Padre Solalinde a maggio in Italia

28 Aprile 2017

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Padre Alejandro Solalinde, sacerdote messicano, fondatore di «Hermanos en el Camino», un centro di aiuto per i migranti diretti negli Stati Uniti, sarà in Italia nel mese di maggio, per una serie di incontri organizzati da Editrice Missionaria Italiana e Amnesty International Italia, in collaborazione con Libera.

Solalinde è un difensore dei diritti umani, candidato al Nobel per la pace 2017. Ha dedicato la sua esistenza ai migranti, per offrire loro un posto sicuro, lontano dalle bande criminali che li sfruttano e li sottopongono a violenze atroci. Padre Solalinde racconterà i viaggi dei migranti messicani, un flusso talmente consistente divenuto ormai una vera e propria crisi umanitaria. Fuggiti dal Centro America, a bordo di treni merci con destinazione Stati Uniti, i migranti vengono considerati degli irregolari perché non in possesso dei documenti ufficiali per il viaggio. Tra questi molti sono minorenni. Durante il viaggio subiscono sequestri di massa, stupri, torture da parte del crimine organizzato messicano, alle volte con la complicità delle forze di polizia.
Per aver fornito aiuto concreto, riparo e solidarietà ai migranti, padre Solalinde ha subito attacchi, maltrattamenti, minacce e intimidazioni da parte di gruppi xenofobi, spesso spalleggiati da bande criminali e autorità locali. Più volte è stato minacciato di morte dai «cartelli» dei narcotrafficanti. Le indagini delle autorità su questi episodi sono sempre state scarse, così come insufficienti sono state finora le misure di protezione adottate nei suoi riguardi.

La visita di Solalinde in Italia coinciderà anche con la pubblicazione di una sua autobiografia “I narcos mi vogliono morto. Messico, un prete contro i trafficanti di uomini” di Lucia Capuzzi (Edizioni Emi, pp. 176, prefazione di Luigi Ciotti, in libreria dal 4 maggio), patrocinata da Amnesty International Italia.

Leggi il programma completo degli incontri.

Situazione dei migranti in Messico

Come rilevato da Amnesty International nell’ultimo Rapporto annuale, dall’America Centrale è iniziata una crisi dei rifugiati che durante l’anno ha conosciuto un rapido peggioramento. La spietata violenza in questa parte del mondo, spesso dimenticata, ha continuato a provocare un aumento del numero di richieste d’asilo da parte di cittadini centramericani in Messico, negli Usa e in altri paesi, che hanno raggiunto livelli che non si vedevano dalla fine della maggior parte dei conflitti armati della regione, vari decenni fa. Centinaia di migliaia di persone hanno attraversato il Messico o nell’intento di chiedere asilo nel paese o diretti verso gli Usa. Molti sono stati detenuti in condizioni dure, uccisi, rapiti o vittime di estorsione da parte di bande criminali, che spesso hanno agito in collusione con le autorità. Moltissimi minori e adolescenti non accompagnati sono stati particolarmente colpiti da violazioni dei diritti umani; donne e ragazze erano a grave rischio di essere vittime di violenza sessuale e della tratta di esseri umani. Malgrado la presenza di prove inconfutabili, secondo cui molti richiedenti asilo erano a rischio di episodi di violenza estrema nel caso in cui non fosse stato loro concesso l’asilo, le espulsioni dal Messico e dagli Usa sono rimaste la prassi. Molti sono stati rimandati indietro con la forza, incontro a quelle stesse situazioni che ponevano a rischio la loro vita e dalle quali erano inizialmente fuggiti; alcuni sarebbero stati uccisi dalle bande criminali subito dopo l’espulsione.

Guarda la nostra intervista a Padre Solalinde registrata durante la sua visita in Italia 3 anni fa.