Tempo di lettura stimato: 2'
Nelle ultime tre settimane, i gruppi armati islamisti hanno ucciso oltre 200 persone negli stati settentrionali della Nigeria. Si tratta, per Amnesty International, di ‘una campagna sistematica di uccisioni di civili che costituisce un crimine contro l’umanità, i cui autori e mandanti devono essere chiamati a rispondere di fronte alla giustizia’.
L’11 febbraio più di 50 persone sono state uccise e decine di abitazioni sono state date alle fiamme nel villaggio di Konduga, nello stato di Borno. Testimoni oculari hanno riferito che uomini armati hanno fatto irruzione in una scuola media, sequestrando tra 30 e le 40 ragazze. È stato rapita anche una dottoressa dell’ospedale del villaggio. Tre giorni dopo, le vittime sono state oltre 100 e centinaia le abitazioni incendiate, nei villaggi di Baga e Izge, sempre nello stato di Borno. Simili attacchi si sono verificati anche negli stati di Adamaya e Yobe, provocando morti, feriti e sfollati.
Amnesty International , sottolineando come l’applicazione dello stato d’emergenza non abbia contribuito in alcun modo a ridurre la violenza nella Nigeria settentrionale, ha reiterato il suo appello al governo federale affinché siano prese misure efficaci per garantire la sicurezza della popolazione civile.