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Rima bint Abdul Rahman al-Jareesh, esponente dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici (Acpra), è in carcere dal 3 luglio 2011 insieme a Sharifa al-Saqaa’bi per aver preso parte a una protesta di fronte al ministero degli Interni dell’Arabia Saudita. Altre 13 donne, arrestate insieme a cinque bambini per aver preso parte alla stessa manifestazione a Riyadh, la capitale del regno saudita, sono state rilasciate dopo aver sottoscritto un impegno a non prendere più parte a proteste.
La manifestazione era stata indetta per protestare contro la detenzione dei parenti maschi delle donne, in carcere senza accusa, in alcuni casi da 10 anni.
Rima bint Abdul Rahman al-Jareesh, secondo quanto appreso da Amnesty International, ha rifiutato di firmare la dichiarazione o di farsi assistere dal suo mahram (un guardiano di sesso maschile che deve accompagnare la donna in tutti gli atti giudiziari) per favorire il rilascio. Nel 2007, aveva preso parte a un’analoga protesta ed era stata rilasciata dopo tre giorni di carcere.
Il cofondatore dell’Acpra, Mohammed Salih al-Bajadi, è in carcere dal marzo 2011 per aver preso parte a una manifestazione per chiedere il rilascio dei prigionieri politici.
Dall’11 settembre 2001, le autorità saudita hanno imprigionato migliaia di persone, tra cui pacifici oppositori del governo e attivisti per i diritti umani. Molti continuano a restare in carcere, senza accusa né processo.