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Repubblica dell’India

Le agenzie finanziarie e investigative nazionali sono state usate come armi contro la società civile, difensori dei diritti umani, attivisti, giornalisti e persone critiche, riducendo ulteriormente lo spazio civico. Le autorità hanno continuato a demolire illegalmente le proprietà appartenenti alle minoranze religiose, come mezzo per infliggere punizioni extragiudiziali. La procedura penale e le leggi penali dell’era coloniale indiana sono state abrogate per introdurre nuove leggi che hanno continuato a contenere disposizioni discutibili, come la sedizione. Sono state imposte restrizioni di viaggio ad accademici, giornalisti e difensori dei diritti umani attraverso la sospensione dei visti di lavoro, il rifiuto dell’ingresso nel paese e la cancellazione dello status di cittadini indiani all’estero. Dopo 10 anni, la commissione elettorale ha diretto le elezioni dell’assemblea legislativa statale in Jammu e Kashmir. Lo stato di Manipur ha continuato a vacillare a causa della violenza etnica.

 

CONTESTO

Le elezioni generali si sono tenute dal 19 aprile al 1° giugno, sullo sfondo della repressione di persone che manifestavano pacificamente e della discriminazione sistematica contro le minoranze religiose. Pur non avendo ottenuto la maggioranza delle circoscrizioni, il partito politico al potere, Bharatiya Janata, ha iniziato il suo terzo mandato consecutivo al governo, formando una coalizione con l’Alleanza democratica nazionale.

Il 22 gennaio, il primo ministro Narendra Modi ha inaugurato un tempio indù dedicato al dio Ram nella città di Ayodhya, nell’Uttar Pradesh, sul sito in cui si ergeva Babri Masjid, una moschea medievale rasa al suolo da una folla indù nel 1992. L’inaugurazione, svoltasi prima delle elezioni, è stata segnata da tensioni religiose nel paese, che hanno portato a episodi di violenza contro le persone di fede musulmana.

A giugno, il Gruppo di azione finanziaria (Financial Action Task Force – Fatf) globale ha concluso la quarta valutazione degli sforzi dell’India per sradicare il riciclaggio di denaro e contrastare il finanziamento del terrorismo. Il Gruppo ha invitato l’India a garantire che le misure restrittive che aveva messo in atto sulla regolamentazione e il monitoraggio delle organizzazioni non profit e del loro finanziamento seguissero un’analisi basata sul rischio in linea con la definizione del Fatf.

L’adesione dell’India al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite è giunta al termine di due mandati consecutivi di tre anni. Tra il 2019 e il 2024, il paese ha ricevuto un totale di 83 comunicazioni da vari esperti delle Nazioni Unite e ha risposto solo a 20. Ha accettato solo una richiesta di visita dal 2019 e ne aveva 19 in sospeso, tra cui quella della Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, risalente al 1999.

 

LIBERTÀ D’ESPRESSIONE E ASSOCIAZIONE

Le autorità hanno approvato leggi che hanno criminalizzato il dissenso, con conseguenze logoranti per i diritti alla libertà d’espressione, associazione, riunione pacifica e giusto processo.

Il 1° luglio sono entrate in vigore tre nuove leggi, il codice giudiziario, la legge sulle prove e il codice di difesa civile (Bharatiya Nyaya Sanhita, Bharatiya Sakshya Adhiniyam e Bharatiya Nagarik Suraksha Sanhita), che hanno sostituito il codice penale indiano del 1860, la legge indiana sulle prove del 1872 e il codice di procedura penale del 1882. Rivendicate come norme che avrebbero modernizzato le leggi dell’era coloniale, le nuove norme hanno mantenuto disposizioni discutibili, tra cui la sedizione.

L’11 aprile, la società Apple ha notificato a diversi utenti in India potenziali attacchi da parte di “spyware mercenari”, tra cui il malware Pegasus della società di cyberintelligence Nso Group. Iltija Mufti, consulente per i media e figlia della leader politica del Kashmir Mehbooba Mufti e di Pushparaj Deshpande, fondatore dell’organizzazione non-profit Samruddha Bharat Foundation, hanno riferito di aver ricevuto le notifiche.

