Iraq, rischio di tortura per i manifestanti arrestati l’8 marzo

10 Marzo 2011

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Amnesty International teme che almeno 10 persone arrestate l’8 marzo a Baghdad dopo aver preso parte a una manifestazione contro la corruzione, la disoccupazione e la penuria di servizi sociali, possano essere torturate in carcere. L’allarme è scattato alla luce delle testimonianze di due attivisti che, dopo essere stati rilasciati, hanno denunciato il trattamento subito.

Abdel-Jabbar Shaloub Hammadi, arrestato il 24 febbraio alla vigilia della ‘giornata della collera’ indetta nella capitale irachena e rimasto in carcere per 12 giorni, ha riferito di essere stato legato mani e piedi e appeso a una corda e, in un’altra circostanza, di essere stato posto in una posizione tale da dover tenersi in equilibrio con la punta dei piedi su una sedia.

Hadi al-Mehdi, un giornalista arrestato il 25 febbraio, ha denunciato di aver ricevuto scariche elettriche sui piedi e di essere stato minacciato di stupro durante gli interrogatori.

Amnesty International ha sollecitato il governo iracheno ad avviare un’inchiesta urgente su questi episodi,a garantire l’incolumità dei detenuti e a tutelare il diritto di manifestare e la libertà d’espressione.