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Secondo quanto riferito ad Amnesty International dai delegati dell’organizzazione presenti a Minsk, la capitale della Bielorussia, gli agenti dei reparti anti-sommossa della polizia si sono resi responsabili di episodi di violenza brutale nei confronti dei manifestanti scesi in strada la notte tra il 9 e il 10 agosto non appena resi noti i risultati delle elezioni.
L’exit-poll “ufficiale” ha annunciato un’ampia maggioranza di consensi per il presidente uscente e candidato al sesto mandato consecutivo, Alyaksandr Lukashenka, contraddicendo tanto i sondaggi informali quanto le aspettative di buona parte dell’opinione pubblica che davano vincente la candidata dell’opposizione Svaytlana Tsikhanouskaya.
A Minsk la polizia anti-sommossa è ricorsa a una violenza indiscriminata, usando anche le granate stordenti e arrestando manifestanti pacifici e persino persone che si tenevano a distanza dalle proteste. In un video terrificante, si vede una camionetta della polizia investire un manifestante a tutta velocità e su un tratto di strada molto ampio.
Secondo le prime informazioni, un manifestante è morto e decine sono rimasti feriti in modo grave.
Anche se risultano esserci dei feriti anche tra gli agenti di polizia, i delegati di Amnesty International non hanno visto alcun manifestante ricorrere alla violenza, almeno nelle zone in cui si trovavano; al contrario, hanno assistito a una risposta durissima della polizia che ha usato una forza indiscriminata senza essere provocata.
Amnesty International chiede che siano avviate indagini sul comportamento delle forze di polizia e siano rilasciati tutti i manifestanti pacifici e gli attivisti politici, compresi quelli finiti in carcere prima delle elezioni.