I tentativi legislativi di soffocare la libertà d’espressione sono stati sventati. A seguito della reazione pubblica, ad agosto il ministero dell’Informazione e della radiodiffusione ha ritirato una bozza del disegno di legge sulla regolamentazione dei servizi di radiodiffusione, che tentava di ampliare l’ambito delle “emittenti di notizie digitali”, per includere i creatori di contenuti sui canali dei social media. Il 20 settembre, l’Alta corte di Mumbai ha annullato le norme del 2023 di modifica del regolamento sulla tecnologia dell’informazione (linee guida per gli intermediari e codice etico sui media digitali), che avevano consentito alle autorità di etichettare come incostituzionali i contenuti online “falsi o falsificati o fuorvianti”.

Secondo il Centro legale per libertà del software, un’organizzazione per i diritti digitali che monitora le sospensioni di Internet, le autorità hanno imposto 40 interruzioni di Internet tra gennaio e dicembre in nove stati e un territorio dell’Unione. Queste sospensioni generalizzate sono state imposte per “mantenere la legge e l’ordine” durante episodi di violenza etnica e comunitaria, proteste degli agricoltori ed esami attitudinali per posti di lavoro governativi e studi superiori.

Gli operai tessili hanno continuato a incontrare grandi difficoltà nel godimento del diritto alla libertà d’associazione e alla contrattazione collettiva. Bassi salari ed estremi livelli di precarizzazione del lavoro sono stati endemici, soprattutto per le donne e le lavoratrici della comunità dalit.

Difensori dei diritti umani

Le autorità hanno utilizzato come armi le agenzie finanziarie e investigative centrali per reprimere organizzazioni della società civile e difensori dei diritti umani. Ad almeno sette Ong sono state annullate le licenze previste dalla legge sui contributi stranieri (regolamento), impedendo loro di accedere a fondi essenziali. Il 25 settembre, il dipartimento delle imposte sul reddito ha annullato la registrazione esente da tasse di Aman Biradari, una Ong fondata dall’attivista Harsh Mander.

Il 1° luglio, un tribunale di Delhi ha condannato l’attivista per i diritti umani Medha Patkar a cinque mesi di reclusione in un caso di diffamazione penale motivato politicamente, risalente a 23 anni fa, presentato dal vicegovernatore di Delhi nominato dal governo. La sentenza è stata poi sospesa in appello.

Il 17 ottobre, il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha presentato accuse di riciclaggio di denaro e omicidio su commissione contro Vikash Yadav, un dipendente del governo indiano. È stato accusato di coinvolgimento in un presunto complotto per assassinare l’attivista sikh Gurwant Singh Pannun.

Giornalisti

Le autorità hanno continuato a reprimere i giornalisti locali e hanno imposto restrizioni di viaggio ai giornalisti stranieri, rifiutando loro i visti di lavoro e annullando il loro status di cittadinanza indiana all’estero (Oci).

Lo status Oci di Vanessa Dougnac, ex corrispondente dall’Asia meridionale per vari mezzi d’informazione internazionali, è stato annullato per le sue inchieste “calunniose e critiche”. Avani Das, direttrice dell’ufficio per l’Asia meridionale dell’Australian Broadcasting Corporation, e il giornalista francese Sébastien Farcis sono stati costretti a lasciare l’India dopo che le autorità si sono rifiutate di estendere la validità dei loro permessi di lavoro.

L’11 settembre, al regista australiano David Bradbury è stato negato l’ingresso in India senza alcuna spiegazione. È stato interrogato in merito al suo documentario sulle proteste contro la centrale nucleare di Kudankulam, nello stato del Tamil Nadu.

Il 26 novembre, la polizia dell’Uttar Pradesh ha informato l’Alta corte di Allahabad che nel primo rapporto informativo contro il co-fondatore del sito web di notizie Alt News, Mohammed Zubair, figuravano atti che potevano “mettere in pericolo la sovranità, l’unità e l’integrità dell’India”. La polizia ha avviato le indagini su Mohammed Zubair sulla base del primo rapporto informativo.

