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Yecenia Armenta Graciano ha trascorso quasi quattro anni in prigione. Nel luglio del 2012 era in macchina con la sorella e la cognata, in direzione dell’aeroporto di Culiacán, nel Messico settentrionale, quando sono state fermate da agenti di polizia in borghese, sostenendo che la macchina fosse rubata.
Yecenia è stata bendata e portata via, in un luogo sconosciuto. Gli ufficiali, in seguito identificati come appartenenti alla polizia investigativa dello Stato di Sinaloa, volevano che confessasse il suo coinvolgimento nell’omicidio del marito, avvenuto in un luogo pubblico una settimana prima.
Quando Yecenia ha negato, l’hanno legata, appesa a testa in giù, picchiata e violentata. Dopo quasi 15 ore, e dopo che avevano minacciato di stuprare e ammazzare i suoi figli, Yecenia ha confessato: le hanno preso le impronte digitali e fatto firmare la confessione mentre era ancora bendata.
In carcere Yecenia è stata visitata da medici dell’ufficio del pubblico ministero – lo stesso per cui lavora chi l’ha arrestata e torturata. Non hanno rilevato ferite o segni di maltrattamenti e da qui, dopo mesi, il personale medico forense ha concluso che non era stata torturata.
Sulla base della sua confessione, Yecenia è stata accusata di omicidio aggravato del marito e trasferita nel carcere di Culiacán, stato di Sinaloa, dove è tutt’ora in attesa dell’esito del processo.
In questi mesi Amnesty International ha cercato in tutti i modi di portare attenzione su questo caso di giustizia sommaria facendo pressioni sulla comunità internazionale e sulle autorità messicane.
Grazie a questo impegno, Yecenia è stata finalmente liberata. «A tutti quelli che mi hanno sostenuto voglio dire GRAZIE INFINITE! – sono state le sue prime parole –. Senza di voi tutto questo sarebbe stato impossibile».
Con il tuo sostegno concreto, dopo anni di violenze e ingiustizie, Yecenia è finalmente libera. Un successo che è il frutto delle nostre pressioni sul governo messicano per liberarla e restituirle dignità e giustizia.
Sono ancora tantissimi i casi di tortura e di carcerazioni ingiuste nel mondo, ma con il tuo aiuto possiamo cambiare la vita di queste persone.