Celebrati i 40 anni di Amnesty in Italia

16 Aprile 2015

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Il presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, il ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni sono intervenuti alla cerimonia per i 40 anni di Amnesty International Italia, che si è svolta questa mattina in Campidoglio.

In apertura dell’incontro, il sindaco di Roma Ignazio Marino ha elogiato il ruolo di Amnesty International come strumento di pressione per il rispetto dei diritti umani nel mondo senza eccezioni né condizionamenti. Il sindaco ha aggiunto che l’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani (‘tutti gli individui nascono uguali in dignità e diritti’) è scarsamente rispettato a livello globale ma senza Amnesty International sarebbe completamente ignorato.

Il presidente del Senato Pietro Grasso ha riconosciuto ad Amnesty International, la cui candela accesa è simbolo di impegno e speranza, di aver contribuito a far diventare l’Italia un paese migliore, ponendo al centro della sua azione e delle sue richieste due principi fondamentali: uguaglianza e dignità. Il presidente Grasso ha ringraziato gli attivisti e le attiviste di Amnesty International per il loro continuo vigilare sul rispetto dei diritti umani.

La presidente della Camera Laura Boldrini ha ricordato il ruolo avuto da Amnesty International nel coinvolgimento dell’opinione pubblica italiana, nell’affermazione dei concetti di cittadinanza e partecipazione. Amnesty International fa denunce serie, documentabili e certificate. Ha anche una grande capacità nel diffondere i messaggi. Non è importante solo lavorare bene, ma anche comunicare in maniera efficace, specialmente in un tempo in cui l’opinione pubblica è bersagliata sempre più spesso da messaggi sopra le righe. Amnesty International va in senso opposto.

Il ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni ha espresso apprezzamento per l’azione di Amnesty International sulle principali emergenze dei diritti umani e ricordato come l’associazione abbia dato un importante contributo su numerosi temi rivelanti per la Farnesina, primo tra tutti la pena di morte. Il ministro Gentiloni ha sottolineato come la sicurezza e la stabilità non possono essere raggiunte sacrificando i diritti umani, che sono un bene fondamentale.

Tutti i rappresentanti istituzionali intervenuti hanno manifestato l’esigenza che sia al più presto introdotto il reato di tortura nel codice penale, obiettivo per cui Amnesty International Italia si batte da oltre 20 anni.

Antonio Marchesi e Gianni Rufini, rispettivamente presidente e direttore generale di Amnesty International, hanno ringraziato le cariche istituzionali per le loro parole. ‘Un enorme stimolo per trovare la forza e le risorse necessarie per continuare a combattere battaglie non ancora vinte e per lanciare nuove sfide che riguardano ogni parte del mondo, compresa l’Italia‘ – ha dichiarato Antonio Marchesi. ‘La crisi umanitaria in atto nel Mediterraneo è sotto i nostri occhi e richiede una risposta immediata, urgente e solida da parte dell’Unione europea: un’operazione di ricerca e soccorso in mare che almeno eguagli l’efficacia di Mare nostrum‘ – ha aggiunto Rufini.

Nel corso della cerimonia sono intervenuti anche Tawakkul Karman, attivista per i diritti umani dello Yemen e premio Nobel per la pace 2011, il presidente della Commissione straordinaria sui diritti umani Luigi Manconi, il giurista Stefano Rodotà e, con un video-messaggio, il giudice costituzionale Valerio Onida, l’artista Moni Ovadia ed Ensaf Haidar, moglie del blogger Raif Badawi, condannato a 10 anni di carcere e 1000 frustate in Arabia Saudita.

FINE DEL COMUNICATO          Roma, 17 aprile 2015

Per interviste:Amnesty International Italia – Ufficio Stampa
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