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Messico, un anno fa l’omicidio di Julián Carrillo. Amnesty International continua a chiedere giustizia e protezione per i difensori dell’ambiente
Un anno dopo l’omicidio del leader nativo rarámuri Julián Carrillo, Amnesty International è tornata a chiedere alle autorità del Messico che si indaghi in modo approfondito per individuare i responsabili dell’assassinio e di tutti gli attacchi contro i difensori della terra, del territorio e dell’ambiente nello stato centroamericano.
“Le coraggiose persone che in Messico difendono la terra, il territorio e l’ambiente affrontano pericoli costanti. Il presidente Andrés Manuel López Obrador deve riconoscere pubblicamente il loro inestimabile contributo alla protezione delle risorse naturali e il suo governo deve prendere misure vigorose per garantire che possano agire in modo incolume”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International.
Il numero delle persone uccise in Messico a causa del loro attivismo in favore dell’ambiente è aumentato negli ultimi anni. Nel 2017 l’ong Global Witness ha denunciato 15 omicidi contro i tre dell’anno precedente. Nel 2018 le vittime sono state 14 e nei primi nove mesi del 2019 almeno 12.
Il 24 ottobre 2018 Julián Carrillo è stato ucciso da persone ancora da identificare nella sua comunità di Coloradas de la Virgen, nello stato settentrionale di Chihuahua. In precedenza era stato minacciato e perseguitato per aver difeso il suo territorio ancestrale nella Sierra Tarahumara. Negli ultimi anni sono stati assassinati almeno cinque suoi familiari.
A distanza di un anno, i responsabili dell’omicidio di Julián Carrillo non sono stati ancora portati di fronte alla giustizia. Due persone sono finite in carcere ma non sono ancora state incriminate.
Per Amnesty International, le autorità messicane devono avviare indagini approfondite, indipendenti e imparziali sulle uccisioni di Julián Carrillo, dei suoi familiari e di tutti gli altri difensori della terra, del territorio e dell’ambiente. L’amministrazione López Obrador deve predisporre immediatamente un programma di prevenzione e protezione che affronti le cause strutturali della violenza e che imposti l’analisi dei rischi e delle misure da intraprendere complessivamente, non valutando caso per caso.
“Julián Carrillo è stato assassinato nonostante fosse entrato nel Meccanismo governativo di protezione per i difensori dei diritti umani e i giornalisti. La situazione è estremamente grave e richiede una revisione completa del Meccanismo affinché tuteli e protegga davvero i difensori della terra, del territorio e dell’ambiente”, ha commentato Tania Reneaum Panszi, direttrice generale di Amnesty International Messico.
“La lotta per proteggere i diritti della terra e combattere lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali ha la nostra piena solidarietà e il nostro totale sostegno. Abbiamo il dovere fondamentale di lasciare un ambiente sano alle future generazioni”, ha concluso Tania Reneaum Panszi.