Amnesty Italia incontra il vice presidente del Consiglio D’Alema

2 Luglio 2006

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CS70-2006: 03/07/2006

Una delegazione della Sezione Italiana di Amnesty International, guidata dal direttore Gabriele Eminente, ha incontrato oggi il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Massimo D’Alema.

Durante l’incontro, i rappresentanti di Amnesty International hanno portato all’attenzione del governo la questione della vendita di armi, con particolare riferimento alle esportazioni italiane e alla necessità di un Trattato internazionale che regolamenti rigorosamente il commercio di tutte le armi convenzionali. A tal fine, l’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato un ruolo attivo dell’Italia nell’ambito della Conferenza dell’Onu sul commercio illecito di armi leggere, in corso a New York, e in vista della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Amnesty International ha inoltre evidenziato i passi necessari che il governo e il parlamento sono chiamati a intraprendere per adeguare il diritto interno agli standard internazionali: tra questi, l’introduzione del reato di tortura nel codice penale, la ratifica del Protocollo opzionale alla Convenzione Onu contro la tortura e l’attuazione dello Statuto della Corte penale internazionale.

Amnesty International ha poi espresso le proprie preoccupazioni per la legislazione e la prassi vigente in tema di immigrazione e asilo, con riguardo alla legittimità della detenzione di migranti e richiedenti asilo, alla trasparenza dei Cpta e dei centri analoghi nonché al rispetto del principio di ‘non respingimento’, violato negli ultimi anni nel corso di numerose espulsioni illegittime. Un riferimento specifico è stato fatto agli accordi siglati dall’Italia con la Libia, a partire dal 2000, in materia di immigrazione.

I rappresentanti di Amnesty International hanno infine condiviso con il ministro D’Alema la valutazione sulla centralità dei diritti umani e sulla necessità che essi siano salvaguardati e protetti in ogni circostanza, come nel contesto della ‘guerra al terrore’.

FINE DEL COMUNICATO                                          Roma, 3 luglio 2006

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