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Ehsan Fattahian, un curdo accusato di ‘inimicizia contro Dio’ per la sua presunta militanza in un gruppo illegale di opposizione, è stato impiccato l’11 novembre nella prigione di Sanandaj. Altri 11 prigionieri, tra cui una donna, si trovano nel braccio della morte. Amnesty International continua a inviare appelli per impedire ulteriori esecuzioni.
All’origine di questo nuovo giro di vite, una serie di omicidi e tentati omicidi di funzionari pubblici, avvenuti nella provincia del Kordestan tra il 9 e il 19 settembre.
Nel frattempo, Ashgar Jafari, direttore del Dipartimento delle indagini criminali della polizia iraniana, ha invitato a fare maggiore affidamento sulle punizioni islamiche, auspicando un aumento delle amputazioni delle mani ai ladri. In questo modo, ha affermato senza poter fornire alcuna prova, la criminalità potrebbe diminuire del 90 per cento.
Le amputazioni, così come le frustate, sono pene crudeli, inumane e degradanti equivalenti alla tortura e sono vietate dal diritto internazionale. L’ultima amputazione di cui si è avuta notizia in Iran risale al dicembre 2008.