Muro e insediamenti israeliani, un affronto ai diritti dei palestinesi

20 Marzo 2013

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Da alcuni giorni, i contadini palestinesi del villaggio di Jayyus, nel nord della Cisgiordania, che già da anni hanno problemi ad accedere alle loro terre a causa del muro/della barriera militare (che nella zona è costituita da una barriera elettrificata e fortemente sorvegliata), si trovano di fronte a ulteriori ostacoli posti dai coloni israeliani.

I coloni hanno posizionato un avamposto di caravan a nord dell’insediamento israeliano di Tsufim, sulle terre palestinesi, in reazione alla decisione dell’esercito di dare finalmente seguito alla sentenza dell’Alta corte di giustizia che, nel 2009, aveva stabilito che la barriera dovesse essere modificata in modo da restituire parte delle terre ai contadini.

I coloni si oppongono alla sentenza in quanto, secondo loro, le terre che dovrebbero essere restituite ai palestinesi erano state già destinate dal governo israeliano all’espansione degli insediamenti.

Dal 2009, i contadini palestinesi attendono la restituzione di 2,4 chilometri quadrati di terra ma sono amareggiati a causa dei danni già fatti, dai lavori di modifica della barriera, al suolo fertile da cui dipende la loro sussistenza. Anche quando la modifica sarà terminata, cinque chilometri quadrati di terre di Jayyus, ben oltre la metà del totale, resteranno inaccessibili.

Durante la costruzione del muro/della barriera nella zona di Jayyus, le autorità militari israeliane avevano promesso ai contadini palestinesi libero accesso alle terre. Quando la costruzione terminò, la maggior parte dei contadini ricevettero il permesso. Da allora, però i rinnovi sono progressivamente scesi, privando molti contadini e le loro famiglie dei loro mezzi di sostentamento.

Jayyus è una comunità agricola di 3500 persone, che dipendono direttamente o indirettamente dai prodotti della terra. Secondo la municipalità locale, meno della metà dei contadini vi ha attualmente accesso.

Tsufim, a ovest di Jayyus, è uno degli oltre 130 insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati, con una popolazione di oltre mezzo milione. Gli insediamenti sono causa di una serie di violazioni dei diritti umani dei palestinesi, tra cui il diritto a essere liberi dalla discriminazione e quello a un adeguato standard di vita.

Il muro/la barriera, che entrando nella Cisgiordania occupata priva i contadini palestinesi delle loro terre, così come gli insediamenti che prendono via via ancora più terra, costituiscono violazioni dei diritto internazionale. Amnesty International ha voluto ricordarlo, in occasione della visita del presidente degli Usa nella regione.

Il diritto internazionale prevede che il muro/la barriera e gli insediamenti siano rimossi dai Territori palestinesi occupati, ma la realtà – sottolinea Amnesty International – è talmente diversa come se i bulldozer fossero passati sopra alle Convenzioni di Ginevra e alla Corte internazionale di giustizia.

La Corte internazionale di giustizia ha affermato che quando penetra nei Territori palestinesi occupati, il muro militare è illegale e dev’essere rimosso. Chi ha subito danni, ha titolo a una riparazione.

Il presidente Obama è stato chiaro a proposito dello stop ai progetti israeliani di sviluppo degli insediamenti. Ora ha un’occasione d’oro per andare a Jayyus e vedere coi sui occhi le conseguenze delle violazioni del diritto internazionale.