Nigeria: polizia responsabile di uccisioni illegali

8 Dicembre 2009

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Nuovo rapporto di Amnesty International sulla Nigeria: ‘La polizia uccide a piacimento’

(9 dicembre 2009)

In un nuovo rapporto presentato oggi nella capitale Abuja, Amnesty International ha denunciato lo scioccante livello di uccisioni illegali da parte delle forze di polizia della Nigeria.

La polizia nigeriana si rende responsabile di centinaia di omicidi illegali ogni anno‘ – ha dichiarato Erwin van der Borght, direttore del Programma Africa di Amnesty International. ‘Gli agenti di polizia non solo sparano con l’intenzione di uccidere ma compiono anche torture, spesso durante la detenzione. La maggior parte dei casi non viene investigata e i responsabili rimangono impuniti. Le famiglie delle vittime non ottengono giustizia né risarcimenti e la gran parte di esse neanche viene a sapere cosa è successo ai propri cari‘.

La polizia si difende spesso sostenendo che le persone uccise erano ‘rapinatori armati’, colpiti mortalmente durante uno ‘scontro a fuoco’ o un tentativo di evasione. Ma queste giustificazioni si rivelano spesso inverosimili.

Il rapporto di Amnesty International descrive il caso di Emmanuel Egbo, 15 anni, ucciso da un agente di polizia a Enugu nel settembre 2008. Secondo i testimoni, il ragazzo stava giocando con altri coetanei di fronte alla casa dello zio quando si sono palesati tre agenti. Uno di loro ha impugnato la pistola e ha ucciso il 15enne, sostenendo che fosse un rapinatore armato. In realtà, Emmanuel era disarmato. Nell’agosto 2009, i suoi familiari hanno scoperto che il suo corpo era sparito dall’obitorio e da allora non è stato più rinvenuto.

Secondo Amnesty International, alcuni agenti di polizia ritengono che uccidere ‘rapinatori armati’ già in stato d’arresto sia una prassi accettabile.

Nel giugno 2009 l’organizzazione per i diritti umani ha visitato il centro di detenzione della Squadra speciale anti rapine di Abuja, situato in un mattatoio in disuso fuori dalla capitale. Qui, le persone sospette vengono tenute in un ampio magazzino usato per abbattere le mucche, dal cui soffitto pendono ancora le catene. All’epoca della visita, vi erano 15 detenuti. Sul pavimento c’erano 30 bossoli. Un agente di polizia ha riferito in via confidenziale ad Amnesty International che i ‘rapinatori armati’ vengono portati lì e poi uccisi.

Uno dei principali problemi è costituito dall’Ordinanza 237 sulle forze di polizia della Nigeria, che autorizza gli agenti di polizia a uccidere persone sospette e detenuti che cercano di evadere o di sfuggire agli arresti, a prescindere se il loro comportamento metta o meno a rischio vite umane.

L’Ordinanza 237 è inaccettabilmente ampia e generica. Quello che dice è che la polizia ha l’autorizzazione ufficiale a uccidere. È contro gli standard internazionali ed è usata dagli agenti per commettere, giustificare e coprire omicidi illegali‘ – ha affermato van der Borght. ‘Chiediamo al governo di abolire questa legge e di affermare pubblicamente che la forza legale è consentita unicamente quando strettamente inevitabile per proteggere la vita. Ciò potrebbe ridurre drasticamente il numero degli omicidi illegali in Nigeria‘.

Le sparizioni forzate in Nigeria sono una prassi comune. Di solito, nei primi giorni o nelle prime settimane dall’arresto, i familiari sono autorizzati a incontrare i detenuti. Da lì in avanti, la polizia comunica loro che questi ultimi sono stati ‘trasferiti ad Abuja’, oppure semplicemente che non ne sa nulla.

Il governo nigeriano afferma che non intende condonare le esecuzioni extragiudiziali, ma non fa abbastanza per porvi fine e portare i responsabili di fronte alla giustizia. Anche nei rari casi in cui agenti di polizia implicati in omicidi illegali vengono sottoposti a inchiesta, spesso vengono rilasciati su cauzione o evadono. Altri vengono semplicemente trasferiti.

Per porre fine agli omicidi illegali e alle sparizioni forzate da parte della polizia occorrono profonde riforme legali, ma anche l’impegno e la collaborazione delle forze di polizia. La polizia nigeriana deve dotarsi di un nuovo codice di condotta che si applichi a tutta la catena di comando, altrimenti l’attuale ciclo di violenza continuerà‘.

Ulteriori informazioni

Negli ultimi quattro anni, il governo nigeriano ha istituito due comitati per rivedere l’operato delle forze di polizia e sottoporre proposte di riforma. Queste ultime non sono mai state attuate.

Le forze di polizia nigeriane soffrono di una grave mancanza di fondi. Gli agenti sono privi dell’equipaggiamento essenziale, come giubbotti antiproiettile o manette. In alcuni casi chiedono a chi ha subito un reato di pagare la benzina, le penne e i fogli di carta per avviare un’inchiesta.

Quello dell’agente di polizia in Nigeria è un lavoro pericoloso. In media, circa 110 poliziotti rimangono uccisi ogni anno in scontri a fuoco con criminali.

 FINE DEL COMUNICATO                                                                        Roma, 9 dicembre 2009
 
Per approfondimenti e interviste:
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Scarica il rapporto ‘Killing at will: extrajudicial executions and other unlawful killings by the police in Nigeria’