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Commentando la dichiarazione congiunta emessa al termine dei colloqui di Panmunjeom tra i leader della Corea del Nord e della Corea del Sud, il ricercatore di Amnesty International sull’Asia orientale Arnold Fang ha rilasciato questa nota:
“La dichiarazione dovrebbe essere considerata con cauto ottimismo, ma la quasi totale assenza dei diritti umani dall’agenda dei colloqui ha costituito un’opportunità sprecata”.
“I colloqui sono stati un fatto senza precedenti, ma i governi non dovrebbero cessare di sollevare il tema della gravissima situazione dei diritti umani direttamente con Kim Jong-un e col suo governo. Occorre che i diritti umani non vengano messi da parte in eventuali futuri colloqui, dato che la loro protezione è intrinsecamente collegata alla pace e alla sicurezza”.
“Le due Coree dovrebbero fare passi concreti rispetto alle violazioni dei diritti umani che sono state una diretta conseguenza della guerra. I due governi dovrebbero agire insieme per consentire contatti regolari tra i membri delle famiglie, specialmente tra coloro che sono stati separati contro la loro volontà”.
“Da ambo i lati, le autorità non dovrebbero più usare l’argomento della sicurezza nazionale come scusa per limitare arbitrariamente l’esercizio dei diritti umani, soprattutto i diritti alla libertà di espressione, di opinione, di pensiero e di movimento. L’auspicio espresso nei confronti della libertà di movimento tra i popoli delle due Coree è incoraggiante, ma occorrerà tradurlo in atti concreti”.