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Hong Kong, arresti di massa di esponenti dell’opposizione: prova del potere repressivo della legge sulla sicurezza nazionale
In merito agli arresti, mercoledì mattina, di circa 50 esponenti dell’opposizione di Hong Kong per violazione della legge sulla sicurezza nazionale, Yamini Mishra, direttrice regionale per l’Asia e il Pacifico di Amnesty International ha dichiarato:
“Un giro di vite così impressionante nei confronti dell’opposizione politica di Hong Kong, che elimina candidati, attivisti e anche sondaggisti, è la massima dimostrazione di come la legge per la sicurezza nazionale sia stata resa un’arma per punire chiunque osi sfidare l’ordine costituito”.
“Questa normativa crudele offre alle autorità di Pechino e Hong Kong carta bianca per eliminare qualsiasi voce di dissenso ed esporre tutti coloro che criticano il governo al rischio di arresto. Inoltre gli arresti di mercoledì evidenziano l’ampia portata della legge, che ne permette l’applicazione in circostanze che non costituiscono reali minacce alla sicurezza nazionale”.
“Le accuse di ‘sovversione’ per decine di legislatori e attivisti pro-democrazia, solo per aver svolto le loro primarie informali, è un evidente attacco ai loro diritti di espressione e riunione pacifica. Le persone hanno il legittimo diritto di partecipare alla vita pubblica. L’opposizione pubblica non può essere messa a tacere solo perché non piace alle autorità”.
“Il governo di Hong Kong deve mettere fine a questa pericolosa pratica in cui chi critica viene trattato come un criminale e come una minaccia alla sicurezza nazionale. A meno che a carico delle persone arrestate non ci siano delle prove di un reato riconosciuto a livello internazionale, esse devono essere immediatamente rilasciate”.
Maggiori informazioni
Circa 50 esponenti pro-democrazia di Hong Kong sono stati arrestati la mattina del 6 gennaio per delle presunte violazioni della legge sulla sicurezza nazionale della città.
Secondo quanto riportato dalla stampa e sui social, sono stati accusati di “sovversione” per aver organizzato e preso parte a delle primarie autoproclamate per le elezioni del Consiglio legislativo, relative allo scorso anno e rimandate a causa dei timori legati alla pandemia da Covid-19.
Tra le persone arrestate figurano molti ex legislatori e consiglieri distrettuali, l’organizzatore delle primarie Benny Tai e l’avvocato americano John Clancey, tesoriere per uno degli organizzatori. È stato arrestato anche Robert Chung, direttore dell’Istituto di ricerca sull’opinione pubblica (Public Opinion Research Institute, Pori) di Hong Kong, che ha fornito l’infrastruttura tecnologica per lo svolgimento del voto.
Secondo quanto riportato sul profilo Twitter dell’attivista Joshua Wong, attualmente in carcere, la polizia avrebbe anche fatto irruzione in casa sua, mentre le sedi dei giornali Apple Daily e Stand hanno ricevuto un’ispezione della polizia, che era alla ricerca di contatti dei candidati delle primarie.
Lo scorso luglio, il gruppo democratico ha condotto una votazione per restringere l’elenco finale dei candidati pro-democrazia che avrebbero partecipato alle elezioni legislative ufficiali. Lo scopo era quello di assicurare una maggioranza nel Consiglio legislativo vincendo oltre 35 seggi.
In quell’occasione la governatrice di Hong Kong Carrie Lam aveva dichiarato che le votazioni erano illegali e comunicava che avrebbero potuto costituire una violazione della legge di sicurezza nazionale, in vigore da alcune settimane.