Egitto, decine di uccisioni in una prigione vicino al Cairo

21 Febbraio 2011

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Amnesty International teme che decine di prigionieri e un familiare in visita a un detenuto siano stati uccisi dal personale di guardia sulle torrette del carcere di al-Qatta el-Gadeed, nei pressi del Cairo, durante una rivolta scoppiata il 29 gennaio.

I detenuti del carcere hanno fornito ad Amnesty International i nomi di 43 compagni di prigionia che sarebbero stati uccisi. Secondo gli avvocati, altri 81 detenuti sarebbero rimasti feriti. Tra i deceduti, vi sarebbero anche un familiare che si trovava in visita nel carcere e un agente della sicurezza.

Le autorità egiziane devono porre immediatamente fine all’uso della forza contro i prigionieri, consentire cure mediche immediate a chi ne ha bisogno e aprire un’indagine indipendente su quanto accaduto nel carcere di al-Qatta al-Gadeed, che stabilisca in quali circostanze è stato fatto ricorso alla forza letale‘ – ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

I cadaveri di alcuni detenuti di al-Qatta al-Gadeed sono stati rinvenuti all’obitorio di Zenhom, al Cairo, tra i 115 corpi provenienti da almeno quattro distinte prigioni. Secondo quanto dichiarato da un medico legale, che ha chiesto di rimanere anonimo, molti di essi presentavano fori di proiettile sulla fronte, sulla nuca e sul petto. Ciò coincide con quanto dichiarato dai familiari dei prigionieri deceduti, una volta restituiti loro i corpi.

La rivolta nel carcere di al-Qatta al-Gadeed era scoppiata il 29 gennaio, al rifiuto della direzione della prigione di liberare i detenuti. Questi, alla notizia che i reclusi di altre carceri erano stati rilasciati nel contesto delle manifestazioni che avrebbero poi portato alla caduta del presidente Mubarak, avevano chiesto che venisse adottato lo stesso provvedimento.

Dopo il diniego da parte della direzione, il personale civile ha lasciato il carcere il cui controllo è stato assunto dalle guardie penitenziarie, che si sono rese responsabili delle uccisioni delle decine di detenuti. Le ultime due hanno avuto luogo l’11 e il 12 febbraio.

Nel carcere di al-Qatta al-Gadeed si trovano ancora centinaia di prigionieri e la loro incolumità è a rischio. I feriti, a decine, vengono curati come possibile dai compagni di cella, in assenza delle benché minime cure mediche da parte delle autorità penitenziarie. Le scorte di medicine di prima necessità, come l’insulina, sono state esaurite. I prigionieri e i loro familiari lamentano anche la fornitura insufficiente di cibo, acqua e altri generi di prima necessità nella prima settimana dalla rivolta. Solo il 7 febbraio i soldati hanno lanciato pane, marmellata e burro dell’esterno della prigione.

FINE DEL COMUNICATO                                       Roma, 21 febbraio 2011

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