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Shayan Saeedpour, 21 anni, è stato impiccato la mattina del 21 aprile nella prigione centrale di Saqez, nella provincia iraniana del Kurdistan.
Era stato condannato a morte nell’ottobre 2018 per aver accoltellato a morte un uomo, durante una rissa, nell’agosto 2015. All’epoca aveva 17 anni e una storia di malattia mentale.
Alla fine di marzo, Saeedpour era evaso dalla prigione di Saqez insieme ad altre decine di detenuti per timore che la pandemia da Covid-19 si diffondesse all’interno del carcere. Era stato catturato il 3 aprile. Temiamo che la sua esecuzione sia stata un atto di rappresaglia per l’evasione e un monito nei confronti di coloro che in seguito volessero tentare la fuga.
L’Iran è uno degli ultimi stati rimasti al mondo a mettere a morte minorenni al momento del reato. Nel 2019, abbiamo registrato almeno quattro esecuzioni del genere.
In attesa dell’esecuzione restano 90 prigionieri condannati a morte per reati commessi quando avevano meno di 18 anni.