Arresti e detenzioni arbitrari

Sei studenti e attivisti per i diritti umani sono rimasti in carcere per il loro presunto coinvolgimento nell’orchestrare la violenza comunitaria a Delhi nel 2020.

In vista delle elezioni generali, la Direzione per l’applicazione della legge, la principale agenzia di investigazione sui reati finanziari dell’India, ha arrestato Arvind Kejriwal, primo ministro di Delhi, e Hemant Soren, primo ministro di Jharkhand. Erano entrambi membri di partiti politici di opposizione. A settembre, la Corte suprema ha concesso loro la libertà su cauzione. L’8 maggio, la polizia dello stato del Tamil Nadu ha arrestato lo youtuber Savukku Shankar, per aver fatto “commenti denigratori” contro il personale femminile della polizia della città di Coimbatore. Dopo l’arresto sono stati presentati in totale 17 primi rapporti informativi contro Savukku Shankar, che hanno portato alla sua detenzione amministrativa ai sensi della legge sulla prevenzione delle attività pericolose del Tamil Nadu. Il 25 settembre, la Corte suprema ha ordinato il suo rilascio.

Il 14 maggio, la Corte suprema ha concesso la libertà su cauzione a Gautam Navlakha, un giornalista che aveva trascorso quattro anni in custodia cautelare. Le accuse nei suoi confronti, tra cui quelle ai sensi della draconiana legge antiterrorismo per la prevenzione delle attività illecite (Unlawful Activities (Prevention) Act – Uapa), si riferivano al suo presunto coinvolgimento nelle violenze scoppiate durante le celebrazioni di Bhima Koregaon. Nell’ambito di questo caso erano stati arrestati sedici attivisti per i diritti umani, di cui otto sono rimasti in carcere senza processo.

Il 14 giugno, il vicegovernatore di Delhi ha approvato l’incriminazione di Arundhati Roy, una scrittrice di fama internazionale, e di Sheikh Showkat Hussain, un accademico del Kashmir. Sono stati accusati ai sensi dell’Uapa.

Il 6 luglio, la polizia dell’Uttar Pradesh ha presentato un primo rapporto informativo contro il giornalista Zakir Ali Tyagi e altri tre. Sono stati accusati di “promuovere inimicizia tra gruppi diversi” e di “fare dichiarazioni che favoriscono il disordine pubblico”, per aver pubblicato messaggi sui social media sul linciaggio di un uomo musulmano avvenuto il 5 luglio nel distretto di Shamli.

 

DIRITTI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI

Sgomberi forzati

Dal 2020, sgomberi forzati e demolizioni punitive di proprietà sono stati utilizzati dalle autorità statali come forma di punizione collettiva e arbitraria a seguito di episodi di violenza e proteste comunitarie. Tra il 2020 e il 2022, in vari stati dell’India sono state demolite oltre 2.840 proprietà, tra cui case e luoghi di culto, per lo più appartenenti a persone di fede musulmana1.

A novembre, in due sentenze storiche, la Corte suprema ha stabilito che le demolizioni arbitrarie di proprietà, spesso istigate dai massimi livelli di governo, a danno delle persone di religione musulmana in particolare, erano “autoritarie e arbitrarie” ed equivalevano a “punizione collettiva”2. La Corte le ha dichiarate incostituzionali e ha stabilito una serie di linee guida sul giusto processo.

Discriminazione

Il 7 marzo, prima delle elezioni generali, il governo dello stato di Assam ha sospeso per un periodo di tre mesi la concessione di certificati di non obiezione per le vendite di terreni tra persone appartenenti a religioni diverse. Ciò ha sollevato preoccupazioni circa la discriminazione contro le persone di fede musulmana, in quanto le ha di fatto costrette a vivere in aree segregate per religione.

