La Lega Araba sospende la Siria. Scomparsi due attivisti ad Aleppo

14 Novembre 2011

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Il 12 novembre, con 18 voti favorevoli su 22, la Lega Araba la deciso di sospendere la Siria, con effetto a partire dal 16 novembre, se il governo di Damasco continuerà a non applicare il piano d’azione concordato a livello regionale il 30 ottobre.

Nonostante il piano preveda, tra l’altro, ‘la fine di tutti gli atti di violenza, da ogni parte’ e ‘il rilascio di tutte le persone detenute a causa degli eventi in corso’, e nonostante il 2 novembre il governo di Damasco si sia impegnato a ritirare le sue truppe dalle città assediate, a rilasciare i prigionieri (553 dei quali effettivamente scarcerati) e ad avviare un dialogo con l’opposizione, da allora le forze di sicurezza siriane hanno ucciso oltre 100 persone, per lo più manifestanti non armati o persone che meramente assistevano alle proteste. Gli arresti di manifestanti vanno avanti su scala quotidiana.

La decisione della Lega araba è segnale evidente che le gravi violazioni dei diritti umani in Siria non sono accettabili e devono essere fermate, ma è anche un monito al Consiglio di sicurezza, affinché sviluppi finalmente una reazione internazionale alla crisi dei diritti umani in atto nel paese mediorientale‘ – ha dichiarato Philip Luther, vicedirettore per il Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International.

Amnesty International continua a chiedere al Consiglio di sicurezza di deferire la situazione della Siria alla Corte penale internazionale, imporre un embargo sulle armi e congelare i beni patrimoniali all’estero del presidente Bashar al-Assad e dei suoi principali collaboratori.

Da marzo, oltre 3000 persone sarebbero state uccise, molte delle quali durante le proteste e nel corso di operazioni delle forze di sicurezza in aree residenziali. Oltre 100 detenuti sono morti in carcere, nella maggior parte dei casi a seguito delle torture subite. Le persone arrestate sono migliaia. Secondo Amnesty International, le violazioni dei diritti umani commesse in questo periodo comprendono crimini contro l’umanità.

Non si hanno più notizie, nel frattempo, di due attivisti di Aleppo, scomparsi dalle proprie abitazioni ad Aleppo il 2 novembre. Mohamed Bachir Arab e Amned Omar Azoz, due degli organizzatori delle proteste pacifiche nella città, potrebbero trovarsi in detenzione segreta ed essere sottoposti a torture, come già successo ad altri attivisti improvvisamente spariti nel nulla.

Mohamed Bachir Arab, un medico, era entrato in clandestinità sei mesi fa dopo che le forze di sicurezza avevano fatto irruzione nella sua abitazione e portato via il suo computer. Nel 2004 aveva trascorso 11 mesi in carcere per aver organizzato manifestazioni all’Università di Aleppo.

Anche Ahmed Omar Azoz era in clandestinità, da mese di ottobre, dopo che le forze di sicurezza si erano presentate alla sua abitazione chiedendo notizie sul suo conto.

Amnesty International ha chiesto alle autorità siriane di fornire immediatamente informazioni sulla loro situazione e, se in stato d’arresto, di consentire loro di mettersi in contatto con le famiglie e gli avvocati.