La Lega araba deve fare chiarezza sulla situazione dei diritti umani in Siria

5 Gennaio 2012

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L’incontro della Lega araba al Cairo l’8 gennaio dovrebbe fornire un’ottima occasione per chiarire le accuse in corso per le gravi violazioni dei diritti umani in Siria, ha dichiarato oggi Amnesty International.

Numerosi attivisti siriani per i diritti umani hanno raccontato ad Amnesty International che gravi preoccupazioni per i diritti umani perdurano nonostante la missione degli osservatori della Lega araba sia presente nel paese dal 26 dicembre 2011.

Queste violazioni includono l’uccisione, da parte delle forze di sicurezza siriane, di decine di manifestanti e di altri individui fin dall’arrivo degli osservatori. Amnesty International ha i nomi di 134 persone uccise da quando la missione è iniziata, ma il numero reale potrebbe essere notevolmente più alto.

Molte altre persone sono state arrestate per il loro coinvolgimento -reale o presunto- nel movimento per le riforme. D’altro canto, le autorità siriane hanno mancato di rilasciare le migliaia di altri individui detenuti per ragioni analoghe.

I resoconti su un’esplosione mortale oggi a Damasco evidenziano il peggioramento delle condizioni di sicurezza. Nel frattempo, i gruppi di opposizione siriani, critici nei confronti della Lega araba, hanno organizzato manifestazioni di massa per sollecitare le Nazioni Unite a intervenire contro la Siria.

‘È stato un risultato estremamente positivo che la Lega araba abbia lanciato questa missione per monitorare la situazione sul territorio siriano e testimoniare le conseguenze di mesi di gravi violazioni dei diritti umani dovute alla sanguinosa repressione dei manifestanti’ – ha dichiarato Ann Harrison, vicedirettore ad interim del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

‘Quando domenica verranno riferite le conclusioni delle osservazioni preliminari, ci auguriamo che questi risultati vengano resi pubblici per dare alla comunità internazionale un quadro chiaro della situazione attuale in Siria, dove le violazioni dei diritti umani sembrano essere continue e senza sosta’.

La missione di osservazione si trova in Siria per monitorare l’attuazione, da parte del governo, di un accordo raggiunto con la Lega Araba a fine novembre e che mira a ripristinare un clima sereno.

È la prima volta che una missione ufficiale di osservatori ha ricevuto l’autorizzazione a entrare in Siria da quando, a marzo scorso, è iniziata la repressione delle manifestazioni per le riforme.

Nelle ultime settimane, gli attivisti dell’opposizione siriana hanno ripetutamente contestato le dichiarazioni rese da funzionari della Lega Araba sui media e altrove.

Il Segretario generale della Lega Araba Nabil al-Arabi ha dichiarato che le autorità siriane hanno rilasciato più di 3500 prigionieri politici, ma non è ancora chiaro quali prove abbia portato a suffragi di tale affermazione.

Nessun elenco di prigionieri liberati è stata reso pubblico e gli attivisti siriani hanno riferito ad Amnesty International di esser convinti che il numero dei prigionieri liberati sia molto più basso. Inoltre, essi aggiungono che decine o centinaia di altri attivisti politici sono stati arrestati la scorsa settimana ad Aleppo, Latakia e Daraya.

Secondo altre testimonianze, un gran numero di detenuti potrebbe essere stato spostato o assegnato a centri di detenzione segreti per evitare che vengano visti dagli osservatori della Lega araba.

Per quanto riguarda il ritiro delle attrezzature e del personale militari, tutti gli attivisti che hanno parlato con Amnesty International hanno dichiarato che i carri armati venivano spesso allontanati per tutta la durata delle visite degli osservatori e che cecchini filogovernativi sono tuttora appostati in molte aree residenziali, dove continuano a minacciare i manifestanti e coloro che svolgono le loro attività quotidiane.

Amnesty International ha ripetutamente invitato il governo del presidente Bashar al-Assad a porre fine alle violenze, compresi i crimini contro l’umanità perpetrati da quando la feroce repressione dei manifestanti pro-riforme è iniziata a marzo 2011. Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani dovrebbero essere autorizzate ad entrare nel Paese.

L’organizzazione ha inoltre invitato il Consiglio di Sicurezza dell’Onu a deferire la situazione siriana al procuratore della Corte penale internazionale, nonché a imporre un embargo generale sulle armi alla Siria e a congelare i beni all’estero del presidente al-Assad e degli altri soggetti coinvolti nell’organizzazione o nell’esecuzione di gravi violazioni dei diritti umani.

Il Consiglio di Sicurezza prevede di ridiscutere il caso siriano il 10 gennaio.

‘Con la sua sola presenza in Siria, la missione degli osservatori della Lega araba ha incoraggiato i manifestanti a tornare in piazza in gran numero e ha dato maggiore visibilità alle preoccupazioni per i diritti umani. Ora però è necessaria un’azione risoluta per fermare le violenze’ – ha dichiarato Ann Harrison.

‘Una forte condanna della Lega araba delle violazioni commesse dal governo Assad potrà essere il presupposto per un intervento decisivo delle Nazioni Unite per assicurare la giustizia e per chiamare a rispondere i responsabili di questa repressione brutale’.

Firma l’appello ‘Siria: timori per l’incolumità di alcuni uomini arrestati!’