Il 24 settembre, il governo dell’Uttar Pradesh ha ordinato che i nomi e gli indirizzi di persone come operatori, proprietari e manager dovessero essere esposti in tutti i centri alimentari. Questa direttiva è stata emanata nonostante una sentenza della Corte suprema del 22 luglio avesse già negato l’applicazione di una direttiva analoga nello stato dell’Uttar Pradesh, sostenendo che perpetuava la discriminazione basata sull’identità.

 

LIBERTÀ DI RIUNIONE PACIFICA

Si sono verificati numerosi episodi di uso illegale della forza da parte della polizia contro persone che manifestavano pacificamente.

A febbraio, in seguito a manifestazioni pacifiche su larga scala degli agricoltori negli stati di Punjab e Haryana, la polizia dell’Haryana ha utilizzato illegalmente droni per sparare gas lacrimogeni e disperdere le proteste. Il 21 febbraio, il contadino ventenne Shubhkaran Singh è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco durante la protesta3. Su ordine dell’Alta corte di Punjab e Haryana, è stato formato un comitato per indagare sulla sua morte.

Oltre 1.500 persone che lavoravano alla Samsung Electronics hanno organizzato una protesta pacifica nella città di Chennai, nello stato di Tamil Nadu, per chiedere il riconoscimento del loro sindacato di recente formazione, per garantire la negoziazione per migliori salari e la gestione del lavoro. In risposta, la polizia ha arrestato oltre 300 manifestanti.

Almeno 51 persone in sette stati hanno subìto procedimenti penali per aver organizzato raduni in favore della Palestina e per aver pubblicato contenuti filopalestinesi sui social media.

 

DIRITTI DI DONNE E RAGAZZE

Il 9 agosto, una dottoressa tirocinante di 31 anni è stata violentata e uccisa presso l’Rg Kar Medical College and Hospital di Calcutta, nello stato del Bengala Occidentale, scatenando un’ondata di proteste in tutto il paese. Il 14 agosto, persone non identificate hanno aggredito persone dello staff dell’ospedale che stavano protestando.

La stampa ha riportato 33 episodi di violenza sessuale e fisica contro le donne dalit tra gennaio e settembre.

 

DISCRIMINAZIONE

Con una sentenza storica, un tribunale dello stato di Karnataka ha condannato 101 persone nel caso delle atrocità di casta avvenute nel 2014, nel villaggio di Marakumbi, e ha condannato 98 persone all’ergastolo per aver incendiato le capanne dei dalit.

A ottobre, nello stato del Madhya Pradesh, una donna dalit di 19 anni è stata bruciata viva dopo che aveva sporto denuncia per molestie sessuali. La donna è stata data alle fiamme dal figlio dell’uomo che aveva denunciato alla polizia per molestie.

Il 7 febbraio, lo stato dell’Uttarakhand ha approvato il codice civile uniforme, senza un’adeguata consultazione legislativa e pubblica. Il nuovo codice ha sostituito leggi civili sulle questioni personali specifiche per religione. La legge è stata vista come un attacco alle regole consuetudinarie seguite dalle persone di religione musulmana, senza che fossero modificate le regole consuetudinarie per la comunità indù. L’11 marzo, le autorità hanno reso operativa la legge di modifica della cittadinanza del 2019, che ha legittimato la discriminazione sulla base della religione non riconoscendo le persone di fede musulmana come richiedenti asilo e rifugiate.

Il 30 luglio, l’assemblea legislativa dello stato dell’Uttar Pradesh ha modificato la legge dell’Uttar Pradesh sulla proibizione dell’illegittima conversione di religione. La modifica ha di fatto reso reato i matrimoni interreligiosi consensuali e ha aumentato la pena massima all’ergastolo.

 

JAMMU E KASHMIR

Khurram Parvez, un difensore dei diritti umani del Kashmir, è rimasto in detenzione per accuse di terrorismo motivate politicamente.

Il 23 febbraio, a Nitasha Kaul, una professoressa anglo-indiana di origine kashmira, è stato negato l’ingresso in India, mentre si recava a una conferenza nella città di Bangalore, nello stato del Karnataka.

Il 10 maggio, ad Aasif Sultan, direttore del portale di notizie online Kashmir Wallah, è stata concessa la libertà su cauzione ed è stato scarcerato dopo quasi sei anni di detenzione.

