Azerbaigian: intensificata la repressione in vista delle proteste

1 Aprile 2011

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Amnesty International ha sollecitato le autorità dell’Azerbaigian a porre fine alla repressione della libertà di espressione dopo che, giovedì 31 marzo, 11 attivisti politici sono stati arrestati in vista delle manifestazioni organizzate su Facebook per la ‘Giornata della collera’ di sabato 2 aprile.

Sempre il 31 marzo, sostenitori del governo si sono radunati fuori l’abitazione del leader dell’opposizione Ali Karimli. La folla cantava apostrofandolo come traditore e omosessuale, mentre la polizia stava a guardare.

Tra gli attivisti arrestati, ci sono  Ilham Huseynli, vicepresidente del Partito del fronte popolare dell’Azerbaigian (Apfp), Karim Mehdiyev , un altro esponente dell’Apfp,  Yagub Babanli, del Partito del fronte popolare classico e i giovani attivisti Khalid Amanli, Rovshan Nasili e Tabriz Qasimov.

L’ultima ondata di arresti ha avuto inizio il 29 marzo, quando Nazim Abbasli del Partito democratico dell’Azerbaigian è stato condannato a cinque giorni di detenzione amministrativa: la stessa modalità con cui, prima delle manifestazioni dell’11 e 12 marzo, diversi giovani attivisti che avevano annunciato la manifestazione su Internet, erano stati arrestati sulla base di discutibili accuse e condannati  al termine di processi, a quanto pare non in linea con gli standard internazionali.

La manifestazione del 12 marzo, organizzata dai partiti di opposizione nella capitale Baku, era stata dispersa con la forza ed erano state arrestate oltre 100 persone.

La repressione delle autorità azere sta prendendo di mira giornalisti, attivisti online e organizzazioni per i diritti umani.