in un gruppo che ogni anno teneva veglie con le candele a Victoria Park, in ricordo degli eventi di Tiananmen.
A fine maggio, la polizia ha avviato ulteriori procedimenti contro Chow Hang-tung e ha arrestato sua madre e sei dei suoi amici ai sensi della Snso per “aver sfruttato un’imminente data sensibile per pubblicare ripetutamente post con intenzioni sediziose su una piattaforma social”.
Libertà d’associazione
A luglio, il consiglio legislativo ha approvato una legge per dare ai componenti nominati dal governo la maggioranza nel comitato di registrazione degli operatori sociali, l’organismo che rilascia le licenze per gli assistenti sociali. La mossa è seguita alle critiche rivolte da un funzionario governativo al comitato di registrazione, perché rifiutava di vietare alle persone condannate per reati di sicurezza nazionale di diventare assistenti sociali.
Sempre a luglio, il Christian Institute di Hong Kong ha annunciato che si sarebbe sciolto a causa del “contesto sociale” e dell’impossibilità di svolgere liberamente la sua missione. L’istituto sostenne il movimento filodemocratico del 2014 e le proteste del 2019 contro un disegno di legge che avrebbe consentito le estradizioni nella Cina continentale.
A settembre, l’Alta corte si è pronunciata a favore della richiesta del governo secondo cui la filodemocratica Unione generale dei logopedisti di Hong Kong, la cui registrazione fu revocata nel 2021, aveva utilizzato fondi per mettere a repentaglio la sicurezza nazionale. La corte ha concesso al governo un ordine di confisca per sequestrare 116.000 dollari di Hong Kong (circa 14.900 dollari Usa) dall’Unione.
Diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate
Il governo di Hong Kong non ha fornito aggiornamenti significativi sui progressi verso l’attuazione di una sentenza del 2023 della corte d’appello finale, che gli richiedeva di fornire un quadro giuridico alternativo per il riconoscimento delle unioni omosessuali.
A novembre, la corte d’appello finale ha respinto l’appello del governo contro una sentenza di un tribunale di grado inferiore che dava alle coppie dello stesso sesso sposate all’estero gli stessi diritti relativi a eredità e accesso all’edilizia pubblica delle coppie eterosessuali sposate.
Secondo i media, il governo di Hong Kong ha tagliato i finanziamenti ad almeno tre gruppi lgbti e ha imposto misure amministrative per ostacolare le attività di raccolta fondi e promozione di uno dei gruppi.
Note:
1 China: Chinese director arrested for protest film: Chen Pinlin, 30 aprile.
2 China: Prominent artist arrested for his work: Gao Zhen, 5 dicembre.
3 China: “On my campus, I am afraid”: China’s targeting of overseas students stifles rights, 13 maggio.
4 China: Activist Li Qiaochu unjustly convicted “for speaking out about torture”, 5 febbraio.
5 China: “Malicious” conviction of #MeToo and labour activists shows Beijing’s growing fear of dissent, 14 giugno.
6 China: Activists approaching one year in detention: Yu Wensheng and Xu Yan, 22 marzo.
7 China must end decade of injustice, 18 settembre.
8 Hong Kong: What is Hong Kong’s Article 23 law? 10 things you need to know, 22 marzo.
9 Hong Kong: Protest song ban a ‘worrying sign’ of shrinking freedoms, 8 maggio.
10 Hong Kong: National anthem football arrests are an attack on freedom of expression, 7 giugno.