Il parlamento dello Yemen deve respingere la legge d’immunità

10 Gennaio 2012

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Amnesty International ha sollecitato il parlamento dello Yemen a respingere un progetto di legge governativo che, se approvato, garantirebbe l’immunità dai procedimenti giudiziari al presidente Ali Abdullah Saleh e ai suoi collaboratori per i crimini commessi nel corso di 33 anni di governo. Una clausola aggiuntiva prevede che la legge, una volta entrata in vigore, non possa essere più annullata.

Amnesty International ha definito ‘un oltraggio’ il progetto di legge, considerato anche che una delle principali richieste delle persone scese in strada nel paese dall’inizio del 2011 è proprio la fine dell’impunità nei confronti di chi ha commesso gravi violazioni dei diritti umani.

Negli ultimi 12 mesi, oltre 200 persone sono state uccise e migliaia ferite dalle forze di polizia e da bande armate pro-Saheh, mentre manifestavano per lo più pacificamente chiedendo riforme, nella capitale Sana’a e in altre città dello Yemen. Centinaia di altre vittime sono state registrate in scontri armati.

In base a un accordo firmato lo scorso novembre, Ali Abdullah Saleh ha ceduto alcuni suoi poteri al vicepresidente Abd Rabbu Mansour Hadi e un esponente dell’opposizione è stato insediato alla guida di un governo di riconciliazione nazionale, con un incarico della durata di due anni. Saleh rimarrà in carica fino alle elezioni, previste a febbraio.

L’Alta commissaria per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, ha dichiarato che se il parlamento approvasse la legge, ciò costituirebbe una violazione degli obblighi internazionali dello Yemen., che è obbligato (ai sensi, tra l’altro, della Convenzione dell’Onu contro la tortura) a svolgere indagini e procedimenti giudiziari nei confronti di chiunque sia sospettato di aver commesso tale reato.