L’Ucraina deve agire per affrontare la criminalità all’interno della polizia

12 Ottobre 2011

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Le autorità dell’Ucraina devono agire immediatamente per fronteggiare la criminalità radicata nella polizia. Lo ha dichiarato Amnesty International in un nuovo rapporto, diffuso oggi, che denuncia l’ampia diffusione della tortura, dell’estorsione e l’uso della detenzione arbitraria da parte delle forze di polizia del paese.

‘Nessuna prova del crimine: il prezzo dell’impunità della polizia in Ucraina’ rivela come le forze di  polizia siano raramente punite per questi crimini a causa dell’alto livello di corruzione, dell’inesistenza o della cattiva condizione delle indagini, delle intimidazioni e delle minacce nei confronti degli autori delle denunce e della conseguente scarsità di procedimenti giudiziari.

Vent’anni dopo la fine dell’Unione Sovietica, le forze di polizia dell’Ucraina servono ancora lo stato al posto della società. La gente comune paga il prezzo, con molte vittime di corruzione e confessioni forzate‘ – ha affermato Heather McGill, esperta di Amnesty International sull’Ucraina.

Sarebbe ora che le autorità dell’Ucraina istituissero un organismo indipendente per esaminare tutte le accuse contro gli agenti di polizia e che prendessero misure nei confronti della dominate cultura dell’impunità e della corruzione‘.

Alcuni agenti di polizia noti per torturare o sottoporre a maltrattamenti i detenuti non rischiano mai provvedimenti disciplinari o penali, a causa dell’inadeguatezza delle indagini.

Le denunce da parte dei detenuti contro gli agenti di polizia, per i casi di tortura e di maltrattamento, non vengono prese in considerazione o finiscono per essere archiviate, indipendentemente da quanto possano essere attendibili.

L’ufficio del difensore civico ha dichiarato di aver ricevuto 5000 denunce relative a torture e ad altri maltrattamenti nel 2010.

Nell’agosto 2010, nella città di Kharkiv, Yakov Strogan accusato di tentato omicidio è stato sequestrato e torturato da agenti di polizia in borghese. Un avvocato raccomandato dalla polizia ha offerto 10.000 dollari per ottenere la sua liberazione.

Il 13 giugno 2010, Dmitry Yashchuk è stato ritrovato morto in una stazione di polizia di Kiev, il giorno dopo esser stato arrestato e, presumibilmente, obbligato dalla polizia a confessare un crimine che non aveva commesso.

La prima autopsia ha rivelato alcune ferite sul suo corpo. La polizia ha sostenuto che Dmitry Yashchuk si era suicidato e una seconda autopsia avrebbe confermato questa versione. I familiari, tuttavia, contestano che si sia suicidato e affermano che, se davvero avesse deciso di porre fine alla sua vita, sarebbe stato spinto a farlo dai maltrattamenti della polizia.

Il padre di Dmitry ha spiegato ad Amnesty International: ‘Dall’inizio non ho creduto alla versione del suicidio. Lasciatemi vedere mio figlio. Come si è scoperto, c’era qualcosa da nascondere. Era stato picchiato‘.

Le violazioni dei diritti dei detenuti da parte della polizia stanno ricevendo maggiore copertura da parte dei mezzi d’informazione e la morte di Dmitry Yashchuk e di altri detenuti in custodia di polizia ha scatenato proteste a livello nazionale.

Il clima sta cambiando‘ – ha commentato  McGill. ‘L’opinione pubblica è meno indulgente rispetto ai casi di tortura e di maltrattamento e la società sta pretendendo che la polizia sia chiamata a rispondere del proprio operato. Le autorità devono colmare il divario tra il dichiarato intento di proteggere maggiormente i diritti umani  e il comportamento delle forze di polizia, che non sono né affidabili né trasparenti‘.

Amnesty International crede che il modo migliore di colmare questo divario sia istituire un organismo indipendente dotato di piene risorse, che prenda in esame tutte le denunce contro gli agenti di polizia. L’Ucraina deve garantire che i testimoni siano protetti dalle intimidazioni e che gli agenti di polizia indagati per gravi violazioni dei diritti umani siano sospesi dal servizio per tutta la durata delle inchieste.

Gli agenti di polizia responsabili di tortura o di altri maltrattamenti devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni attraverso procedimenti disciplinari e penali.

La polizia dell’Ucraina deve lavorare sodo perché  i cittadini riacquistino la fiducia. Per farlo, deve cambiare la natura del suo rapporto con i cittadini, dallo scontro alla collaborazione‘ – ha concluso  McGill.