Tra il 18 settembre e il 1° ottobre, e in conformità con la sentenza della Corte suprema del 2023, la commissione elettorale ha diretto le prime elezioni dell’assemblea legislativa nel Jammu e Kashmir da quando il governo eletto venne sciolto nel 2019.

A giugno e luglio, in vista delle elezioni, quattro noti avvocati del Kashmir e membri dell’ordine degli avvocati di Jammu e Kashmir sono stati arrestati a Srinagar, ai sensi della legge sulla sicurezza pubblica di Jammu e Kashmir (Jammu and Kashmir Public Safety Act – Psa)4. Il 12 luglio, al vicegovernatore di Jammu e Kashmir, nominato dal governo centrale, è stato dato il controllo assoluto sulla governance dello stato, compresi funzionari amministrativi locali, carceri, procure e studi legali.

L’8 ottobre, il giornalista Sajad Gul è stato rilasciato dopo essere stato detenuto per due anni ai sensi della Psa.

 

MANIPUR

Il governo dello stato non è riuscito a porre fine alla continua violenza etnica tra la comunità dominante meitei e la minoranza kuki e altre comunità tribali delle colline. Sono stati segnalati almeno 32 episodi di violenza di genere commessi contro persone appartenenti a comunità tribali etniche da membri dei gruppi di vigilantes armati Arambai Tenggol e Meitei Lippun. Nessun membro dei gruppi di vigilantes è stato perseguito5. A novembre, nello stato sono state bruciate case e più di 20 persone sono state uccise.

Secondo il portale The Wire, al ministero degli Interni è stato sottoposto un file audio di 48 minuti contenente presunte osservazioni discriminatorie fatte dal primo ministro dello stato, N. Biren Singh, contro la comunità tribale kuki e prove della sua complicità ufficiale nelle violenze etniche in corso.

Il 22 settembre, il gruppo di vigilantes Meitei Lippun ha minacciato l’attivista per i diritti umani Babloo Loitongbam e la sua famiglia, per aver presumibilmente collaborato con la comunità tribale kuki durante le violenze etniche.

 

DIRITTO A UN AMBIENTE SALUBRE

Il governo non ha adottato adeguate politiche di preparazione alle catastrofi e non è riuscito a rispondere in modo efficace alle inondazioni e all’inquinamento atmosferico aggravati dal cambiamento climatico. A novembre, secondo i dati del consiglio di controllo centrale per l’inquinamento, nella capitale nazionale, Nuova Delhi, il livello di inquinamento atmosferico ha messo a serio rischio la salute dei residenti. Lo stato di Assam è rimasto esposto a inondazioni intense che, a luglio, hanno ucciso almeno 113 persone e interessato almeno 3,3 milioni di persone.

Le autorità non sono riuscite a fornire un supporto adeguato alle comunità marginalizzate colpite dalle ondate di calore, che hanno provocato almeno 100 morti e hanno interessato 40.000 persone. L’analisi di Skymet, una società di servizi meteorologici, ha affermato che il cambiamento climatico aveva alterato gli andamenti meteorologici, come ad esempio l’assenza di pioggia invernale, che ha contribuito al peggioramento della qualità dell’aria nelle pianure indo-gangetiche, in cui è situata Delhi. Il Climate Action Tracker ha valutato gli obiettivi e le politiche climatiche dell’India come “altamente insufficienti”, indicando che non sono coerenti con il limite di temperatura di 1,5°C stabilito dall’Accordo di Parigi.

 

 

Note:
1 India: “If you speak up, your house will be demolished”: Bulldozer injustice in India, 7 febbraio.
2 India: Landmark Supreme Court judgement must serve as a turning point in India, 13 novembre.
3 India: The price of protest must not be death, 22 febbraio.
4 India: Authorities must end repression of dissent in Jammu and Kashmir, 18 settembre.
5 India: Authorities ‘missing-in-action’ amid ongoing violence and impunity in Manipur state – New testimonies, 16 luglio.

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