Difensori dei diritti umani in Turchia: Taner Kılıç resta in carcere

23 Novembre 2017

Tempo di lettura stimato: 6'

Il tribunale di Istanbul ha deciso di prolungare la detenzione preventiva del presidente di Amnesty International Turchia, Taner Kılıç. Il presidente ha detto alla corte di essere stato rinchiuso con altre 23 persone in una cella per 8.

In tribunale gli avvocati della difesa e un testimone esperto indipendente hanno demolito le argomentazioni dell’accusa. Tutte le prove mostrano che Taner è innocente e nonostante questo è stato rispedito nella cella sovraffollata dove ha già trascorso più di cinque mesi – ha dichiarato in una nota ufficiale John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l’Europa e l’Asia centrale -. La decisione della corte di ignorare queste prove e mantenerlo agli arresti è contraria alla ragione. È un’ulteriore occasione persa per correggere una clamorosa ingiustizia. Continueremo a lottare per la sua liberazione e per l’annullamento di tutte le accuse contro di lui e contro gli Istanbul 10.

“La decisione della corte di ignorare queste prove e mantenerlo agli arresti è contraria alla ragione. È un’ulteriore occasione persa per correggere una clamorosa ingiustizia. Continueremo a lottare per la sua liberazione e per l’annullamento di tutte le accuse contro di lui e contro gli Istanbul 10.”

Le restrizioni nei confronti di Taner per ricevere visite dei suoi avvocati sono state revocate. La prossima udienza è stata fissata al 31 gennaio 2018.

Difensori dei diritti umani in Turchia: l’appello del mondo della cultura e della politica

Oltre 70 noti rappresentanti della cultura e della politica hanno chiesto alle autorità turche di annullare le ridicole accuse di terrorismo nei confronti di Taner e di altri 10 difensori dei diritti umani, tra cui anche la direttrice di Amnesty International Turchia.

L’appello è stato sottoscritto da oltre 30 esponenti politici e da decine di artisti e testimonial – tra i quali Edward Snowden, Sting, Ai Weiwei, Anish KapoorCatherine Deneuve ed Angélique Kidjo – in occasione della ripresa di un processo che potrebbe terminare con condanne a 15 anni di carcere.

 

Siamo orgogliosi di aggiungere le nostre voci alla richiesta globale di porre fine a una grave ingiustizia e di rilasciare immediatamente e senza condizioni Taner Kılıç. Quando i difensori dei diritti umani vengono ridotti al silenzio, tutti i nostri diritti sono a rischio. Loro sono quelli che si battono per noi. Ora noi dobbiamo batterci per loro“, si legge nell’appello.

I firmatari dell’appello si aggiungono a un lungo elenco di governi, istituzioni e leader politici che hanno sollecitato il rilascio di Taner Kılıç tra cui la Commissione europea, il dipartimento di Stato Usa, rappresentanti delle Nazioni Unite, Angela Merkel e il governo tedesco e i governi di Austria, Belgio e Irlanda.

Oltre 20 parlamentari britannici hanno sottoscritto una mozione che chiede l’immediato rilascio di Taner Kılıç e l’annullamento delle accuse nei confronti degli 11 difensori dei diritti umani. Lo stesso hanno fatto il mese scorso 22 membri del Congresso Usa, così come il segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjørn Jagland, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e il presidente della Commissione diritti umani del Parlamento europeo Pier Antonio Panzeri.

Difensori dei diritti umani in Turchia: le false accuse

Taner Kılıç, presidente di Amnesty International Turchia, è stato arrestato il 6 giugno e da allora è in carcere. Altri dieci difensori, tra cui İdil Eser, direttrice dell’organizzazione, sono stati arrestati un mese dopo. Otto di loro, dopo aver trascorso quasi quattro mesi nella prigione di massima sicurezza di Silivri, sono stati rilasciati su cauzione il mese scorso al termine della prima udienza. L’accusa per tutti è “appartenenza a un’organizzazione terroristica”.

L’accusa contro gli 11 difensori dei diritti umani sostiene bizzarramente che normali attività in favore dei diritti umani equivalgano a fornire “assistenza a un’organizzazione terroristica“.

Taner Kılıç è accusato di aver scaricato e usato l’applicazione di messaggistica ByLock, che secondo la procura era stata usata dal movimento gülenista per le comunicazioni tra gli aderenti. Tuttavia, due perizie indipendenti commissionate da Amnesty International sono giunte alla conclusione che sul telefono di Taner Kılıç quell’applicazione non è neanche mai stata installata.

Gli “Istanbul 10” sono İdil Eser, direttrice di Amnesty International Turchia; Günal Kurşun, avvocato dell’Associazione Agenda per i diritti umani; Özlem Dalkıran, dell’Assemblea dei cittadini; Veli Acu, dell’Associazione Agenda per i diritti umani; Ali Gharavi, consulente in strategie informatiche; Peter Steudtner, formatore su non violenza e benessere delle persone; İlknur Üstün, della Coalizione delle donne; Nalan Erkem, avvocata, dell’Assemblea dei cittadini; Nejat Taştan, dell’Associazione osservatorio sull’uguaglianza dei diritti; e Şeyhmuz Özbekli, avvocato.

Oltre 700.000 persone hanno firmato l’appello di Amnesty International per chiedere il rilascio di Taner Kılıç e l’annullamento delle accuse nei confronti degli “Istanbul 10”.