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#BringAhmedHome: La campagna di Amnesty International per riunire alla sua famiglia un siriano ingiustamente condannato in Ungheria
Nell’agosto 2015, Ahmed H. lascia la sua casa di famiglia a Cipro, dove vive dal 2006, per andare ad aiutare i suoi anziani genitori e altri sei parenti fuggiti dalla Siria a cercare riparo in Europa.
Durante scontri con la polizia al confine ungherese, i richiedenti asilo lanciano sassi. Anche Ahmed H.
Un tribunale ungherese lo giudica colpevole, unico di 11 imputati, di “complicità in azioni di terrorismo” e lo condanna a 10 anni, poi ridotti a sette e infine a cinque.
Il 19 gennaio 2019, Ahmed H. viene rilasciato per essere trasferito in un centro di detenzione per migranti.
Ahmed H. attualmente è privo di documenti di viaggio. Cittadino siriano, ha ottenuto il permesso di soggiorno a Cipro sposando una cipriota ma questo è scaduto durante la prigionia.
Le autorità ungheresi hanno contattato quelle di Cipro chiedendo di riprendersi Ahmed H. ma a lui hanno fatto sapere che stavano anche valutando se mandarlo in Siria. Qui, la sua sorte sarebbe probabilmente segnata.
“Quando parlo con mia figlia su Skype e lei mi chiede ‘Papà, quando torni a casa?’, mi si spezza il cuore. Sono quasi quattro anni che non vedo mia moglie e le nostre due figlie e non capisco perché non mi facciano tornare a casa. A Cipro non ho mai commesso alcun reato, ho un lavoro e la mia famiglia”, ha detto Ahmed H.
La decisione di far tornare Ahmed H. a Cipro dipende interamente dalle autorità di questo paese. Amnesty International si è rivolta loro più volte negli ultimi sei mesi. Ora chiede ai suoi soci e alle persone che hanno a cuore i diritti umani di unirsi alla richiesta: #BringAhmedHome.