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Amnesty International ha condannato i provvedimenti repressivi adottati dalle autorità della Repubblica popolare cinese contro i corrispondenti della stampa estera situati a Pechino e a Shanghai.
Secondo l’Associazione della stampa estera di Pechino oltre una decina di giornalisti (tra cui i corrispondenti di Bbc, Cnn e Bloomberg) sono stati aggrediti o arrestati dalle forze di sicurezza mentre si accingevano a seguire annunciate proteste nel quartiere commerciale di Wanfujing. Un video operatore è finito all’ospedale.
Secondo un portavoce del ministero degli Affari esteri, la colpa di quanto accaduto sarebbe stata degli stessi giornalisti.
Le norme adottate nel 2008, alla vigilia delle Olimpiadi di Pechino, prevedono che la stampa straniera possa effettuare interviste senza chiedere il permesso ufficiale, con l’eccezione dl Tibet dove invece vigono divieti assoluti per la stampa indipendente.
Nelle ultime settimane, utenti anonimi dei social network hanno invocato una ‘rivoluzione dei gelsomini’ in Cina e hanno invitato a scendere in strada in modo pacifico.