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Sono almeno 55 i giornalisti arrestati nel corso delle proteste seguite all’annuncio della vittoria, per il sesto mandato consecutivo, del presidente Alyaksandr Lukashenka.
Ne ha dato notizia l’Associazione dei giornalisti della Bielorussia, sottolineando che tra le migliaia di persone arrestate, le forze di sicurezza hanno preso particolarmente di mira i giornalisti picchiandoli, colpendoli coi manganelli, sparandogli contro proiettili di gomma, distruggendo le loro attrezzature e cancellando le immagini della repressione.
“In questi giorni i giornalisti in Bielorussia stanno facendo un lavoro eroico, documentando la brutale repressione delle proteste“, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale.
Sono stati presi di mira tanto i giornalisti locali quanto i mezzi d’informazione internazionali.
La sera dell’11 agosto a Minsk le forze di sicurezza hanno attaccato gli operatori della Bbc Russia, sebbene si fossero qualificati come stampa e avessero con sé gli accrediti ufficiali. Le loro attrezzature sono state distrutte ma non sono arrestati.
Nel primo giorno di proteste, da un gruppo di agenti camuffati è partito un proiettile di gomma che ha colpito a una gamba Natalia Lubneuskaya, giornalista di Nasha Niva, uno dei mezzi d’informazione ancora aperti nel paese nonostante anni di intimidazioni.
Tra gli altri giornalisti aggrediti figurano Vadzim Zamirouski, Darya Burakina e Usevalad Zarubin del portale Tut.by, il più letto sito d’informazioni della Bielorussia; il fotografo dell’Associated Press Syarhei Hryts; un’altra giornalista di Nasha Niva, Nadzeya Buzhan; Uladzislau Barysavich e Syarhei Ptushka, due reporter online; Pavel Patapau e Ivan Murauyou del canale televisivo online Belsat.
Amnesty International ha chiesto alle autorità bielorusse di rispettare la libertà di stampa e rilasciare tutti i giornalisti arrestati solo perché stavano facendo il loro lavoro.
L’organizzazione per i diritti umani ha inoltre sollecitato il rilascio di tutti gli attivisti pacifici arrestati solo per aver esercitato i loro diritti alla libertà di espressione e alla libertà di manifestazione.
Infine, Amnesty International ha chiesto che sia posta fine alla repressione delle proteste pacifiche e siano aperte indagini sull’operato violento e illegale delle forze di sicurezza.